POLITICA
Riforme, Calenda: “Senza arriverà un dittatore”

(Adnkronos) – “Se noi non riusciamo a fare questa riforma costituzionale la prossima volta arriverà un dittatore, se noi pensiamo che questo sia lontano vi sbagliate”.
Così Carlo Calenda, a margine di una conferenza stampa in Senato sul tema delle riforme costituzionali. Il leader di Azione e la Fondazione Einaudi hanno presentato una proposta di legge costituzionale per un’assemblea costituente di 100 membri che riformi la seconda parte della Costituzione.
“A partire da oggi pomeriggio – rende noto – chiamerò tutti i segretari di partito, a cui ho già mandato il progetto, per discutere la nostra proposta di ddl costituzionale”.
“O diamo una risposta democratica o le democrazie cadono”, dice Calenda. “Le persone – spiega citando sondaggi – pensano che la politica non è più in grado di fare niente, che questa forma di politica non è più in grado di fare niente”.
“Se tu vai in Sicilia e ti trovi le notizie sui giornali che vediamo, l’assemblea siciliana è ormai ridotta a un posto dove l’unica cosa che si fa è che si costituiscono società per prendere voti e non hanno l’acqua potabile in alcune province, li capisco”, aggiunge il leader di Azione, spiegando il malcontento della gente comune. “Quindi o noi ci mettiamo mano o vi dico che, tempo la prossima legislatura, arriverà qualcuno che non è la Meloni, che non è Salvini, che dirà signori mandiamoli tutti a casa, che si prenda un gruppo di persone capaci e per dieci anni si rimette a posto il Paese”. “Perché questo è quello che vuole oggi l’Italia profonda – avverte – rispetto a questo o c’è una risposta democratica o come sempre è successo le democrazie cadono”.
Il progetto di legge che Azione e la Fondazione Einaudi hanno presentato in mattinata alla stampa prevede di istituire un’Assemblea Costituente con il compito di approvare una riforma organica della Parte Seconda della Costituzione, attraverso una singola legge costituzionale, approvata in deroga all’art. 138. Al suo interno cento membri, non rieleggibili nelle successive politiche, con il compito di produrre un testo organico di riforma costituzionale, da approvare in un referendum senza quorum previsto.
Nel testo, che verrà presentato nei prossimi giorni in Parlamento, si punta a un’assemblea di cento membri, eletta con sistema proporzionale, in carica un anno – prorogabile per sei mesi – che “delibera in via esclusiva in materia di revisione costituzionale; acquisisce i progetti o i disegni di legge d’iniziativa parlamentare in materia costituzionale, ma senza nessun vincolo nell’azione di revisione”. Inoltre viene previsto che “il Presidente della Repubblica non autorizza la presentazione di disegni di legge costituzionale da parte del Governo”.
Il ddl vieta la presenza tra i cento eletti di “coloro che ricoprono il ruolo di deputato, senatore o membro del Governo. Tali cariche sono incompatibili con quella di membro dell’Assemblea per la riforma della Costituzione”. Inoltre “chi viene eletto all’Assemblea non può candidarsi alle successive elezioni per il rinnovo dei membri del Parlamento”.
“Entro la scadenza del suo mandato, l’Assemblea approva a maggioranza assoluta il testo finale di revisione della Costituzione”, frutto della riflessione sulle proposte arrivate sul tavolo dei costituenti. Poi con l’approvazione dei due terzi dell’Assemblea, si aprirà la strada al referendum confermativo: “Nel caso di approvazione da parte dell’Assemblea, la legge di revisione costituzionale è in ogni caso sottoposta a referendum popolare. Come per quello previsto dall’attuale articolo 138 della Costituzione, non è richiesto un quorum”.
“Non è più possibile continuare a sbrindellare la Costituzione un pezzo alla volta senza mettere mano a una sua riforma organica. Basta con gli interventi spot. In ogni legislatura c’è sempre qualcuno che propone nuove modifiche – pensiamo al premierato, al monocameralismo o alla modifica del quorum per i referendum – ma il risultato è quasi sempre lo stesso: il Parlamento non è in grado di procedere”, dice il presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, intervenendo al Senato.
“La Fondazione Einaudi – sottolinea – propone di istituire un’assemblea costituente che abbia il compito di riscrivere la seconda parte della Carta, quella che riguarda la forma di governo: cento eletti, con sistema proporzionale, che restano in carica per dodici mesi, prorogabili di altri sei mesi un’unica volta. Membri candidati dai partiti, ma non immediatamente ricandidabili alle successive elezioni. Questo per incentivare la partecipazione delle personalità più qualificate e scoraggiare, al tempo stesso, candidature forti nelle preferenze ma culturalmente non credibili per questo genere di attività. Siamo molto felici che Carlo Calenda e gli amici di Azione abbiano fatto propria la nostra proposta”, conclude.
