REGIONI
Gruppo Pattern torna nello spazio con polo firmate Laura Theiss

(Adnkronos) – Continua la collaborazione tra il Gruppo Pattern – tramite Dyloan Bond Factory, azienda di innovazione e produzione di capi finiti e prodotti semi-finiti del Gruppo – e la fashion designer Laura Theiss per Esa (the European Space Agency). Per la seconda volta, l’azienda abruzzese con sede a Chieti ha realizzato le polo high-tech che verranno utilizzate dagli astronauti di Esa per le prossime missioni nello spazio. Theiss, nota per aver collaborato in passato con marchi del lusso, ha scelto nuovamente di realizzare le polo per Esa con Dyloan Bond Factory. Nel 2022 ha progettato per la prima volta il capo per l’astronauta Matthias Maurer, che l’ha indossato per sei mesi nel corso della missione sulla Stazione Spaziale Internazionale e che, ancora oggi, continua a indossare nel corso delle interviste. Dyloan Bond Factory, che ha compiuto in questi ultimi mesi un cambio di passo strategico, è oggi l’esempio di una visione evolutiva della manifattura contemporanea in cui tutte le fasi produttive sono internalizzate in una piattaforma integrata e flessibile. Questo nuovo approccio è evidente nella cura dei dettagli e nell’attitudine alla costante innovazione tecnologica, elemento evidente ad esempio nel logo Esa stampato in 3D Stratasys. A caratterizzare i capi, inoltre, le strisce di tape Framis Italia, ispirate alle uniformi dei piloti, direttamente termosaldate sulle maniche e sulla parte posteriore delle polo. Ciascuna polo presenta, tra l’altro, una customizzazione con il nome dell’astronauta, la bandiera del proprio paese d’origine e un codice Qr che rimanda al sito web dell'Esa, permettendo un'interazione diretta tra gli astronauti e il pubblico. L’attenzione nei confronti degli astronauti è l’elemento cardine di un capo che coniuga estetica con funzionalità, eleganza con praticità. —modawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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2 giugno, L’Espresso media partner del Next Generation Fest

(Adnkronos) – Migliaia di ragazzi affolleranno il Teatro del Maggio, il 2 giugno a Firenze, per incontrare personaggi noti del mondo dell'imprenditoria, della cultura, dello sport e dello spettacolo. E' il Next Generation Fest, il più grande evento gratuito in Italia rivolto alle generazioni Z e Alfa, organizzato dalla Regione Toscana, sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, e finanziato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili. L'Espresso è media partner della quarta edizione. In un'intervista al settimanale, l'ideatore del Next Generation Fest Bernard Dika racconta la sua storia: "Sono arrivato in Italia dall'Albania all'età di un anno, ho dovuto aspettarne 16 per ottenere la cittadinanza". Dika oggi è portavoce di Eugenio Giani ed è consigliere del presidente della Toscana per le politiche giovanili. "Noi giovani non siamo il futuro, siamo il presente. Adesso è l'unico tempo che ci è dato per apportare i cambiamenti che vogliamo, nella società e in noi stessi". L'idea del festival nasce dalla volontà di rendere protagoniste le nuove generazioni, fornendo per un'intera giornata occasioni di confronto con dei modelli ai quali ispirarsi, ma anche facendo incontrare realtà del mondo produttivo e giovani in cerca di lavoro. Dika è stato nominato Alfiere della Repubblica da Sergio Mattarella. "La mia storia personale è stata anche segnata dalle discriminazioni per una cittadinanza arrivata dopo 16 anni", conclude. "Il mio impegno è rivolto ai giovani affinché nessuno sia più escluso dalla comunità. Anzi, siamo il presente perché le scelte di oggi impatteranno prima di tutto su di noi: spetta anche a noi decidere, ora, l'Italia di domani". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Il Banco del Mutuo Soccorso: “L’arte deve avere sempre alta tensione morale”

