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Morto Ed Gale, Chucky nel film cult ‘La bambola assassina’

(Adnkronos) –
Ed Gale, attore e stuntman statunitense noto per aver interpretato alcuni dei personaggi più insoliti del cinema anni '80, tra cui la bambola Chucky nel film cult "La bambola assassina" (1988) e "Howard il papero" (1986), è morto a Los Angeles martedì 27 maggio all'età di 61 anni. A dare l'annuncio è stata la nipote Kayse Gale con un toccante e ironico messaggio su Facebook: "È con il cuore pesante – e una bara sorprendentemente leggera (capito il gioco di parole?) – che annunciamo l'improvvisa scomparsa di nostro zio, Ed Gale. Ed ha preso il suo ultimo applauso e ora è protagonista nell'aldilà. Partì per la California a vent'anni con 41 dollari in tasca e un sogno. E non si è mai voltato indietro". Affetto da nanismo (era alto 103 cm), Ed Gale ha costruito una carriera di oltre 130 apparizioni tra cinema, televisione e pubblicità, spesso interpretando ruoli fisicamente impegnativi o sotto costumi scenici complessi. Fu il corpo e il movimento di "Howard il papero", mentre la voce era di Chip Zien. In un'intervista del 2018, Gale ricordava: "Ero entusiasta del ruolo, anche se non sapevo chi fosse Howard. Ho indossato il costume ogni giorno per quasi dieci mesi". Ma è con il personaggio di Chucky, la bambola posseduta da un serial killer, che Gale ha raggiunto fama mondiale. Apparve nel primo film della saga "La bambola assassina" (1988) diretto da Tom Holland e nel suo sequel "La bambola che uccide" (1990) di Maria Lease, contribuendo a rendere il personaggio uno dei più inquietanti del cinema horror. Tra gli altri titoli della sua filmografia si ricordano "Balle Spaziali" (1987), Chopper Chicks in Zombietown" (1989), "Fratello, dove sei?" (2000) dei fratelli Coen, "The Polar Express" (2004, come doppiatore) e "Tiptoes" (2003). Apparve anche in serie tv come "Baywatch" e "Dinosauri tra noi". Nel 2023, Gale fu coinvolto in una controversia, accusato da un gruppo online di aver tentato contatti inappropriati con minorenni. Le accuse furono successivamente archiviate per mancanza di prove e Gale venne dichiarato innocente. Nato il 23 agosto 1963 a Plainwell, nel Michigan, Gale aveva lasciato casa a vent'anni per tentare la fortuna a Hollywood, riuscendo a ritagliarsi una carriera unica grazie al talento, all'ironia e alla dedizione. Come ha scritto la nipote: "Con questa vasta produzione, lascia dietro di sé un'eredità piena di luci discutibili e battute memorabili". (di Paolo Martini) —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Mentana: “Inter travolta, onore al Psg”. Poi punge i ‘tifosi avversari’…

(Adnkronos) – "Onore ai trionfatori della Champions 2025. Non ci hanno battuti, ci hanno travolti dal primo all'ultimo minuto, con un gioco superiore, una determinazione superiore, una classe superiore. L'Inter finisce nel peggiore dei modi una cavalcata europea che è stata esaltante". Con queste parole, affidate a Facebook, il giornalista Enrico Mentana ha commentato la sconfitta dell'Inter in finale di Champions contro il Psg. "Sarebbe da stupidi – ha scritto Mentana, noto tifoso nerazzurro – nascondere la catastrofe di ieri sera, sarebbe da stupidi dimenticare come siamo arrivati a contenderci la coppa col Psg. Come sempre in questi casi abbiamo reso felice chi vive delle sconfitte altrui, e ci siamo sentiti ancora più uniti a chi ha la nostra stessa passione, e i nostri stessi colori. Ai secondi dedico a un abbraccio, ai primi il tasto "elimina i commenti", per togliere questo spazio alla loro schadenfreude (termine tedesco che indica il "piacere provocato dalla sfortuna altrui")". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Caos Gaza, “Hamas indebolito e clan armati sempre più forti”

