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Serie A, dall’incognita Conte fino a Juve e Milan: è iniziato il toto-allenatori

(Adnkronos) – Con la fine del campionato comincia il calciomercato degli allenatori. Le società devono scegliere la guida tecnica che verrà, con molte squadre di vertice deluse dai risultati ottenuti e speranzose che un cambio in panchina possa risollevare il morale della piazza e migliorare i risultati. Dall'incognita Conte fino alle panchine di Juventus, Milan, Roma e Lazio: la Serie A è pronta a essere rivoluzionata, con un toto-allenatori che è già iniziato. Il Napoli ha vinto lo Scudetto con Antonio Conte ma proprio il tecnico salentino è corteggiato dalla Juventus, sua ex squadra ma anche dal Milan, alla ricerca di un nome importante che possa scaldare il cuore dei tifosi, sempre più lontani dalla società, che ha appena annunciato il nuovo ds Igli Tare. Il presidente Aurelio De Laurentiis non si sta facendo cogliere impreparato come per il post Spalletti e, provando comunque a convincere Conte a rimanere, avrebbe già bloccato Massimiliano Allegri nel caso avvenisse la separazione con il predecessore del tecnico livornese alla Juventus. L’Inter è attesa dalla finale di Champions League contro il Psg sabato 31 maggio, dopo si siederà al tavolo con Simone Inzaghi per definire il futuro. L'allenatore nerazzurro ha ammesso di avere diverse offerte sul tavolo, corteggiato da squadre inglesi e dall’Arabia con offerte da capogiro, ma l’ex Lazio potrebbe rimanere se avesse la conferma che il progetto nerazzurro non è a fine ciclo. All'Atalanta c’è il rebus Gian Piero Gasperini: a marzo il divorzio sembrava scontato, dopo le recenti dichiarazioni del tecnico che ha parlato di ridimensionamento degli obiettivi, ora però le cose sembrano cambiate, con il matrimonio che potrebbe continuare, anche se non mancano le sirene di mercato. L’attuale allenatore della Juventus Igor Tudor dopo la partita che ha sancito la qualificazione alla prossima Champions League ha dichiarato che il suo futuro si sarebbe deciso prima del Mondiale per Club, che parte il prossimo 14 giugno. Il suo agente ha poi corretto il tiro ribadendo che il tecnico guiderà i bianconeri anche nella prossima competizione, con il rinnovo automatico fino al 2026 già scattato grazie al quarto posto ottenuto con la vittoria di Venezia. All’interno del contratto è presente però una clausola per cui la dirigenza potrebbe interrompere il rapporto con Tudor pagando una 'penale' da 1 milione di euro entro il 30 giugno 2025, mentre il Mondiale per Club che terminerà il 13 luglio. La posizione di Tudor, insomma, non è salda e l’ombra di Conte si fa sempre più ingombrante. A Roma tutto da scoprire il futuro della panchina giallorossa: Claudio Ranieri, che inizierà la sua nuova carriera da dirigente, ha affermato che è già stato scelto il sostituto con il favorito che sembra Cesc Fabregas, anche se il Como non sembra avere alcuna intenzione di privarsi del suo allenatore. Sullo sfondo rimane Gasperini ed è sempre viva l’alternativa Roberto Mancini, anche se i Friedkin, dopo aver sorpreso la piazza con Josè Mourinho, potrebbero tirar fuori dal cilindro un’altra sorpresa straniera. Sponda Lazio l’addio di Marco Baroni sembra sempre più certo, il tecnico toscano paga un 2025 al di sotto delle aspettative che ha lasciato i biancocelesti senza coppe europee la prossima stagione. Tra i nomi per sostituirlo il preferito della piazza è quello di Maurizio Sarri, ma il ritorno dell'ex Napoli, al momento, rimane solo una suggestione. La Fiorentina ha scelto di utilizzare l’opzione a proprio favore di prolungare di un anno il contratto con il tecnico Raffaele Palladino a inizio maggio. Dopo l'ottavo posto in campionato il Milan invece ha deciso di non continuare con Sergio Conceicao, altro nome in orbita Lazio, dopo aver cominciato la stagione con Paulo Fonseca. I nomi ci sono: Gasperini è una possibilità, come quella rappresentata da Vincenzo Italiano, in trattativa per il rinnovo con il Bologna. Allegri è sempre più promesso sposo al Napoli e sullo sfondo rimane Thiago Motta, trattato prima che andasse alla Juventus. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Mattarella nomina 25 nuovi Cavalieri del lavoro, c’è anche l’ad di Eni Claudio Descalzi

(Adnkronos) – Sono stati nominati 25 nuovi Cavalieri del lavoro. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato oggi i decreti, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, di concerto con il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida. Tra i 25 Cavalieri del lavoro figura anche l'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi.
