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Meteo, ponte del 2 giugno sempre più caldo: sale lo Stress Index

(Adnkronos) – Alla fine arriva l’Estate, sembra in ritardo ma non lo è. Siamo ancora in Primavera e, in questo periodo, avvengono gli ultimi scontri tra l’aria fredda polare e i primi caldi nordafricani. Anche nelle prossime ore, un fronte, collegato ad un ciclone scandinavo, provocherà qualche rovescio sulle adriatiche e sul Sud peninsulare, accompagnato anche da un fastidioso vento fresco dai Balcani. Si tratterà dell’ultimo momento instabile prima di una lunga fase simil-estiva su gran parte del Paese. Il Ponte del 2 giugno sarà molto bello, attenzione solo a forti temporali sulle Alpi tra domenica e lunedì. Lorenzo Tedici, meteorologo del sito www.iLMeteo.it, conferma l’espansione dell’Anticiclone delle Azzorre sul nostro Paese con condizioni via via sempre più estive. Nel dettaglio si prevede, sole pieno al Centro-Nord con temperature che supereranno anche i 30°C a Roma e non solo; sul meridione invece, come detto, ombrelli a tratti aperti per l’ultimo giovedì di maggio.
Venerdì 30 segnerà il momento iniziale della ‘democrazia meteorologica’: sarà bello da Nord a Sud, nessuno escluso. Le temperature massime continueranno a salire, mentre le minime saranno ancora fresche e gradevoli: questo ci permetterà sonni tranquilli, mentre di giorno inizieremo a sudare. Nel weekend il sudore aumenterà, in particolare in Pianura Padana centro-orientale, Sardegna e fondovalle alpini: ecco che l’afa inizierà a farci soffrire. Sentiremo sempre più spesso parlare di indici biometeorologici, parametri meteo connessi allo stato di sofferenza o di benessere del corpo umano come effetto della combinazione di temperatura ed umidità: ‘Temperatura Percepita’, ‘Heat Index’ (Indice di Calore), ‘Humidex’ e il recente, e spesso usato da iLMeteo, ‘Stress Index’.
Per domenica 1 giugno, inizio dell’Estate meteorologica, lo ‘Stress Index’ salirà, per la prima volta nel 2025, a livello di ‘Cautela’ tra Emilia Romagna e basso Veneto: lo Stress Index, come si capisce dal nome, indica lo stress meteo che dovremo sopportare nella prossima calda estate italiana. Per combattere lo ‘Stress Index’ dovremo nuovamente seguire il mantra meteo, bere 2 litri di acqua, non uscire nelle ore più calde etc. etc., lo statuto estivo della sopravvivenza fisica contro il caldo africano. Benvenuta Estate!
NEL DETTAGLIO
Giovedì 29. Al Nord: bel tempo e caldo in aumento. Al Centro: piovaschi sulle coste adriatiche al mattino, sole e caldo altrove. Al Sud: temporali sparsi sul settore peninsulare.
Venerdì 30. Al Nord: bel tempo e caldo ancora in aumento. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: bel tempo e caldo in aumento.
Sabato 31. Al Nord: bel tempo e caldo in ulteriore aumento con condizioni di afa. Al Centro: sole e caldo estivo. Al Sud: sole e caldo estivo.
TENDENZA: sereno e sempre più caldo, qualche temporale su Alpi e Prealpi tra domenica e lunedì 2 giugno. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Minacce social a figlia Meloni, prof campano aveva già postato contro figli esponenti governo

(Adnkronos) – Stefano Stefano Addeo, il professore di Marigliano autore del post contro Ginevra, la figlia di Giorgia Meloni, ha dichiarato in queste ore di aver scritto d'impulso quel "post stupido" (lo ha definito lui stesso così nel messaggio di scuse) in cui augurava la stessa sorte di Martina Carbonaro (la ragazza di 14 anni uccisa ad Afragola nei giorni scorsi) alla figlia del Presidente del Consiglio. Ma non è così. A smentirlo, infatti, c'è un altro post pubblicato dallo stesso insegnante sulla sua pagina social. Post che Addeo ha provato subito a far scomparire dai suoi profili social ma di cui l'Adnkronos è in possesso. Se alla piccola Ginevra augurava di venire uccisa come la 14enne di Afragola, pochi giorni fa il docente augurava la stessa sorte dei palestinesi a Gaza ai figli della Meloni, ancora una volta, e dei vicepremier: il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, tutti immortalati in immagini in cui stringevano la mano al Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. (di Silvia Mancinelli) —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Rapina e coltellate a Napoli, due fermati per tentato omicidio benzinai

(Adnkronos) – Sono stati fermati dai poliziotti i due presunti autori della violenta rapina al distributore di carburante di via Domenico Fontana, nel quartiere Arenella di Napoli. I due ragazzi devono rispondere di tentata rapina aggravata e duplice tentato omicidio. La rapina è avvenuta nella serata di venerdì in via Domenico Fontana. Secondo la ricostruzione, poco prima delle 20, tre persone hanno tentato di mettere a segno una rapina ai 2 dipendenti del distributore di carburanti, ma i due – un 63enne e un 67enne, entrambi napoletani – hanno reagito. Nella colluttazione, i due benzinai sono stati feriti con un'arma da taglio. Trasferiti in codice rosso all'ospedale Cardarelli, fortunatamente i due benzinai sono stati medicati e già dimessi, anche se con una prognosi rispettivamente di 30 e 20 giorni per ferite agli arti. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Roland Garros, oggi Paolini-Svitolina – Il match in diretta