(Adnkronos) – "Qualunque forma artistica deve sempre avere una alta tensione morale ed etica. Fare arte significa parlare al cuore della gente e lì bisogna parlare con la lingua dritta, non biforcuta. Nessuno vuole educare, perché nessuno può sentirsi a priori maestro. Ma testimoniare però sì”. Lo dice Vittorio Nocenzi, tastierista e membro fondatore del Banco del Mutuo Soccorso, la storica band di prog-rock che questa sera si esibirà in concerto con 'Storie Invisibili – Tour 2025' sul palco di Cartoons on the bay 2025 a Pescara. La band è tornata sulla scena musicale con il nuovo album ‘Storie invisibili’ che chiude la trilogia iniziata con 'Transiberiana' (2019) e proseguita con 'Orlando: le forme dell'amore' (2022). L’album, racconta Nocenzi, è dedicato “alle persone comuni, agli eroi quotidiani le cui storie non finiscono sui libri di storia. Madri e padri di famiglia, professionisti, agricoltori: persone che lottano ogni giorno. Figure come ‘Il mietitore’, uno dei brani dell'album, dedicato al mondo agricolo e alle sue difficoltà”. L'album affronta anche temi di attualità, come la guerra in Ucraina: “Sono contrario a tutte le guerre, soprattutto a quelle che prendono di mira i civili. Negli ultimi anni, abbiamo accolto profughi in fuga dalla Siria, dove i bombardamenti russi li hanno costretti a lasciare le proprie case. Questa tattica terrorizza la popolazione, la spinge alla fuga e crea difficoltà all'Occidente, che si trova a gestire l'emergenza profughi. L'Europa è diventata il nemico di ogni autocrate, ma dobbiamo ricordare che la libertà, una volta conquistata, va difesa con forza. La libertà si basa sulla democrazia, che va protetta da demagoghi, ideologismi e estremismi. La democrazia ha bisogno di buon senso, solidarietà e rispetto, con la consapevolezza che i nostri diritti finiscono dove iniziano i nostri doveri”. Quanto al panorama musicale attuale: “La musica, come la politica, riflette la qualità del proprio tempo. E la qualità del nostro tempo è infima”. Quella di oggi "è musica di massa che è stata globalizzata in maniera sciocca e miope. L'arte in genere ama le diversità, perché nella diversità c'è l'interesse. Cosa c’è di artistico nell’essere tutti uguali? Per questo non uso l'autotune e non partecipo a Sanremo che non dovrebbe chiamarsi festival della canzone italiana”. Sanremo, aggiunge, “è uno spettacolo musicale della Rai Tv. Se lo presenti come spettacolo televisivo, nessuno può dire niente. Se invece lo presenti come festival della canzone italiana, allora dico che è una bugia. Perché ci stanno soltanto alcune parti della canzone italiana. Non tutte. Quelle più interessanti sono quelle che sono escluse. E allora non mi piace questo festival. E non ci andrò”. Ma una cosa è certa: per Nocenzi la direzione artistica di Conti è migliore di quella di Amadeus. “Il festival di Amadeus era una discoteca. Conti almeno ci ha fatto scoprire Lucio Corsi e Brunori Sas”. Un messaggio finale? “Invito i giovani a essere i nuovi partigiani del terzo millennio, a difesa della libertà, della democrazia e della poesia”. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Cartoons on The Bay 2025, Ceccotti: “Ia? Contrario al modello di business, non alla tecnologia”

(Adnkronos) –
L’Intelligenza artificiale? “Non sono contro la tecnologia ma contro il modello di business di alcune aziende che sfruttano dati protetti da copyright senza autorizzazione, facendo concorrenza agli artisti con le loro stesse opere”. Questa la posizione di LRNZ, nome d’arte di Lorenzo Ceccotti, premiato a Cartoons on the Bay 2025 con il Premio Sergio Bonelli dedicato agli artisti che riescono a imprimere una propria voce autoriale in opere dalla forte crossmedialità tra fumetto e prodotti audiovisivi. L'artista, tra i protagonisti della 29esima edizione del festival internazionale dell’animazione di Pescara, dedicata proprio all'Ia, ha fondato Egair (European Guild for Artificial Intelligence Regulation), associazione che rappresenta oltre 100mila artisti impegnati contro lo sfruttamento dei dati nell'arte generata dall'Ia. “Faccio arte generativa dagli anni '90. L'arte generativa è quella in cui l'artista crea un dispositivo che opera sul supporto al posto suo. Le Ia generative, in un certo senso, rientrano in questa categoria, ma con una differenza fondamentale: l'artista non controlla i dati e il codice utilizzati. Il problema è chi usa questi sistemi senza criterio sta sfruttando il lavoro dei colleghi”, dice Ceccotti. Ma il copyright non è l’unico problema: “L'IA sta eliminando i lavori entry-level, impedendo ai giovani di imparare il mestiere. Inoltre, è necessario educare all'uso critico di questi strumenti, che producono spesso risultati errati. La preparazione e lo spirito critico sono fondamentali”.