L'elenco completo degli insigniti, con l’indicazione, per ciascuno, del settore di attività e della Regione di provenienza
ANGELINI ROSSI Roberto – Terziario – Chimica – Estero BALLERIO Rinaldo – Terziario – Servizi Informatici – Lombardia BASILE Giuseppe – Industria – Siderurgica -Sicilia BENEDETTI Cesare – Industria – Farmaceutica – Veneto BERTELLI Patrizio – Industria – Moda e Abbigliamento – Toscana BRACCO Ezio – Industria – Impiantistica energia – Liguria CALTAGIRONE Francesco – Industria – Cementiera – Lazio CAMPAGNOLO Valentino –Industria – Componentistica – Veneto DESCALZI Claudio – Industria – Energia – Lazio DOLCE Alfonso – Industria – Moda e Abbigliamento – Lombardia DOSSI Alberto – Industria – Chimica – Lombardia FERRAGAMO Leonardo – Terziario – Settore alberghiero – Toscana FERRINO Anna Beatrice – Industria – Settore tessile – Piemonte MASTROBERARDINO Piero – Industria – Enologica – Campania MILLERI Francesco – Industria – Ottica – Lombardia MINOZZI Federica – Industria – Ceramica – Emilia-Romagna MORETTI Vittorio – Agricoltura – Viti-Vinicola – Sardegna NISSIM Marina – Commercio – Grande distribuzione – Lombardia PAONE Maria Giovanna – Industria – Alta Sartoria – Campania PAVIN Massimo – Industria – Materiali plastici – Veneto QUADALTI SENZANI Luisa – Industria – Meccanica – Emilia-Romagna RUBINI Giovanni – Terziario – Ingegneristica Costruzioni – Marche RUGGIERO Laura – Industria – Metalmeccanica – Puglia SCANNAPIECO Fulvio – Industria – Logistica aerospazio – Campania TOSTI Giuliano – Commercio – Prodotti veterinari – Marche —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Antonio Conte convinto dalla moglie a restare al Napoli? Chi è Elisabetta Muscarello

(Adnkronos) –
Antonio Conte continuerà ad allenare il Napoli nella prossima stagione e tanti tifosi vedono in questa decisione lo zampino di sua moglie Elisabetta Muscarello. Durante la festa scudetto la donna, che festeggiava sul bus scoperto insieme allo staff e alle famiglie dei calciatori, ha portato le mani al cuore e ha detto "Farò di tutto", rispondendo a chi le chiedeva di far "restare il mister". Ora è diventata un idolo per i napoletani convinti che abbia contribuito a far rimanere il marito sulla panchina azzurra. Classe 1975, a dicembre compirà 50 anni e conosce Antonio Conte da quasi tutta la vita. I due, infatti, erano vicini di casa. Quando lui si trasferì Torino, all'età di 21 anni, prese casa sullo stesso pianerottolo della famiglia di Muscarello, che all'epoca aveva 15 anni. L'amore però scattò quasi dieci anni dopo e da allora i due non si sono mai più lasciati. Prima la convivenza poi la nascita, nel 2007, della figlia Vittoria. Il matrimonio venne celebrato nel 2013, nella Chiesa degli Angeli Custodi a Torino. Elisabetta Muscarello è sempre stata presente per Antonio Conte, seguendolo durante la sua carriera. Dal bacio in diretta dopo la vittoria sulla Spagna agli Europei 2016 alla commozione allo stadio del Chelsea, campione d'Inghilterra con la guida del mister italiano, Elisabetta Muscarello è sempre stata un grande supporto per Conte. E lui non ha mai mancato di manifestare pubblicamente il suo affetto e la sua stima per la partner. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Conti e Macii: “Insieme verso Milano Cortina. Con una promessa…”

