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Domani è l’Hamburger Day: meglio naturale o sintetico? Risponde il medico-nutrizionista

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(Adnkronos) – Domani si celebra l'Hamburger Day, la giornata internazionale dedicata a uno dei piatti 'Made in Usa' più iconici, adottato da anni anche nei gusti degli italiani. Oggi però la sfida del burger è anche con il suo 'gemello' sintetico, come spiega all'Adnkronos Salute Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di Nutrizione Umana dell'Università Lum. "Si chiama carne coltivata, ma è anche conosciuta come carne sintetica o 'carne in vitro'. Definizioni diverse per indicare una tipologia di carne prodotta mediante estrazione dall'animale vivo di cellule staminali che poi verranno coltivate in laboratorio. In realtà, oltre alla carne – puntualizza lo specialista – di sintetico si può trovare pure il pesce e il latte, cibi composti con ingredienti di sintesi, fabbricati con tecnologie di riproduzione cellulare o di sintesi proteica".  "Sul piano teorico – illustra Minelli – alla carne sintetica possono essere riconosciuti alcuni vantaggi se si considera che i processi di coltura, proprio perché effettuati in condizioni di sterilità, non richiedono antibiotici e, dunque, non comportano rischi di antibioticoresistenza, tutt'altro che infrequenti in zootecnia. D'altro canto, è intuitivo che la carne coltivata sia decisamente meno esposta al rischio di infezioni batteriche o virali che, invece, possono colpire gli animali in allevamento, non si associa ai pericoli connessi a pesticidi e fungicidi presenti nei mangimi, né porta ad eventuali spillover o zonosi. Ulteriore elemento da considerare è il contenuto in grassi dei prodotti sintetici che può mantenersi entro i livelli raccomandati, sostituendo completamente i grassi saturi con grassi migliori come gli omega 3".  Tuttavia, "per quanto i due tipi di carne mostrino una composizione simile per contenuto energetico, grassi e proteine energia, lo stesso non avviene per i caratteri organolettici e per il contenuto in micronutrienti come vitamine e composti bioattivi tra cui la carnitina, il coenzima Q10 o il glutatione, sostanze che nell'animale al pascolo sono presenti in modo significativo", chiarisce Minelli. Elemento importante che ancora manca per una valutazione più complessiva degli effetti del cibo in provetta "è sapere se la carne sintetica, introdotta nel nostro organismo e che arriva nel nostro intestino, sia digeribile alla stessa maniera di quella normale, quali sono i suoi percorsi metabolici e se sia in grado di modulare in maniera adeguata le funzioni strategiche del nostro microbiota, la cui composizione e attività metabolica risultano fortemente dipendente da quello che mettiamo a tavola", conclude l'esperto. L'Italia è stato il primo paese al mondo a vietare la tecnologia alimentare dietro la 'carne sintetica', una decisione presa nel 2023.  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Tumore al colon-retto, innovativa immunoterapia cellulare per il trattamento delle metastasi epatiche

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(Adnkronos) – Un gruppo di ricercatori dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano ha sviluppato e testato in modelli preclinici un’innovativa immunoterapia cellulare per il trattamento delle metastasi epatiche del tumore al colon-retto, una delle principali cause di morte tra i pazienti oncologici. Lo studio, appena pubblicato su 'Science Translational Medicine' e coordinato dalla dottoressa Monica Casucci, responsabile del laboratorio di ricerca Immunoterapie Innovative dell’Irccs ospedale San Raffaele, apre la strada a nuove speranze terapeutiche grazie a cellule Car-T progettate per colpire selettivamente il tumore. La ricerca si inserisce nel contesto dell'immunoterapia dei tumori solidi, in particolare delle metastasi epatiche da tumore del colon-retto, che rappresentano la prima causa di morte nei pazienti con questa patologia. Le attuali terapie, come la chirurgia o la chemioterapia, non sono risolutive nella maggior parte dei casi, e la sopravvivenza a 5 anni rimane bassa. Le terapie con cellule Car-T hanno mostrato grande efficacia nel trattare i tumori del sangue, ma risultati ancora limitati nei tumori solidi, principalmente a causa della mancanza di bersagli tumorali sicuri ed efficaci. In questo studio, i ricercatori hanno sviluppato una nuova terapia sperimentale basata su cellule immunitarie modificate, chiamate Car-T, ingegnerizzate per riconoscere una proteina chiamata Caderina-17 (CDH17), presente in grandi quantità sulle cellule tumorali e non accessibile nei tessuti sani. Gli esperimenti