Artista poliedrico, Ceccotti spazia dal graphic design al cinema, passando per il fumetto (‘Golem’, ‘Astrogamma’) e l'animazione (‘Il segreto di Liberato’). “Sono un autore visivo, quindi tutto ciò che ruota intorno all'immagine mi interessa. Ma l'elemento cardine è sicuramente il disegno, il punto di partenza di tutto il resto”, dice Ceccotti rivelando che attualmente è al lavoro sul secondo volume della trilogia a fumetti ‘Geist Machine’ per Bao Publishing.
Quanto all’animazione, “è un ambito che sento molto vicino. Il fumetto è un lavoro solitario, mentre l'animazione richiede un gruppo di lavoro, il che rende il progetto più ambizioso, ma anche più complesso. Per me l'animazione rappresenta una serie di progetti speciali, un'esperienza stimolante ma intensa”. Appassionato di insegnamento, Ceccotti incoraggia le nuove leve: “Seguire i giovani talenti è la cosa più bella del questo lavoro. Ho la passione per l'insegnamento e soffro quando non riesco a seguire le nuove leve”. Un consiglio per chi vuole intraprendere questa carriera? “Disegnare, fare. Non aspettare di essere bravi per iniziare. La formazione tecnica è importante, ma la pratica è fondamentale”. —spettacoliwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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Al Premio Campiello 2025 una cinquina controcorrente

(Adnkronos) – Non una cinquina omogenea, ma un mosaico narrativo che si snoda tra sperimentazione linguistica, radici storiche, geografie periferiche e riflessione civile. È stata selezionata oggi a Padova la cinquina finalista della 63esima edizione del Premio Campiello, concorso di letteratura italiana contemporanea promosso dalla Fondazione Il Campiello ‐ Confindustria Veneto. Nel corso della votazione nell'Aula Magna 'Galileo Galilei' di Palazzo del Bo dell'Università degli Studi, la Giuria dei Letterati ha votato tra gli 81 libri ammessi al concorso dal Comitato Tecnico: al primo turno Wanda Marasco con "Di spalle a questo mondo" (Neri Pozza) con 7 voti, Monica Pareschi con "Inverness" (Polidoro) con 6 voti e Fabio Stassi con "Bebelplatz" (Sellerio Editore) con 6 voti, al secondo turno Marco Belpoliti con "Nord Nord" (Giulio Einaudi Editore) con 6 voti, al quinto turno Alberto Prunetti con "Troncamacchioni" (Giangiacomo Feltrinelli Editore) con 6 voti. Cinque libri che, come ha sottolineato il presidente della Giuria Giorgio Zanchini, "propongono temi diversi e pubblicati anche da editori diversi", segno tangibile di un'editoria viva, "sfaccettata e ancora capace di sorprendere". Durante la selezione la Giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 ad un autore al suo esordio letterario: è stato assegnato a Antonio Galetta con “Pietà” (Giulio Einaudi Editore). E' un romanzo d’esordio, ha spiegato Zanchini leggendo le motivazioni, che si distingue per la costruzione corale e per l'adozione di un narratore collettivo – il "noi" – che racconta un piccolo paese del Sud Italia con ironia tagliente e malinconia dolceamara: "la lingua, viva e stratificata, oscilla tra lirismo e grottesco, e si fa strumento di una denuncia elegante e potente contro la degenerazione del discorso pubblico. Una prova narrativa che ha il sapore raro di un classico contemporaneo". Ora per i cinque finalisti si apre il tradizionale tour estivo in tutta Italia, prima del verdetto finale che sarà affidato alla Giuria dei Trecento Lettori anonimi, selezionati su base nazionale per rappresentare tutte le fasce sociali e professionali. Saranno loro a decretare il vincitore, il prossimo 13 settembre sul palco del Teatro La Fenice di Venezia. La Giuria dei Letterati presieduta da Giorgio Zanchini che ha selezionato i finalisti è composta da Rita Librandi, Liliana Rampello, Stefano Salis, Alessandro Beretta, Federico Bertoni, Daniela Brogi, Silvia Calandrelli, Daria Galateria, Lorenzo