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ATTUALITA'
Adolfo Urso, la moglie, Zingaretti e il caso Fiumicino: quando la fila diventa questione di Stato

Uno sfogo social, un’accusa pubblica e una risposta istituzionale: il caso che ha coinvolto il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e l’attore Luca Zingaretti ha acceso in poche ore il dibattito su privilegi, istituzioni e senso civico, tutto nato… da una fila in aeroporto.
Il racconto di Luca Zingaretti: “Vergognatevi”
La miccia è scoppiata lunedì mattina all’aeroporto di Roma Fiumicino, dove Luca Zingaretti – volto amato della TV italiana e noto al grande pubblico per il ruolo del commissario Montalbano – ha pubblicato un video su Instagram in cui denunciava un episodio che ha definito “sconcertante”.
Secondo Zingaretti, una donna, identificata poi come Olga Sokhnenko, moglie del ministro Adolfo Urso, sarebbe stata agevolata nel superare la fila al check-in, grazie all’intervento di uomini della scorta:
“C’era la moglie di un politico nazionale che è passata davanti a tutti, con la scorta che le diceva ‘prego, prego’. Questo è il Paese in cui viviamo. Ma neanche in vacanza? Vergognatevi”, ha dichiarato l’attore, visibilmente indignato, in un video che ha subito raccolto migliaia di condivisioni e reazioni contrastanti.
Nonostante nel video non fosse fatto il nome del politico coinvolto, il web ha presto collegato la donna alla consorte di Urso, anche alla luce delle successive dichiarazioni del ministro.
La risposta di Adolfo Urso: “Non ho saltato la fila, la scorta ha agito per sicurezza”
La replica del ministro non si è fatta attendere. Intervistato da Repubblica e Corriere della Sera, Adolfo Urso ha confermato di essersi recato a Fiumicino quella mattina per accompagnare la moglie e il figlio di 7 anni, in partenza per una vacanza. Ha specificato, però, di non aver usufruito di alcun trattamento di favore e di non essere nemmeno entrato all’interno dell’aeroporto:
“Ho portato mia moglie e mio figlio all’aeroporto. La scorta era con me. Sono rimasto fuori per una call istituzionale, non sono neanche entrato al check-in. Se qualcuno si è sentito scavalcato, me ne dispiaccio, ma non è nel mio stile comportarmi così.”
Il ministro ha anche sottolineato che la gestione degli spostamenti e delle misure di sicurezza della sua famiglia è competenza della scorta, e non dipende da sue decisioni personali. Un modo, dunque, per dire: nessuna corsia preferenziale richiesta, ma solo applicazione delle consuete misure di sicurezza per un familiare di un rappresentante di governo.
La questione morale: diritto alla sicurezza o abuso di potere?
L’episodio ha però sollevato interrogativi che vanno oltre i dettagli logistici. È legittimo che i familiari di un ministro usufruiscano di “canali preferenziali” anche in assenza del diretto interessato? E ancora: quanto è labile il confine tra esigenze di sicurezza e percezione di privilegio?
Molti utenti sui social si sono schierati con Zingaretti, invocando uguaglianza e rispetto delle regole comuni. Altri, invece, hanno difeso Urso, ricordando che non sempre si è a conoscenza dei protocolli di sicurezza che coinvolgono figure istituzionali e i loro familiari, anche in contesti apparentemente ordinari come un check-in.
Un caso simbolico in un’estate calda
Non è il primo episodio in cui l’indignazione popolare si accende attorno al tema dei privilegi percepiti della “casta”, ma in questo caso ha pesato la combinazione tra volti noti, tempismo e social network. Che sia stato un eccesso di zelo della scorta o un’interpretazione soggettiva di quanto accaduto, l’episodio racconta bene l’Italia di oggi: sensibile, divisa, spesso stanca di gesti che sembrano allontanare le istituzioni dai cittadini.
Nel frattempo, Adolfo Urso è tornato ai suoi impegni istituzionali, mentre il video di Zingaretti continua a rimbalzare online, diventando – suo malgrado – uno spunto per un dibattito più ampio: in Italia, la fila è davvero uguale per tutti?
POLITICA
Ventimiglia, Meloni riceve volontari che hanno salvato Allen: “Siete l’Italia più bella”

(Adnkronos) – Giorgia Meloni ha incontrato a Palazzo Chigi i tre volontari della Protezione Civile ligure (gruppo di Pompeiana) che hanno ritrovato e salvato il piccolo Allen Bernard Ganao, scomparso per 40 ore a Ventimiglia: Matteo Trecci, Edoardo Campione e Dario Mattiauda.