condotti su modelli preclinici rilevanti hanno dimostrato che le cellule Car-T ingegnerizzate per riconoscere l’antigene CDH17 riescono a bloccare efficacemente la crescita del tumore senza danneggiare i tessuti normali. "Alla base di questo studio ci siamo chiesti: esiste un bersaglio adatto per lo sviluppo di una terapia Car-T efficace e sicura per trattare metastasi epatiche del cancro del colon-retto? Abbiamo quindi cercato e identificato una proteina altamente espressa dalle cellule tumorali, ma assente o non accessibile nei tessuti sani", ha spiegato la dottoressa Beatrice Greco, prima autrice dello studio. "Una volta identificato il bersaglio, abbiamo sviluppato cellule Car-T specifiche e ne abbiamo testato il profilo di efficacia e sicurezza in molteplici modelli preclinici» aggiunge la dottoressa Rita El Khoury, co-prima autrice dello studio. Le cellule Car-T sono state testate anche su tessuti derivati da pazienti, con risultati molto promettenti: attaccano il tumore ma non il tessuto sano. Questo studio è stato reso possibile grazie ai campioni provenienti dal tessuto tumorale e sano dei pazienti che si sono messi a disposizione della ricerca scientifica partecipando a questo progetto. Questo lavoro rappresenta un passo importante verso l’avvio previsto di studi clinici sull’uomo per il trattamento di metastasi epatiche del cancro al colon-retto. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo è stata fondamentale la presenza al San Raffaele di un Centro di Risorse Biologiche, una biobanca di eccellenza che raccoglie, conserva e distribuisce campioni biologici umani e dati associati per supportare la ricerca clinica traslazionale. Garantisce standard elevati di qualità, sicurezza ed etica, partecipando anche a reti internazionali come Bbmri-Eric. Questa attività favorisce studi innovativi e l’accesso condiviso a risorse fondamentali per la comunità scientifica. "Il nostro lavoro risponde a un’esigenza clinica urgente: trattare in modo efficace e sicuro le metastasi epatiche del cancro al colon-retto, per le quali oggi le opzioni terapeutiche sono limitate – afferma Monica Casucci, coordinatrice dello studio – Il prossimo passo riguarderà una sperimentazione clinica di fase 1/2 per valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia su questi pazienti. Questi risultati potrebbero aprire nuove prospettive terapeutiche anche per altri tumori che esprimono la Caderina-17, come il tumore dello stomaco e i tumori neuroendocrini".  Lo studio si inserisce in un ambizioso programma di ricerca 5xmille, iniziato 6 anni fa che beneficia del contributo di Fondazione Airc per la ricerca sul cancro e coinvolge 17 gruppi di ricerca e unità cliniche dell’Università Vita-Salute e Ospedale San Raffaele, con l’obiettivo di sviluppare terapie avanzate contro le metastasi al fegato da tumori del colon-retto e del pancreas. "Siamo felici del percorso fatto fino ad oggi, che testimonia l’impegno e lo sforzo dei ricercatori e medici nel trasformare i risultati di laboratorio in cure tangibili per tutti i pazienti", afferma la professoressa Chiara Bonini, coordinatrice del programma, responsabile dell’Unità di Ematologia Sperimentale e Ordinario di Ematologia all’Università Vita-Salute San Raffaele. "La traslazionalità è da sempre la caratteristica che contraddistingue il San Raffaele: mettere a disposizione dei pazienti oncologici competenze cliniche e di ricerca di elevata qualità specialistica e contribuire al progresso della conoscenza scientifica e alla sua applicazione nella pratica quotidiana", conclude Fabio Ciceri, direttore del Comprehensive Cancer Center, primario di Ematologia e Trapianto di Midollo osseo dell’IRCCS Ospedale San Raffale e ordinario di Ematologia all’Università Vita-Salute San Raffaele. Lo studio è il risultato di una collaborazione internazionale che coinvolge, oltre a diverse unità interne dell’Irccs ospedale San Raffaele, l’Institut Cochin presso l’Université Paris-Cité e il sostegno di enti finanziatori quali Fondazione Airc, Ministero della Salute e dell’Istruzione, Università e Ricerca, e la comunità europea (European Research Council, Innovative Medicines Initiative). —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Vaccini motore di longevità, ‘negli adulti leva strategica per invecchiamento attivo’