(Adnkronos) –
Jasmine Paolini torna in campo per gli ottavi di finale del Roland Garros. Oggi, domenica 1 giugno, l'azzurra affronta l'ucraina Elina Svitolina per guadagnare un posto nei quarti dello Slam francese. Il match è in programma alle 11 sul Philippe-Chatrier: le due tenniste si sono sfidate in una sola occasione, agli scorsi Australian Open, quando Svitolina ha eliminato la toscana in tre set.
Paolini-Svitolina, così come tutte le partite del Roland Garros 2025, viene trasmessa in diretta televisiva sui canali Eurosport, visibili tramite abbonamento Sky. Lo Slam è disponibile anche in streaming sull'app SkyGo, su NOW, Dazn, Timvision e Discovery+.
—sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Gaza, Follini: “Sinistra divisa, due manifestazioni per dire quasi la stessa cosa”

(Adnkronos) – "Due manifestazioni, a poche ore (24) e a pochi chilometri (530) di distanza, per dire quasi – quasi – la stessa cosa: e cioè che a Gaza le cose non possono proprio continuare così. Il giorno prima il raduno dei centristi e di una parte del Pd a Milano. Il giorno dopo quello del Pd più Conte più Bonelli e Fratoianni a Roma. S’intende che le differenze non sono poi affatto così piccole. E’ assai probabile che a Milano le critiche alla politica di Netanyahu verranno accompagnate dalla preoccupazione di non allontanarsi troppo dal solco della solidarietà con Israele. E che a Roma l’afflato per la causa palestinese sarà a sua volta accompagnato da argomenti, parole d’ordine e stati d’animo assai più severi nei riguardi di Tel Aviv. Non fosse stato così, l’appuntamento avrebbe potuto essere uno solo per tutti. Eppure non doveva essere così impossibile trovare una piattaforma comune tra tutte le forze di opposizione. Sarebbe bastata forse qualche piccola, non banale accortezza. Per esempio, dar retta alla proposta accennata da Edith Bruck: quella di far sfilare, accanto alle bandiere palestinesi, anche una, solo una, simbolica bandiera dello stato di Israele. Quel tanto che desse l’idea di una protesta capace di conservare il senso storico di quel che avviene da quelle parti. E cioè il fatto che quello stato, per quanti errori e quanti delitti stia commettendo a Gaza, è figlio dei delitti ancor più atroci che abbiamo compiuto noi europei a suo tempo verso la sua gente. E ancora, che quello stato, Israele appunto, è pur sempre una democrazia, ancorché gravemente malata. L’unica democrazia in quel contesto, peraltro. Quella possibilità è svanita nel giro di poche ore tra il silenzio di quasi tutti. Così, ognuno ha finito per recitare se stesso. La sinistra ufficiale, la più corposa, si è voluta appropriare di tutte le ragioni, proprio tutte, della (giusta) indignazione. E si appresta ora però a correre il rischio che il raduno di Roma possa sfuggirle di mano, condizionato da parole d’ordine ancor più estreme di quelle in nome delle quali è stato convocato. Mentre la sinistra, chiamiamola così, moderata, o riformista che dir si voglia, farà la sua fatica a farsi condividere da quella parte di elettorato che pure vorrebbe dare un forte segno di tutta la sua inquietudine e disapprovazione per quanto sta avvenendo in Medio Oriente. Senza contare il fatto che una parte di costoro si troverà infine a sfilare in tutte e due i cortei. La prima volta per convinzione, la seconda per disciplina. Tutto questo suona come riprova della difficoltà a tenere insieme i due lembi del centrosinistra. Uno più corposo nei suoi numeri. L’altro forse -forse- più capace di rubare consenso alla maggioranza. La quale maggioranza peraltro in materia di politica estera ha anch’essa le sue belle traversie. E si ostina ancora oggi a dividersi, al di là e al di sopra del Medio Oriente, tra una parte che fa il tifo per un Trump niente affatto gentile con gli europei e un’altra parte che fa il tifo per una Europa niente affatto disposta ad inginocchiarsi sul prato della Casa Bianca versione Maga. Due vere e proprie visioni del mondo che verrà. Del tutto antitetiche. Si dirà che le crepe che dividono l’opposizione sono più visibili, almeno in questi giorni. E che i suoi leader non stanno facendo più di tanto per cercare di venirne a capo. E’ vero. Ma è vero anche che certe fenditure che si intravedono tra i soci di maggioranza possono facilmente dar luogo prima o poi a crepe anche più profonde. E assai più gravi per il buon nome del nostro paese presso le cancellerie del mondo che conta. In una parola, si riproduce da una parte e dall’altra la disinvolta attitudine a litigare tra alleati (e perfino dentro i partiti) sui grandi temi della politica estera. Quei temi che dovrebbero vedere semmai la convergenza tra le nostre due metà campo. E che ora invece solcano tutti e due i campi in questione, seminando dappertutto una disunione che non promette nulla di buono". (di Marco Follini) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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