A raccontarlo è la stessa premier che ha condiviso sui social il video dell’incontro. “Oggi ho avuto il piacere di accogliere a Palazzo Chigi Dario, Edoardo e Matteo: i tre volontari della Protezione Civile che hanno ritrovato e salvato il piccolo Allen. Un gesto che ha toccato il cuore di tutti noi e che rappresenta, al meglio, il valore di chi sceglie di mettersi al servizio degli altri”, scrive. “La vostra storia – dice la presidente del Consiglio – racconta quella di tanti atri che fanno tanti sacrifici, siete l’Italia più bella”. “Grazie a nome della nazione, che rende merito dei sacrifici che si fanno”, dice ancora Meloni.
“Dietro ogni intervento di salvataggio, dietro ogni storia a lieto fine, ci sono persone come loro: uomini e donne che, con competenza, passione e umanità, dedicano il proprio tempo e il proprio impegno a chi si trova in difficoltà. A loro tre, e a tutti i soccorritori e volontari che ogni giorno proteggono e aiutano il prossimo, va il mio più sincero ringraziamento. Grazie per quello che fate. Grazie per l’Italia che rappresentate”, conclude Meloni.
Presenti all’incontro anche il Capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile Fabio Ciciliano, l’assessore alla Protezione civile della Regione Liguria Giacomo Raul Giampedrone e il responsabile del settore regionale Stefano Vergante. “Siamo grati al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per aver voluto incontrare i nostri volontari – afferma Giampedrone – che, nell’ambito di un lavoro interforze insieme ai vigili del fuoco e alle forze dell’ordine, con il coordinamento della Prefettura di Imperia, sono riusciti a ritrovare il piccolo Allen”. “Questi ragazzi – continua – sono motivo di grande orgoglio, non solo per la Liguria ma per tutto il Paese. La giornata di oggi è la testimonianza del ruolo fondamentale del volontariato di Protezione civile, che costituisce una ricchezza inestimabile per l’Italia, rendendo più efficace, efficiente e capillare il sistema della Protezione civile, il cui scopo ultimo è salvare vite: i volontari sono le nostre sentinelle a livello territoriale, sempre in contatto con i loro referenti locali e quindi con la Sala Operativa regionale. Matteo, Edoardo e Dario rappresentano le migliaia di volontari che ogni giorno sono impegnati in Liguria per svolgere attività preziose non solo di ricerca, come nel caso di Ventimiglia, ma anche di prevenzione e informazione alla popolazione. A tutti loro va la nostra gratitudine”, conclude Giampedrone.
Domani alle 11, nell’aula consiliare del Comune di Ventimiglia, si terrà la cerimonia ufficiale di conferimento degli encomi solenni ai tre volontari della Protezione Civile ‘Riviera dei Fiori’ e dei ringraziamenti a tutte le forze dell’ordine e ai corpi volontari che hanno partecipato alle operazioni di ricerca e soccorso del piccolo Allen Bernard Ganao. Lo comunica l’amministrazione comunale. A presiedere la cerimonia sarà il sindaco Flavio Di Muro, che guiderà i lavori del consiglio comunale riunito per l’occasione.
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politica
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POLITICA
Dazi, Giorgetti: “Oltre 10% non sopportabile, Ue non molli un centimetro”

(Adnkronos) –
I dazi oltre il 10% non sono sopportabili. A dirlo è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, intervistato in video collegamento per i 165 anni del ‘Corriere Adriatico’, aggiungendo che è importante l’Unione Europea negozi “senza mollare di un centimetro”.
Dopo che il “Paese aveva messo a posto le cose e i conti”, e riacquistato “credibilità” sui mercati, con Trump “c’è stata una riscrittura degli equilibri economici e politici”, non solo nei rapporti commerciali, ma anche in termini di “nuova tassazione internazionale, nuovo ruolo del dollaro e delle criptovalute”, osserva Giorgetti. E l’Europa “oggettivamente sta giocando di rincorsa, un po’ in difesa, ma è troppo importante un ragionevole compromesso, bisogna negoziare senza mollare un centimetro”, incalza il ministro.
In base a quanto riferito dagli operatori commerciali, tariffe al 10% sarebbero un “risultato ragionevole, ma credo che in questo momento non sia esattamente nella disponibilità dell’amministrazione Trump, però non si può andare molto lontano da questo numero” o il carico sarà “insostenibile”, dice Giorgetti, riferendo che per gli operatori c’è “un’asticella di quanto è sopportabile e non sopportabile”. Quindi, insiste, “sul 10% tra produttori e trasportatori si può ragionare, se ci si distanzia i mercati si perdono”.
“E’ assolutamente acclarato che la sicurezza economica di tutti i Paesi è un fattore di sicurezza nazionale”, ha detto Giorgetti rispondendo a una domanda sulla bocciatura da parte della Commissione Ue alla golden power del governo sull’operazione di Unicredit su Bpm.