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(Adnkronos) – Rilanciare il tema della prevenzione vaccinale come strumento centrale per un invecchiamento attivo e in salute, in linea con le indicazioni del Piano nazionale prevenzione vaccinale (Pnpv) e con le priorità emergenti nella gestione delle cronicità e della fragilità. E' l'obiettivo del convegno 'La prevenzione vaccinale nell'adulto come motore di longevità', promosso dalla Fondazione Longevitas in collaborazione con esperti, istituzioni sanitarie e rappresentanti delle categorie professionali, che si è svolto al Consiglio regionale del Lazio. L'evento è stato realizzato con il contributo non condizionante di Gsk e A casa tua. Nel ringraziare la Fondazione Longevitas, il presidente del Consiglio regionale Antonello Aurigemma ha evidenziato che l'aumento dell'età media della popolazione "dimostra l'importanza della ricerca in ambito scientifico, ma anche e soprattutto il ruolo fondamentale della prevenzione. In tal senso, ha una grande rilevanza anche la vaccinazione in età adulta. Per questo – ha sottolineato – è importante fare rete, in un'ottica di collaborazione sinergica, coinvolgendo tutti gli attori protagonisti: pensiamo ai medici di medicina generale, alle farmacie". Invitando ciascuno a "fare la propria parte", Aurigemma ha ricordato che "le farmacie hanno effettuato un grande lavoro per la vaccinazione ai tempi del Covid. Con la loro diffusione capillare, hanno fornito un prezioso contributo in termini di prevenzione" e rappresentano "un vero presidio sanitario: basti pensare alle aree più interne o ai piccoli Comuni. Per tutti questi motivi, è fondamentale – ha rimarcato – una giusta sinergia tra tutte le parti coinvolte".  Al centro del dibattito il ruolo dei vaccini per adulti e fragili, in particolare per patologie come l'Herpes zoster, le opportunità offerte dalla vaccinazione in farmacia e la necessità di un approccio proattivo da parte della medicina generale. Sono stati discussi i dati della survey condotta da Cittadinanzattiva Lazio su cittadini e operatori, che ha evidenziato carenze importanti in termini di informazione, accessibilità e fiducia verso la prevenzione vaccinale. "Nel Lazio si sta finalmente parlando in modo più serio di prevenzione vaccinale in età adulta – ha osservato Eleonora Selvi, presidente della Fondazione Longevitas – ma i numeri ci dicono che c'è ancora moltissimo da fare. Serve una maggiore integrazione tra medicina di base, farmacie, sanità pubblica e cittadinanza attiva, con l'obiettivo di costruire un vero e proprio ecosistema della prevenzione nel territorio regionale. Abbiamo tutte le competenze e gli strumenti per fare meglio: è il momento di passare dall'intenzione all'attuazione". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Covid, cresce nuova variante Nimbus: l’alert dell’Oms

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(Adnkronos) –
La variante Nimbus sotto i riflettori, mentre il Covid torna ai livelli di un anno fa. E' il quadro delineato dall'Oms nell'alert di oggi, 28 maggio 2025. "Da metà febbraio 2025, secondo i dati disponibili dai siti sentinella, l'attività globale di Sars-CoV-2 è in aumento, con un tasso di positività ai test che ha raggiunto l'11%, livelli che non si osservavano da luglio 2024", segnala l'Organizzazione mondiale della sanità nell'alert pubblicato per fare il punto sull'andamento di Covid-19 in queste ultime settimane e su un quadro che sta cambiando, con l'ascesa di una nuova variante che si affaccia sulla scena globale, NB.1.8.1.  L'aumento, spiega l'Oms, si osserva principalmente nei Paesi del Mediterraneo orientale, del Sudest asiatico e delle regioni del Pacifico occidentale. E per quanto riguarda le varianti in circolazione, dall'inizio del 2025 l'andamento globale – segnala l'agenzia Onu per la salute – ha subito una leggera variazione: la circolazione di LP.8.1, che era ormai diventata dominante in vari Paesi del mondo, Stati Uniti compresi (è anche la variante a cui si raccomanda di mirare i vaccini per le prossime campagna vaccinali, per esempio in Europa), adesso è in calo e c'è invece la segnalazione di NB.1.8.1, classificata come variante sotto monitoraggio (Vum) per l'Oms.  Questa variante, già ribattezzata 'Nimbus' dai cacciatori di varianti e dagli esperti sui social, è in aumento, e ha raggiunto il 10,7% delle sequenze globali segnalate a metà maggio. I recenti aumenti dell'attività di Sars-CoV-2 "sono sostanzialmente in linea con i livelli osservati nello stesso periodo dell'anno scorso", puntualizza l'Oms. Tuttavia, "manca ancora una chiara stagionalità nella circolazione del Sars-CoV-2 e la sorveglianza è limitata. Un monitoraggio continuo è essenziale", ammonisce l'agenzia. L'Oms raccomanda a tutti gli Stati membri di "continuare ad applicare un approccio integrato e basato sul rischio alla gestione del Covid-19, come delineato nelle raccomandazioni permanenti del direttore generale. Nell'ambito di programmi completi di controllo del Covid, la vaccinazione rimane un intervento chiave per prevenire la malattia grave e i decessi dovuti al Covid, in particolare tra i gruppi a rischio".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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Consumo carne rossa e rischi per cuore, in Usa conflitti d’interesse li smorzano