(Adnkronos) – Clan che agiscono come milizie armate nella Striscia di Gaza, saccheggiano i magazzini per sequestrare cibo con la forza e sparano per proteggersi da Hamas. Sono i clan emergenti nell'enclave palestinese, che si stanno affermando sfidando l'autorità di Hamas, secondo alti funzionari delle Idf citati dal sito di notizie israeliano Walla. Alcune fonti hanno riferito al sito saudita 'Al Hadath' che Hamas ha perso il controllo della sicurezza sulla Striscia di Gaza, aggiungendo che ladri e bande armate sequestrano aiuti, saccheggiano case e terrorizzano i residenti. In realtà l'influenza di questi clan è precedente all'attuale conflitto ed è radicata in reti di contrabbando che trafficano armi, droga, sigarette e prodotti elettronici provenienti da Egitto e Israele. Nel corso degli anni, Hamas ha raggiunto accordi con alcuni di questi clan, arrivando talvolta a collaborare con loro. Il più influente sembra essere il clan Abu Shabab, guidato da Yasser Abu Shabab della famiglia Tarabin. Dopo essere stato espulso da Rafah, il clan ha operato con aggressività nel nord e nel sud della Striscia di Gaza. Fonti palestinesi indicano che il gruppo Abu Shabab si occupa sia di proteggere i convogli di aiuti umanitari, sia di saccheggiarli. Hamas ha accusato il clan di collaborare con Israele.
Un altro clan influente è quello di Dughmush, noto anche come Dajmash, proveniente da Tel al-Hawa e al-Sabra a Gaza City. Questo clan era già coinvolto nel rapimento del caporale israeliano Gilad Shalit ed è stato protagonista di violenti scontri con Hamas. Il suo leader è stato ucciso lo scorso anno, accusato di legami con Israele. Fonti della sicurezza citate dal Jerusalem Post affermano che la maggior parte di questi clan è motivata dal desiderio di potere e ricchezza piuttosto che dall'ideologia. In questo momento stanno sfruttando la posizione indebolita di Hamas per espandere la propria influenza. Tra gli altri c'è il clan Abu Tir, che operava a Khan Yunis ed era specializzato nel contrabbando dal Sinai. Quindi il clan Al Kashk, con sede a Gaza City, strettamente legato ai centri di autorità locali. Poi il clan Abu Risha, attivo a Rafah e legato a gruppi salafiti, il clan Shawish, relativamente piccolo, ma attivo a Gaza. Infine il clan Baraka, affiliato ad al-Fatah e operante principalmente a Gaza City. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Tumori allo stomaco, immunoterapia riduce rischio di progressione e recidiva del 29%

(Adnkronos) – Ogni anno oltre 14mila italiani ricevono una diagnosi di tumore allo stomaco, ma la malattia è in uno stadio iniziale in meno del 20 per cento dei casi. Dall’annuale congresso dell’American Society of Clinical Oncology in corso a Chicago arrivano buone notizie sui farmaci che prolungano la sopravvivenza anche nello stadio precoce di questa neoplasia. Secondo i risultati dello studio di fase 3 Matterhorn – presentato ad Asco 2025 nella sessione plenaria e pubblicato su The New England Journal of Medicine – seguire una chemioterapia associata a immunoterapia con il farmaco durvalumab di AstraZeneca, prima dell’intervento, riduce il rischio di progressione della malattia, di recidiva e di morte del 29%. Lo studio per la prima volta dimostra che nel carcinoma dello stomaco localizzato aggiungere l’immunoterapico all’approccio chemioterapico standard Flot (fluorouracile, leucovorina, oxaliplatino e docetaxel) migliora in maniera significativa la sopravvivenza libera da eventi (Efs). I pazienti sono stati trattati con durvalumab neoadiuvante in combinazione con chemioterapia prima dell'intervento chirurgico, seguito da durvalumab adiuvante in combinazione con chemioterapia, e infine con durvalumab in monoterapia. Lo studio ha valutato questo regime rispetto alla sola chemioterapia perioperatoria nei pazienti con tumore gastrico e della giunzione gastroesofagea (Gej) resecabile, in stadio iniziale e localmente avanzato (stadi II, III, IV A). "La chirurgia rappresenta il trattamento principale ad intento curativo nei pazienti con tumore dello stomaco e della giunzione gastro-esofagea in stadio non metastatico– afferma Lorenzo Fornaro, oncologo dell’Unità di Oncologia Medica 2, Aou Pisana -. L’elevato tasso di recidive loco-regionali o a distanza dopo il trattamento chirurgico esclusivo ha portato a sviluppare un approccio multimodale nella malattia operabile, basato sull’impiego della chemioterapia perioperatoria con il regime Flot, che attualmente rappresenta lo schema di riferimento in questo setting". Nello "studio Matterhorn – continua Fornaro – nel tumore gastrico o della giunzione gastro-esofagea operabile, l’aggiunta dell’immunoterapia con durvalumab al regime chemioterapico Flot, prima e dopo la chirurgia, aveva già evidenziato un aumento significativo del tasso di risposta patologica rispetto a solo Flot. I nuovi dati dello studio, presentati a Chicago, dimostrano risultati significativi in termini di sopravvivenza libera da eventi, con un trend positivo anche nella sopravvivenza globale. È la prima volta che, grazie all’immunoterapia, vengono ottenuti questi benefici nella malattia operabile. Va evidenziato anche il buon profilo di tollerabilità del regime perioperatorio a base di durvalumab, che non ha compromesso la possibilità di sottoporsi alla chirurgia. Sulla base dei dati di Matterhorn, questo nuovo approccio terapeutico dovrebbe diventare il nuovo standard di cura in questo setting". "Nel 2024, in Italia, sono stati stimati circa 14.100 nuovi casi di carcinoma gastrico – spiega Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia -. È una neoplasia aggressiva con una prognosi particolarmente infausta, per l’elevato tasso di recidive, anche dopo la chirurgia radicale con intento curativo, e per la frequente presentazione in fase avanzata. Da qui l’importanza di nuove opzioni nella malattia operabile, come il regime perioperatorio a base di durvalumab". La presa in carico delle persone con tumore dello stomaco "richiede, a partire dalla diagnosi, un approccio multidisciplinare, che può ottimizzare il programma terapeutico, e quindi migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita dei pazienti – sottolinea Pinto -. In particolare, in questo setting è fondamentale il riferimento a centri di riferimento per questa patologia sia per volumi che per la disponibilità di team multidisciplinari di esperti in questa patologia. È indispensabile, pertanto, in quest’ambito un’appropriata stadiazione della neoplasia, che permette di programmare la terapia peri-operatoria e la chirurgia, definendo l'estensione della neoplasia, il coinvolgimento dei linfonodi e l’eventuale presenza di metastasi. Una corretta stadiazione prevede l’imaging radiologica, l’ecoendoscopia e, quando richiesto, anche una valutazione laparoscopica. Inoltre, è fondamentale che siano sempre offerti al paziente una valutazione dello stato nutrizionale e piani dietetici, che permettono di sottoporre il paziente al trattamento programmato nelle migliori condizioni cliniche. Le persone colpite da tumore dello stomaco, infatti, possono presentare problematiche nutrizionali, anche rilevanti, già dalle prime fasi della malattia. Dopo la chirurgia demolitiva fornire corrette indicazioni sulle abitudini nutrizionali e sulla dieta da seguire permette poi di mantenere quotidianamente una buona alimentazione, con un significativo impatto positivo sul peso corporeo e sulla qualità di vita". "Questo regime perioperatorio basato sull'immunoterapia – dichiara Cristian Massacesi, Chief Medical Officer e Oncology Chief Development Officer, AstraZeneca – ha il potenziale di cambiare il paradigma clinico nel tumore gastrico e della giunzione gastroesofagea in fase precoce, grazie alla riduzione di quasi un terzo del rischio di progressione, recidiva o morte e all’importante trend di miglioramento della sopravvivenza. Come terzo studio positivo sul trattamento perioperatorio con durvalumab in diversi tipi di tumore, lo studio Matterhorn valida ulteriormente questo approccio e sottolinea il nostro impegno nell’offrire nuove terapie nelle fasi precoci della malattia, dove le possibilità di guarigione sono maggiori". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Bonolis: “Inter asfaltata dal Psg. Inzaghi? Spero resti”