(Adnkronos) – La connessione sta in una parola. “Insieme”. Sara Conti e Niccolò Macii incrociano gli sguardi e se lo ripetono all'unisono prima di ogni performance. “Ci guardiamo negli occhi per cercare la carica giusta, siamo sempre riusciti ad aiutarci. Può sembrare niente, ma per noi vuol dire tanto. Serve a capire la situazione emotiva dell’altro”. La coppia da sogno del pattinaggio artistico azzurro mette nel mirino le Olimpiadi di Milano Cortina 2026 e si racconta all’Adnkronos partendo da un aneddoto che dice un po’ tutto: “Purtroppo o per fortuna – precisa Niccolò – nel nostro sport dobbiamo essere insieme a livello di sensazioni. Io non posso essere scollegato da lei, lei non può essere scollegata da me. Quando ci diamo la mano, percepiamo ogni cosa. E ci sosteniamo a vicenda”.
Il grande appuntamento si avvicina e ci arriverete dopo una stagione con tanti segnali positivi…
Conti: "Siamo orgogliosi di com’è andata. C’è stata tanta pressione, però abbiamo imparato a gestirla, a dare delle priorità al nostro lavoro. Abbiamo imparato davvero la gestione delle gare e penso si siano visti i risultati. L'argento all'Europeo e il bronzo al Mondiale sono traguardi incredibili. Per questa stagione olimpica lavoreremo ancora di più, vogliamo prenderci altre soddisfazioni”.
Siete al lavoro anche per modificare i programmi?
Conti: “Possiamo dire intanto che li cambieremo entrambi. Per il programma lungo, vorremmo fare una canzone italiana o comunque nella storia del nostro Paese. Per coronare un percorso”.
Macii: “Lo short, essendo un po' il biglietto da visita, deve essere quello che rimane impresso. Anche perché è quello che poi ti piazza in classifica per fare il lungo. Non dico che resteremo nella nostra zona di comfort, ma continueremo su ciò che ci piace di più. Per non perdere il nostro stile. Faccio un esempio per rendere l’idea. A me, anche per carnagione, sta male il verde e dunque scelgo vestiti di altri colori (ride, ndr). Ecco, il principio in pista sarà lo stesso. Sarà un programma sempre accattivante e sanguigno come Sara, ma adatto a noi”.
Lavorate insieme da cinque anni. Com’è che è scattata l’empatia in uno sport particolare come il pattinaggio artistico?
Conti: “La scintilla è scattata per me, io sono sempre stata innamorata di questa disciplina. Diciamo che per cause fisiche non avevo potuto praticarla in precedenza. Conoscendo Niccolò, al tempo in cerca di partner, ho trovato la mia strada. Lui mi aveva fatto una croce grande come una casa (ride, ndr), ma io sono testarda e ho continuato imperterrita. L’ho scelto, ci siamo scelti, per fare questo percorso insieme. Siamo andati avanti nonostante ne siano capitate di tutti i colori. Sono contenta del rapporto che abbiamo oggi, della sintonia che siamo riusciti a ritrovare".
Dove inizia il vostro viaggio?
Conti: “Io non ho grandissimi ricordi. Ero molto piccola, avevo quattro anni e mezzo. La passione per il pattinaggio è nata un po’ per caso, avevo la pista a meno di 500 metri da casa, ad Alzano Lombardo. Sono andata con un’amichetta e lì è nato tutto”.
Macii: “Io ho fatto diversi sport e avrei voluto pure provarne altri. Ho cominciato con l’equitazione, poi sono passato all’atletica, ma ogni volta facevo finta di avere mal di testa per non andare al campo. Volevo provare addirittura motocross, per fortuna ho evitato perché mi hanno detto che sono un po' alto per le moto. Chissà, forse sarei stato un’eccezione. A un certo punto, una compagna di classe pattinatrice mi disse ‘Perché non ci provi?’. Lo proposi a mia madre: ‘Non se ne parla, dovresti andare tutti i giorni a Sesto San Giovanni per gli allenamenti e non riusciresti a studiare’. Alla fine, ho avuto ragione io. Non ho più tolto i pattini, è stato amore a prima vista”.