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(Adnkronos) – La carne rossa fa male al cuore? "Potrebbe dipendere da chi ha finanziato lo studio". Lo ha rilevato una nuova analisi che in Usa ha messo in luce come alcuni studi sugli effetti del consumo di carne rossa hanno collegamenti con l'industria e avevano "maggiori probabilità di riportare risultati favorevoli" rispetto a quelli non finanziati dal settore. La revisione è stata pubblicata sull''American Journal of Clinical Nutrition'. "E' l'ennesimo esempio di come gli studi legati all'industria alimentare possano influenzare il modo in cui le persone comprendono, e potenzialmente fraintendono, le conseguenze sulla salute di ciò che mangiano", commenta un editoriale 'New York Times' che riporta il lavoro. Secondo la nuova analisi gli studi finanziati dall'industria della carne rossa "avevano quasi una probabilità 4 volte più alta di riportare risultati cardiovascolari favorevoli o neutri dopo il consumo di carne rossa non lavorata rispetto agli studi senza tali correlazioni". Domani si celebra l'Hamburger Day, la giornata internazionale dedicata a uno dei piatti iconici americani ma diventato ormai un classico anche in Italia.  "Precedenti ricerche finanziate dall'industria dello zucchero, ad esempio, hanno minimizzato la relazione tra zucchero e condizioni di salute come obesità e malattie cardiache. E studi finanziati dall'industria dell'alcol hanno suggerito che un consumo moderato di bevande alcoliche potrebbe essere parte di una dieta sana", ricorda il 'New York Times'. Ma cosa hanno analizzato gli scienziati in questa nuova revisione? Miguel López Moreno, ricercatore dell'Università Francisco de Vitoria in Spagna, ha guidato la nuova analisi, "Volevamo vedere se problemi simili si verificassero con la ricerca scientifica sulla carne rossa non lavorata. Le carni lavorate come pancetta e salsiccia sono state costantemente collegate al rischio di malattie cardiache, ha affermato, ma le prove per le carni rosse non lavorate – come bistecche e costolette di maiale – hanno portato a risultati contrastanti", ha spiegato.  La scienza alimentare ha ampiamente sottolineato che il consumo di grassi saturi, abbondanti nella carne rossa, è associato a rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. La nuova revisione ha analizzato 44 studi clinici pubblicati tra il 1980 e il 2023, i lavori hanno esaminato in che modo il consumo di carne rossa non lavorata possa influenzare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari nei partecipanti, anche misurando i livelli di colesterolo, pressione sanguigna e trigliceridi. I 44 studi, metà dei quali condotti negli Stati Uniti, hanno coinvolto adulti che hanno consumato carne rossa non lavorata o una dieta di confronto per diverse settimane o mesi. Alcuni studi hanno coinvolto adulti sani, mentre altri si sono concentrati su soggetti con fattori di rischio per malattie cardiovascolari, come il colesterolo alto o l'obesità. Dei 44 studi analizzati dagli scienziati, 29 hanno ricevuto finanziamenti da gruppi industriali legati al settore della carne rossa, come la National Cattlemen's Beef Association e il National Pork Board. I restanti 15 studi sono stati finanziati da sovvenzioni governative, istituzioni accademiche o fondazioni no-profit, senza alcun legame con l'industria. Il team guidato da Moreno ha svelato che gli studi finanziati dall'industria della carne rossa "avevano quasi quattro volte più probabilità di riportare risultati cardiovascolari favorevoli o neutri dopo il consumo di carne rossa non trasformata rispetto agli studi senza tali correlazioni". Tutti gli studi finanziati in modo indipendente hanno riportato "esiti cardiovascolari peggiorati o neutri, mentre quelli finanziati dall'industria hanno riportato esiti favorevoli o neutri".  La nuova revisione fotografa "un quadro confuso per i consumatori" quando una persona "legge una serie di studi che analizzano un argomento ma i risultati sono diversi, può essere difficile capire a cosa credere", ha affermato Deirdre Tobias, professoressa associata di Medicina dell'Harvard Medical School. "Questi risultati divergenti potrebbero essere derivati ​​dal modo in cui gli studi sono stati impostati in origine", ha commentato sempre Tobias in un editoriale per l'American Journal of Clinical Nutrition che accompagnava il nuovo studio.   —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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