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L’INAF riceve 1,2 milioni di euro per svelare i segreti dell’Universo oscuro

(Adnkronos) – L'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha ottenuto un finanziamento di 1,2 milioni di euro dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR), attraverso il Fondo Italiano per la Scienza (FIS 2). Questi fondi saranno destinati al progetto DARKER – Accurate constraints on dark energy and dark matter using strong lensing in the era of precision cosmology, una ricerca ambiziosa volta a esplorare i misteri dell'energia e della materia oscura, componenti che costituiscono circa il 95% dell'Universo. A guidare il progetto sarà la ricercatrice Cristiana Spingola dell'INAF. Il progetto DARKER si propone di scoprire nuove lenti gravitazionali di dimensioni estremamente ridotte. Questi fenomeni, che agiscono come "telescopi naturali" potentissimi, permetteranno di indagare con precisione ancora maggiore aspetti dell'Universo distante. Il concetto di lente gravitazionale, o lensing, è un effetto previsto dalla teoria della relatività generale di Albert Einstein. Come spiega Cristiana Spingola, "Se un oggetto molto massiccio – come una galassia o un ammasso di galassie – si trova tra noi e una sorgente luminosa lontana – come un quasar – il suo potenziale gravitazionale può deviare la radiazione, producendo immagini multiple della sorgente di sfondo". La particolarità su cui si concentrerà DARKER è il ritardo temporale (time delay) nelle variazioni di intensità luminosa tra le diverse immagini, una proprietà cruciale per identificare oggetti finora sfuggiti all'osservazione.
L'approccio innovativo del progetto risiede nella conduzione della ricerca di lenti gravitazionali nel dominio temporale (time-domain), un metodo inedito rispetto alle tradizionali analisi basate su immagini statiche. Per la conferma delle "candidate lenti", saranno essenziali osservazioni ad altissima risoluzione angolare. In questo contesto, l'utilizzo dei tre radiotelescopi italiani dell'INAF – il Sardinia Radio Telescope (Cagliari) e le parabole gemelle di Medicina (Bologna) e Noto (Siracusa) – in modalità VLBI (Very Long Baseline Interferometry), si rivelerà fondamentale per determinare la natura di queste rarissime lenti gravitazionali di piccolissima massa. "Sappiamo ancora troppo poco di materia ed energia oscura. Grazie a questo approccio innovativo, potremo identificare simultaneamente lenti gravitazionali molto piccole e sorgenti variabili sullo sfondo, finora invisibili con le tecniche tradizionali", ha commentato Spingola, che condurrà il progetto presso l'Istituto di Radioastronomia in collaborazione con l'Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio, entrambe sedi bolognesi dell'INAF. Il progetto mira a identificare centinaia di nuove lenti, impiegando dati storici raccolti dai telescopi spaziali GAIA e Fermi. L'attenzione sarà rivolta in particolare a oggetti molto compatti, con masse di pochi milioni di masse solari. La loro esistenza – o l'assenza – potrebbe fornire indizi cruciali sulla vera natura della materia oscura, aiutando a distinguere tra i modelli 'freddi' e 'caldi'. La conferma definitiva della natura di questi oggetti sarà possibile solo attraverso la tecnica della Very Long Baseline Interferometry, un campo in cui l'INAF vanta una profonda esperienza e un ruolo di spicco a livello europeo. Oltre a indagare l'Universo oscuro, DARKER contribuirà alla determinazione precisa della costante di Hubble (H₀), un parametro che misura la velocità di espansione dell'Universo. "Questa misura sarà indipendente da quelle attualmente disponibili e potrà aiutare a risolvere una delle più grandi controversie dell'astrofisica moderna, la cosiddetta 'tensione di Hubble', che consiste nel disaccordo tra le stime di H₀ ottenute da osservazioni dell'universo primordiale e quelle basate su misure più vicine a noi. DARKER potrebbe rappresentare, quindi, un passo importante per fare luce sull'Universo oscuro", conclude la ricercatrice. Cristiana Spingola, originaria di Perugia e laureata in Astrofisica all'Università di Bologna, ha consolidato la sua formazione scientifica tra Italia e Paesi Bassi, conseguendo il dottorato all'Università di Groningen. Ricercatrice a tempo indeterminato dal 2023, è riconosciuta come esperta di interferometria radio e lensing gravitazionale, e contribuisce attivamente alla preparazione scientifica della prossima generazione di interferometri radio, come quelli del progetto SKA.