Quelle di Milano Cortina saranno le prime Olimpiadi per voi. A marzo 2026 sarete contenti se…
Conti: “Se riusciremo a far alzare in piedi ogni singola persona del nostro pubblico, tra short e libero”.
Macii: “Se riusciremo a dare tutto. Esprimendoci al massimo, con il livello di perfezione che pretendiamo da noi stessi. Siamo sempre molto puntigliosi e vogliamo dare il meglio. È una promessa. Speriamo che la gente possa apprezzare ed esultare con noi”. (di Michele Antonelli) —milano-cortina-2026/protagonistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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In Italia 4,7 mld per farmaci anti-cancro, +9,6% in un anno

(Adnkronos) – In Italia, nel 2023, la spesa pubblica per i farmaci anti-cancro ha superato 4,7 miliardi di euro (4.773,9 milioni di euro), in aumento del 9,6% rispetto al 2022. Il continuo incremento del costo delle terapie oncologiche pone problemi di sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, che deve garantire l’accesso all’innovazione in tempi brevi. Dall’altro lato, va ricondotto proprio alla ricerca e ai nuovi trattamenti il progressivo calo della mortalità per tumore. In dieci anni (2011-2021), nel nostro Paese, i decessi per cancro sono diminuiti del 15%. Nell’Unione Europea, fra il 2020 e il 2025, è stata stimata una diminuzione dei tassi di mortalità del 3,5% negli uomini e dell’1,2% nelle donne. Dal 1989 al 2025, in Europa, sono state 6,8 milioni le vite salvate (4,7 milioni negli uomini e 2,1 milioni nelle donne). Anche negli Stati Uniti il tasso di mortalità per tumori è calato costantemente sia tra gli uomini che tra le donne dal 2001 al 2022 (in percentuali comprese fra l’1,3% e il 2,1% annuo), anche durante i primi 2 anni della pandemia di Covid-19. "Il 2024 è stato un anno record per il numero di nuove terapie in arrivo – afferma Francesco Perrone, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), nella conferenza stampa ufficiale della società scientifica al Congresso dell’American Society of Clinical Oncology (Asco), in corso a Chicago -. Ema, l’Agenzia regolatoria europea, nel 2024 ha espresso parere favorevole per 113 nuovi farmaci. Tra le terapie contenenti nuove sostanze attive, che hanno ricevuto parere favorevole, la quota maggiore, pari al 25%, ha riguardato gli antineoplastici. E sono 112 i nuovi farmaci attesi entro la fine del 2025, al momento al vaglio di Ema. Il 31,6% sono antitumorali. Siamo di fronte a una vera e propria ondata di innovazione, che rappresenta una notizia positiva per i pazienti, ma la spesa deve essere 'governata', dando la priorità ai farmaci davvero innovativi, in grado non solo di migliorare la sopravvivenza, ma anche la qualità di vita. I vantaggi sono importanti, dalla riduzione delle ospedalizzazioni al reinserimento dei pazienti nel mondo del lavoro, che possono così contribuire alla crescita economica e sociale del Paese". "Va posta attenzione anche al tema dell’appropriatezza, strettamente legato alla sostenibilità – continua Perrone -. Governare la domanda di salute è un tema fondamentale anche per abbattere le liste d’attesa, problema che va affrontato garantendo più risorse e personale. In Italia vivono 3,7 milioni di cittadini dopo la diagnosi di tumore. Quindici anni fa, nel 2010, erano 2,6 milioni. I pazienti oncologici che convivono con la malattia in forma cronica rappresentano una grande sfida per il Servizio Sanitario Nazionale, perché presentano bisogni di cura e di presa in carico prolungati nel tempo, più o meno intensi a seconda del tipo di terapie e delle condizioni generali. Anche il fabbisogno di esami strumentali è aumentato rispetto ai decenni scorsi, a parità di pazienti, in considerazione del miglioramento dell’aspettativa di vita e dell’efficacia delle terapie, che spesso consentono una cronicizzazione del tumore in fase avanzata. Il rispetto dell’appropriatezza prescrittiva deve procedere di pari passo con il