Tomasin e Roberto Vecchioni. Zanchini, noto giornalista radiofonico della Rai, al suo esordio come presidente della Giuria dei Letterati, ha dichiarato: "Presiedere per la prima volta la Giuria dei Letterati del Premio Campiello è stata un'esperienza profondamente istruttiva. Ho potuto osservare da vicino, con grande curiosità e ammirazione, la serietà, l'impegno e l'assoluta imparzialità che animano ogni discussione e ogni giudizio sui libri. La letteratura, come il giornalismo che pratico da anni, è uno strumento essenziale per dare forma al caos, per interpretare la realtà e costruire un significato condiviso che ci tiene uniti come comunità. Un premio come il Campiello amplifica questa funzione in modo ancora più profondo. In questi mesi, abbiamo potuto leggere opere che non sono solo testimonianza del nostro tempo, ma che offrono lenti acute e talvolta anche spietate per comprenderlo. È un lavoro che ritengo fondamentale, un contributo tangibile alla qualità del dibattito pubblico e, in ultima analisi, alla vitalità della nostra democrazia". Il compito di fare un'osservazione sul panorama narrativo italiano è toccato al giurato Federico Bertoni, professore di critica letteraria all'Università di Bologna: "A fronte di una sterminata produzione e di un conformismo narrativo che spesso predilige temi facili per catturare il pubblico, c'è anche chi va controcorrente, cercando una propria voce spiazzante per raccontare quello che ancora non è stato detto, che poi è il compito della letteratura: inventare storie e personaggi per disegnare anche mappe del nostro destino. Possiamo dire che, per fortuna, il romanzo non è finito". La cerimonia padovana è stata anche un’occasione per riflettere sul ruolo della cultura oggi. Raffaele Boscaini, nuovo presidente della Fondazione Il Campiello – Confindustria Veneto, ha ricordato che "in un momento di sfide globali complesse, investire nella cultura significa attrarre giovani qualificati e rafforzare le eccellenze del nostro Paese". A fare eco, le parole di Paola Carron, presidente di Confindustria Veneto Est: "Il Campiello non è solo un premio, è un presidio culturale, uno spazio di visione e di identità". I libri finalisti propongono storie che scavano con scritture che incidono. Con "Di spalle a questo mondo" (Neri Pozza) Wanda Marasco si conferma una delle voci più originali della letteratura italiana degli ultimi anni. Il suo romanzo è un canto funebre e visionario, una discesa nei territori oscuri della psiche e della memoria, dove la lingua si fa fitta, avvolgente, ferita. Monica Pareschi con "Inverness" (Polidoro) si cimenta in un'opera straniante, immersa in una dimensione sospesa tra viaggio interiore e paesaggio nordico; una narrazione rarefatta, lucida, dove l’introspezione si fonde con la geografia e la scrittura si accosta con precisione chirurgica al silenzio. Con "Bebelplatz" (Sellerio) Fabio Stassi firma forse il suo romanzo più ambizioso: un intreccio di memoria europea, bruciata dal fuoco della storia, che prende il nome da una delle piazze più tragiche di Berlino; un romanzo dove l'intellettuale e il narratore si incontrano per raccontare le ferite ancora aperte del Novecento. Marco Belpoliti con "Nord Nord" (Einaudi) attraversa un’Italia verticale, dal crinale alpino ai paesaggi dell’immaginazione, in una narrazione che è insieme viaggio fisico e antropologico. Un libro che cerca il senso dell’identità italiana spingendosi verso le sue estreme latitudini. Alberto Prunetti con "Troncamacchioni" (Feltrinelli) con la sua scrittura abrasiva e militante torna a dare voce a una classe operaia smarrita, tra realismo post-industriale e affondi satirici; una scrittura rabbiosa e necessaria, che non ha paura di sporcarsi con il presente. (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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