Il finanziamento complessivo è stato erogato nell'ambito del macrosettore Physical Sciences and Engineering – Universe Sciences del FIS 2. I fondi FIS supportano annualmente progetti di ricerca altamente innovativi nei principali settori scientifici, adottando un modello simile a quello dell'European Research Council (ERC). Immagine di cover realizzata con il supporto di Gemini —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Sismicità in Italia: online il database DISS con sorgenti aggiornate

(Adnkronos) – L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha annunciato, per mezzo di una nota ufficiale, un aggiornamento significativo per il Database of Individual Seismogenic Sources (DISS), lo strumento italiano di riferimento per la mappatura delle sorgenti sismogenetiche. La nuova versione, la 3.3.1, è ora disponibile online e rappresenta un passo avanti cruciale per migliorare la comprensione della sismogenesi in Italia e per affinare la stima della pericolosità associata agli eventi sismici. Il DISS, concepito originariamente nel 1997 da ricercatori dell'allora Istituto Nazionale di Geofisica (ING) e successivamente affinato per quasi tre decenni, è una risorsa unica che raccoglie, organizza ed elabora i risultati della ricerca condotta dai suoi autori e le conoscenze pubblicate nella letteratura specialistica. Attraverso una sistematizzazione approfondita delle informazioni relative alla geologia, alla tettonica attiva e alla sismicità storica e attuale del territorio nazionale, gli ideatori del DISS riescono a identificare le sorgenti sismogenetiche, ovvero le faglie responsabili dei forti terremoti, stimandone il potenziale sismico. Queste sorgenti sono definite in modo tridimensionale all'interno della crosta terrestre, con una descrizione dettagliata sia delle loro proprietà geometriche (dimensioni e posizionamento spaziale di ciascuna faglia) sia cinematiche (modalità e velocità del movimento della faglia). Con l'ultima release, il Database si arricchisce dei principali risultati scientifici pubblicati tra dicembre 2021 e marzo 2025. Questo include non solo l'integrazione di nuove sorgenti sismogenetiche, ma anche l'aggiornamento e la revisione di quelle già esistenti, riflettendo le più recenti acquisizioni nel campo della ricerca sismologica. La nuova versione del DISS si configura come un progresso importante nel miglioramento del modello sismogenetico dell'Italia e di una vasta porzione del Mediterraneo centrale. La sua continua evoluzione conferma il DISS come uno strumento moderno ed efficace, indispensabile per innumerevoli ricerche in campo sismologico. Inoltre, si afferma come un punto di riferimento fondamentale per la valutazione della pericolosità sismica, applicabile a diverse scale e attraverso differenti approcci metodologici. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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IXPE svela i segreti delle magnetar attive: osservata per la prima volta la polarizzazione dei Raggi X

(Adnkronos) – Nel campo dell'astrofisica delle alte energie, una nuova e significativa scoperta è stata annunciata: per la prima volta, la missione Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE), frutto della collaborazione tra la NASA e l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), ha osservato la polarizzazione dei raggi X emessi da una magnetar durante una fase di attivazione, nota come outburst. Questa osservazione, pubblicata su The Astrophysical Journal Letters in due studi distinti (uno guidato da ricercatori italiani dell'Istituto Nazionale di Astrofisica – INAF e dell'Università degli Studi di Padova, l'altro da team statunitensi), fornisce indizi senza precedenti sulla natura del campo magnetico di queste stelle e sui meccanismi che governano la produzione di radiazione ad alta energia nelle pulsar altamente magnetizzate. La protagonista di questa scoperta è la magnetar 1E 1841-045, una stella di neutroni situata all'interno dei resti della supernova Kes 73, a circa 28.000 anni luce dalla Terra. La comunità scientifica è stata sorpresa dalla sua riattivazione, avvenuta il 20 agosto 2024. Questo evento ha permesso a diversi telescopi sensibili alle alte energie, incluso IXPE, di puntare i loro strumenti verso l'oggetto celeste. IXPE, in particolare, ha colto l'opportunità di osservare la radiazione X polarizzata di una magnetar in uno stato di attività, un'impresa mai compiuta prima. La luce polarizzata si distingue dalla luce "normale" per il fatto che le sue onde elettromagnetiche oscillano su un piano preferenziale, anziché in modo disordinato. La misurazione della polarizzazione, sia in termini di grado che di direzione, offre informazioni cruciali sull'origine della luce e sull'ambiente cosmico che ha attraversato nel suo viaggio verso la Terra.