Sul tema dei rialzo delle spese per la Difesa Giorgetti ha affermato che “resta chiaro che per chi fa politica è importante che questo processo non sacrifichi le spese di carattere sociale, come la sanità, su cui noi convintamente siamo impegnati o a livello di opinione pubblica è un trade off insostenibile”.
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POLITICA
Meloni: “No a guerra con Usa sui dazi, lavoriamo a intesa entro il primo agosto”

(Adnkronos) –
“Scongiurare in ogni modo” una guerra commerciale sui dazi con gli Stati Uniti e “lavorare per un accordo che possa essere reciprocamente vantaggioso, che deve essere concluso prima del prossimo primo di agosto”. E’ la linea ribadita oggi, martedì 15 luglio, dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una conferenza stampa a palazzo Chigi con il cancelliere federale dell’Austria Christian Stocker con il quale hanno ribadendo anche il sostegno all’Ucraina e affrontato temi di politica internazionale.
”Abbiamo parlato dei negoziati commerciali in corso tra Unione europea e Stati Uniti. Siamo d’accordo sul fatto che occorra scongiurare, come abbiamo detto molte volte, in ogni modo una guerra commerciale tra le due sponde dell’Atlantico”, spiegato Meloni in conferenza stampa.
“Continueremo insieme con gli altri leader e in costante contatto con la Commissione europea a lavorare per un accordo che possa essere reciprocamente vantaggioso, che deve essere concluso prima del prossimo primo di agosto. L’obiettivo – ha chiarito la premier – resta quello di rafforzare l’Occidente nel suo complesso e rendere ancora più forti le nostre economie che sono già economie strettamente interconnesse. Tutti gli altri scenari sarebbero totalmente insensati nell’attuale contesto”.
Sull’Ucraina, ha poi riferito Meloni, “ho ringraziato l’Austria per il contributo umanitario e finanziario” garantito” nell’ambito della Conferenza internazionale, ”una iniziativa di successo”. “L’obiettivo comune è restituire all’Ucraina un futuro di pace e di sicurezza e libertà. Per arrivarci il percorso è duplice: continuare da un lato a sostenere Kiev perché si possa difendere e aumentare la pressione sulla Russia. Come sapete – ha sottolineato – l’Ucraina ha accettato ripetutamente il cessate il fuoco incondizionato, ha assicurato la disponibilità a sedersi al tavolo delle trattative, mentre sul lato russo continuiamo a non vedere passi avanti. Anzi la Russia continua a colpire i civili. Sono attacchi sempre più intensi e brutali. Che confermano quanto poco Mosca sia impegnata a costruire quella pace che invece tutti noi perseguiamo, e questo nonostante la volontà di dialogo dell’amministrazione Trump che Mosca ha deciso di non accogliere, vediamo oggi un cambio di postura da parte degli Usa e ovviamente lo salutiamo positivamente”.
”Sul Medio Oriente abbiamo condiviso l’assoluta urgenza di un cessate il fuoco a Gaza che possa condurre al rilascio di ostaggi e permetta di fornire l’assistenza umanitario alla popolazione necessario”, ha scandito Meloni.
“Abbiamo avuto uno scambio sull’Iran. Condividiamo la preoccupazione per la decisione di Teheran di sospendere la collaborazione con l’Aiea”. Mentre sulla Siria occorre ”sostenere il processo di transizione” e “garantire la protezione di tutte le comunità etnico-religiose”.
”Abbiamo fatto il punto su progressi compiuti in Europa fino ad ora in tema di lotta all’immigrazione irregolare. C’è sintonia – ha detto la premier – in particolare anche sulle soluzioni innovative. Lavorare immaginando nuove soluzioni per un problema diventato sempre più complesso e che difficilmente può essere adeguatamente gestito con gli strumenti che abbiamo”.
Su questo tema Stocker si è detto “molto lieto di trovare nell’Italia un partner molto stretto e affidabile. Ti ringrazio, cara presidente, per tutti gli sforzi personali che hai fatto per mettere in sicurezza la frontiera esterna” dell’Ue, ha affermato.
Italia e Austria, ha proseguito Stocker, sono due Paesi “particolarmente colpiti dalla migrazione irregolare. Abbiamo visto anche in passato che, purtroppo, siamo rimasti piuttosto abbandonati. Attualmente nell’Unione Europea ci troviamo su una via migliore e i prossimi passi saranno sicuramente la piena attuazione del patto per l’asilo la migrazione da parte di tutti gli Stati membri”. Questo “richiede anche delle soluzioni innovative”, per quanto riguarda “i centri” e i “Paesi terzi sicuri. Questo richiede una collaborazione più forte anche con i Paesi di provenienza e di transito. Mi congratulo con l’Italia per i successi che ha già raggiunto”.
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