potenziamento delle risorse da destinare all’oncologia". Secondo Aiom vanno ripensate anche le modalità di ricovero dei pazienti oncologici, per garantirne una gestione ottimale e contenere le ricadute cliniche, organizzative e di spesa. "Dal 3 al 10% delle persone che afferiscono ai Pronto soccorso ha una storia di tumore – spiega Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom -. Più del 50% dei pazienti oncologici che accedono alle strutture di emergenza necessita di un successivo ricovero. Il problema gestionale più significativo, in questa fase, è la disponibilità di posti letto. Nella quasi totalità dei Paesi si è verificata una progressiva riduzione del loro numero: nel periodo 2012-2022, in Europa, è diminuito di circa il 10%, in Italia di circa il 35%. E i posti letto di oncologia sono solo il 2,3% del totale negli ospedali per acuti. I ricoveri di tipo medico dei pazienti oncologici sono quindi nettamente superiori alla disponibilità di letti specialistici in oncologia e sono necessariamente distribuiti in altre Unità operative, in particolare in medicina, a volte per ragioni cliniche, a volte solo per necessità logistiche". Anche la fase di "degenza ha caratteristiche diverse rispetto a quella della popolazione generale – sottolinea Di Maio -: è maggiore la durata media e la mortalità intra-ospedaliera ed è meno frequente la dimissione a domicilio. L’evoluzione della complessità dei trattamenti richiede, quindi, che si affermi su tutto il territorio un modello organizzativo che preveda, in caso di ricovero, un percorso ottimale e nei casi opportuni l’accesso alle strutture specialistiche". "È necessario lavorare molto anche su un altro fronte, cioè ridurre il carico della malattia investendo nella prevenzione – afferma Saverio Cinieri, presidente di Fondazione Aiom -. Nel 2024, in Italia, sono state stimate 390.100 nuove diagnosi di tumore. Il 40%, cioè circa 156mila casi, può essere evitato seguendo stili di vita sani e aderendo ai programmi di screening. Nonostante queste evidenze, quasi il 60% degli adulti consuma alcol, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 28% è sedentario e il 24% fuma. La prevenzione si traduce non solo in migliori risultati di salute, ma determina anche vantaggi economici, cioè risparmi nella spesa sanitaria e un aumento della produttività. Studi dimostrano che ogni euro speso in prevenzione genera un ritorno di 14 euro per l’economia della salute e dell’assistenza sociale. Tuttavia, oggi, solo una piccola percentuale dei bilanci sanitari nazionali è investita in questo settore. Negli ultimi anni, la spesa pubblica italiana per la prevenzione ha evidenziato criticità sia in termini di quantità che di distribuzione delle risorse rispetto agli altri Paesi europei". Da un lato l’Italia investe ancora troppo poco in prevenzione, dall’altro si afferma la qualità della ricerca contro il cancro condotta dai nostri scienziati. "Anche quest’anno i ricercatori italiani sono protagonisti al Congresso Asco – conclude Perrone -. Aiom insieme ad Asco ha costruito un 'ponte' della ricerca con tutto il mondo grazie al corso sulla ricerca clinica, organizzato dalle due società scientifiche ogni anno a Roma. In questo modo forniamo a giovani ricercatori, provenienti da diversi Paesi, gli strumenti per comprendere la metodologia delle sperimentazioni cliniche, implementare idee di ricerca e imparare a valutare la letteratura scientifica. Il valore dei ricercatori italiani è testimoniato dal numero dei premiati in questa edizione del Congresso Asco, quasi 20 considerando anche coloro che lavorano all’estero". Il tema del Congresso Asco 2025 è 'Driving Knowledge to Action: Building a Better Future', a indicare l’importanza della collaborazione scientifica per portare al letto del paziente le più importanti innovazioni della ricerca. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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