Una stella di neutroni rappresenta il denso residuo di una stella massiccia che ha completato il suo ciclo evolutivo, collassando su se stessa. Il risultato è un nucleo estremamente compatto, con una massa paragonabile a quella del Sole, ma compressa in una sfera dal diametro di una città come Roma. Poiché le stelle di neutroni ereditano e amplificano le proprietà delle loro stelle progenitrici, come la velocità di rotazione e l'intensità del campo magnetico, esse danno origine ad alcuni dei fenomeni fisici più estremi dell'universo osservabile, offrendo opportunità uniche per studiare condizioni impossibili da replicare in laboratorio. Di seguito il video della NASA
Le magnetar, in particolare, sono stelle di neutroni caratterizzate da campi magnetici di intensità eccezionale, rendendole tra gli oggetti più affascinanti ed enigmatici. Quando una di queste stelle si attiva, può rilasciare un'energia fino a mille volte superiore a quella normalmente emessa, generando fenomeni fisici ancora più estremi. Tuttavia, i meccanismi sottostanti a queste fluttuazioni energetiche non sono ancora del tutto compresi. In questo contesto, la misurazione della luce polarizzata assume un ruolo cruciale. I dati raccolti da IXPE hanno rivelato che l'emissione di raggi X da 1E 1841-045 diventa progressivamente più polarizzata a livelli di energia più elevati, mantenendo al contempo lo stesso angolo di polarizzazione. Questo indica che le diverse componenti dell'emissione sono intrinsecamente legate e che quella a più alta energia, finora la più elusiva, è fortemente influenzata dal campo magnetico.
Michela Rigoselli, ricercatrice dell'INAF di Milano e prima autrice dell'articolo, ha commentato: "È la prima volta che riusciamo a osservare la polarizzazione di una magnetar in stato di attività e questo ci ha permesso di vincolare i meccanismi e la geometria di emissione che si celano dietro a questi stati attivi. Ora sarà interessante osservare 1E 1841-045 una volta tornata allo stato di quiescenza per monitorare l'evoluzione delle sue proprietà polarimetriche." Questa osservazione sottolinea in modo evidente le immense potenzialità della scienza delle magnetar, che può essere ulteriormente approfondita e compresa attraverso l'applicazione della polarimetria ad alta energia. La missione IXPE, lanciata il 9 dicembre 2021 dal Kennedy Space Center della NASA, fa parte della serie Small Explorer della NASA ed è interamente dedicata allo studio dell'universo attraverso la misura della polarizzazione dei raggi X. A bordo, tre telescopi sono equipaggiati con rivelatori finanziati dall'ASI e sviluppati da un team di scienziati dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell'INAF, con il supporto industriale di Ohb-Italia, confermando l'eccellenza della collaborazione scientifica internazionale in questo campo. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Disney Plus lancia programmi fedeltà con sconti, omaggi e concorsi settimanali

(Adnkronos) – Nel panorama sempre più affollato delle piattaforme di streaming, Disney Plus e Hulu puntano a rafforzare la fidelizzazione degli utenti con il lancio di nuovi programmi fedeltà denominati Perks. L’obiettivo è chiaro: differenziarsi dalla concorrenza offrendo vantaggi esclusivi che vadano oltre il semplice accesso ai contenuti audiovisivi. Il programma Perks di Disney Plus è già attivo negli Stati Uniti, mentre una distribuzione internazionale è prevista nei prossimi mesi. Tra le promozioni attualmente disponibili per gli abbonati figurano sei mesi gratuiti di abbonamento a DashPass, il servizio di consegna premium di DoorDash, sconti per soggiorni a Walt Disney World, offerte promozionali su prodotti Adidas e Funko, e una serie di concorsi a