(Adnkronos) – "Ieri il Psg ha completamente asfaltato l'Inter, non ci si può attaccare a nulla. Gli avversari sono stati nettamente superiori, il risultato è giusto e anzi, poteva essere anche più ampia la differenza, l'Inter ha tirato solo due volte in tutta la partita". Paolo Bonolis, conduttore televisivo e tifoso interista, ha commentato così all'Adnkronos la finale di Champions League persa 5-0 contro il Paris. "I nerazzurri hanno sbagliato completamente l'approccio, forse alcuni giocatori erano preoccupati di dover vincere per forza un trofeo questa stagione ma per noi tifosi è incomprensibile la prestazione di ieri. Molto bravo Luis Enrique che ha preparato benissimo la gara, ripartivano velocemente, anche dalla difesa, ma soprattutto non ci hanno fatto giocare, portando Acerbi a essere l'unico libero di impostare. Non proprio il suo ruolo. La stagione? Per me non è assolutamente fallimentare, fa parte del gioco vincere o perdere ma è importante esserci e arrivare a giocarsi partite importanti. La grossa delusione per quest'anno non è tanto la finale di ieri, perché l'Inter è arrivata a giocarsi un titolo così importante senza avere una rosa importante come quelle di Barcellona, Bayern, Real Madrid e Psg. Per questo, secondo me Inzaghi ha fatto un miracolo, però abbiamo buttato via il campionato. Potevamo vincerlo". Bonolis ha poi parlato dell'allenatore: "Simone Inzaghi per me è un ottimo allenatore, non so che cosa deciderà di fare ma spero rimanga. Come tutti gli ottimi allenatori, però, ha bisogno di una rosa competitiva e completa per competere su tutti i fronti. Ieri, come per tutta la stagione, abbiamo avuto solo due attaccanti affidabili, Lautaro e Thuram. Quest'anno l'argentino è andato in difficoltà nella prima parte di stagione perché non si è mai riposato dopo gli impegni con l'Argentina, poi Thuram si è infortunato ma ha voluto comunque giocarle tutte arrivando malconcio nella parte finale di stagione. Per questi motivi penso che Arnautovic, Taremi e Correa non siano opzioni percorribili per raggiungere i traguardi che si volevano raggiungere questa stagione". —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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