
Cos’è Birdwatch, la nuova funzione spia di Twitter
Dalle note-contesto alle liste pubbliche, ecco come funziona
Birdwatch è la funzione presentata la scorsa settimana che Twitter sta utilizzando in una fase pilota. Per il momento la novità riguarda solo gli Stati Uniti, ma già si pensa a un’espansione rapida. Stando a quanto annunciato, consentirà di “contrastare la disinformazione” e di “segnalare tweets potenzialmente fuorvianti”. A parole tutto molto bello, ma non è chiaro chi darà agli spioni 2.0 la certezza di stare segnalando davvero una fake news: il “birdwatcher” – nelle intenzioni di Twitter che vuole estendere dappertutto questa nuova rete – potrà farlo chiunque, anche senza particolari competenze in materia di informazione.
Per ora pochi utenti scelti, non è chiaro in base a quali criteri
Spiega il dirigente di Twitter Coleman: “Vogliamo invitare chiunque a iscriversi e a partecipare a questo programma: più ampio e diversificato è il gruppo, meglio Birdwatch sarà in grado di affrontare efficacemente la disinformazione”. Per il momento, tuttavia, la funzione è circoscritta a particolare utenti, scelti in base a criteri ad oggi sconosciuti.

Un altro pretesto di censura?
Secondo gli scettici come Caitlin Johnstone, che ne ha parlato diffusamente, Birdwatch non rappresenterà un miglioramento dal punto di vista dell’esattezza delle informazioni fruite ma, piuttosto, sarà l’ennesimo pretesto per darsi alla solita politica di censura. Il modello, del resto, è Wikipedia, l’inciclopedia che si prefigge di essere libera ma che in realtà – al pari di Twitter, Facebook e Google, è fortemente politicizzata e strumentalizzata.
Come funziona nel pratico
Le caratteristiche di questa nuova funzione sono state spiegate dal vicepresidente di Twitter Keith Coleman: in pratica un sistema di note a margine dei tweets serviranno a “creare contesto” e a inserire la comunicazione nella griglia fornita dal Birdwatcher, con tutte le limitazioni e problematiche del caso. Non è detto, infatti, che il messaggio originaio abbia davvero le caratteristiche attribuite dal segnalatore, magari perché frutto di opinioni strettamente personali o semplicemente perché frainteso. Le note per il momento verranno lette solo dai gestori di Twitter, probabilmente per permettere al social di prendere determinati provvedimenti in relazione a contenuti sgraditi o scomodi. A destare ancor più preoccupazione è la lista di dati e segnalati e che Twitter metterà a disposizione di tutti, che ufficialmente servirà ad aumentare le politiche di “trasparenza” del social.
TECH
A Firenze il convegno sulle competenze digitali

In occasione della pubblicazione ufficiale in lingua italiana del Digital Competence Framework for Citizens 2.2, a cura del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Repubblica Digitale, la Direzione generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale (DG EFID) del Ministero per l’istruzione e il merito promuove un evento dedicato alle competenze digitali. Se ne parlerà a Firenze il 24 marzo dalle ore 9.30 nell’ambito del “DigCom 2.2 – Competenze e curricoli Digitali”.
TECH
Riforma del Fisco, l’intelligenza artificiale darà la caccia agli evasori

Il governo è al lavoro sulla Riforma del Fisco, e per il momento sono trapelati i contenuti della bozza. Si tratta di un testo suddiviso in 5 parti e 22 articoli finalizzato all’adozione di uno o più decreti legislativi, al fine di modificare il sistema tributario attualmente in vigore. Uno dei provvedimenti in fase di approvazione parla di un ricorso via via più massiccio all’intelligenza artificiale, anche per quanto riguarda le tasse e la loro riscossione. Stando a quanto è trapelato, infatti, l’IA e le tecnologie digitali saranno chiamate a “prevenire e ridurre l’evasione fiscale”, con un “meccanismo di premialità” per chi si dimostra collaborativo.
TECH
Il cellulare compie 40 anni. Chi inventò il “mattone” e cosa poteva fare

L’aprifila è stato il Il Motorola DynaTac 8000X, primo telefono cellulare “portatile” ad essere proposto il 6 marzo del 1983, esattamente 40 anni fa. Soprannominato “il mattone” per la forma non proprio ergonomica e per il peso che sfiorava il chilo, è iniziata lì la storia della comunicazione moderna che nell’arco di qualche decennio ha visto il cellulare trasformarsi in uno smartphone capace di svolgere operazioni ben più complesse. Certo che all’epoca non era così.
Il cellulare degli esordi – ideato dall’ingegnere Martin Cooper (nella foto) – ci metteva 10 ore a caricarsi, poteva ospitare 30 numeri in rubrica e permetteva di fare non più di mezz’ora di conversazione consecutiva. Non era per tutti: costava 3995 dollari e fu venduto in appena 300mila esemplari, prima di essere immesso formalmente in commercio a fine estate dell’83. Per aspettare l’ulteriore diffusione e modelli più compatti e tascabili, si sarebbero tuttavia dovuti aspettare gli anni ’90, per la diffusione diffusa gli anni 2000.
Nel 1998 inizia la corsa di altre marche e modelli più o meno iconici: sono gli anni dei Nokia, degli Startak, degli slidephone, del Blackberry. Da lì in poi nascono dispositivi di tutti i colori, per tutte le esigenze e per tutte le tasche. Gli SMS, gli MMS, la connessione internet e tutte quelle migliorie che negli anni hanno portato all’oggetto che tutti, ormai, portano con sé. Tutte innovazioni che non sarebbero state possibili senza quel primo “mattone” del 1983.
TECH
Truffa NFT, arrestati due imprenditori italiani a Dubai

Arrestati a Dubai nelle scorse settimane due imprenditori italiani, e precisamente trevigiani, C.V. ed E.G. I due sono sotto inchiesta dopo che una prima indagine condotta dal Procura di Pordenone aveva svelato alcuni dettagli legati alla “truffa” in criptovalute tramite la società NFT(il cui acronimo non è confondere con i Non Fungible Token), che avrebbe promesso ai singoli utenti il 10% di interessi al mese per ogni investimento in criptovalute. Gli atti subito dopo sono passati alla Procura di Treviso, che si sta occupando del caso.
Secondo quanto emerge dalle prime ricostruzioni, la misura sarebbe stata portata avanti di concerto con le forze dell’ordine degli Emirati. Le ragioni che hanno spinto questi ultimi a chiedere un ordine restrittivo ai due imprenditori sarebbero due capi di imputazione: il primo che prevede i reati “contro la fiducia” e il secondo il “tradimento”. In termini giudiziari italiani si tratterebbe di “truffa aggravata”. Il 13 febbraio c’è stata la convalida dell’arresto, che negli Emirati vale anche come udienza preliminare. Il giudice ha quindi la facoltà di rinviare a giudizio i due indagati, che in caso di condanna a processo rischierebbero fino a 10 anni di carcere.
Oltre ai vertici di NFT, gli investitori truffati stanno portando avanti una serie di richieste in varie Procure italiane nei confronti di una settantina di agenti, accusati di esercizio abusivo della promozione finanziaria e truffa aggravata. Oltre all’Italia, tra le inchieste della magistratura italiana e della Consob, si stanno muovendo anche le procure di tutta Europa per rintracciare i soldi sottratti in maniera illecita agli investitori tramite nuove criptovalute poco affidabili.
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