rotazione che verranno aggiornati regolarmente. Anche Hulu si prepara a introdurre il proprio programma fedeltà, la cui partenza è fissata per il 2 giugno. Sebbene i dettagli completi non siano ancora stati resi noti, è stato anticipato che il programma includerà partnership con aziende come Microsoft, Pure Green e LG. I vantaggi saranno distribuiti settimanalmente per tutta l’estate, con la promessa di offerte costantemente rinnovate. Gli utenti non dovranno compiere alcuna azione particolare per usufruire dei vantaggi: sarà sufficiente essere abbonati a uno dei due servizi. Chi sottoscrive uno dei piani combinati che includono sia Disney Plus che Hulu potrà accedere automaticamente a entrambe le iniziative. Il programma Perks non è una novità assoluta per Disney Plus: una versione iniziale era già stata sperimentata lo scorso anno, offrendo un numero limitato di concorsi e accessi anticipati a biglietti per eventi selezionati. Tuttavia, l’attuale rilancio rappresenta un’evoluzione significativa. Secondo quanto dichiarato da Disney, si tratta ora di un’offerta strutturata e permanente, con vantaggi che mirano a creare un’esperienza di abbonamento più ricca e continuativa. La strategia riflette una tendenza crescente nel settore dell’intrattenimento digitale, dove le piattaforme cercano nuovi modi per mantenere attivi gli abbonamenti, in un contesto di crescente volatilità degli utenti e concorrenza serrata tra servizi. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Instagram, basta foto quadrate: arriva un nuovo formato

(Adnkronos) – Instagram ha introdotto una modifica significativa al modo in cui vengono visualizzate le foto caricate sulla piattaforma: ora è ufficialmente supportato il formato 3:4, tra i più comuni nelle fotocamere degli smartphone. L’annuncio è stato dato direttamente dal responsabile dell’app, Adam Mosseri, attraverso un post su Threads, dove ha sottolineato che “quasi tutte le fotocamere degli smartphone utilizzano per impostazione predefinita il formato 3:4”. Con questo aggiornamento, le immagini verranno mostrate esattamente come sono state scattate, senza ritagli né adattamenti forzati al feed. Il formato 3:4, tipicamente più allungato in verticale rispetto al già supportato 4:5, consente una riproduzione più fedele della fotografia originale. Finora, le immagini in questo formato venivano automaticamente tagliate ai bordi per adattarsi al layout visivo dell’app, riducendo così la porzione di foto effettivamente visibile. Con il nuovo aggiornamento, invece, l’intera inquadratura resta intatta, migliorando l’esperienza sia per i fotografi che per chi consuma contenuti in mobilità. La novità riguarda sia i post con singole immagini sia le gallerie fotografiche a carosello, ampliando le possibilità espressive per chi utilizza Instagram come diario visivo o vetrina professionale. Resta comunque la possibilità di caricare immagini in formato quadrato o 4:5, offrendo così una maggiore flessibilità nella scelta del taglio ideale. Questa evoluzione segue un’altra modifica introdotta all’inizio dell’anno, quando Instagram ha aggiornato la visualizzazione della griglia profilo, passando da miniature quadrate a rettangolari. Una scelta coerente con l’evoluzione delle abitudini degli utenti, sempre più orientati verso contenuti verticali, sia per le immagini che per i video. Con l’integrazione del supporto nativo al formato 3:4, Instagram conferma la propria attenzione all’esperienza visiva e alla fedeltà dei contenuti, adattandosi alle tecnologie attuali e alle esigenze degli utenti che prediligono dispositivi mobili per creare e condividere immagini. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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