ATTUALITA'
Ondata di caldo estremo in Italia, oggi 18 città bollino rosso: domenica sanno 21

(Adnkronos) – Il caldo senza fine non dà tregua, il quadro meteo non cambia da Milano a Roma, da Napoli a Palermo: confermato da nord a sud il weekend di fuoco sull’Italia. Oggi, sabato 28 giugno, sono 18 le città da bollino rosso (livello allerta 3 che indica condizioni di emergenza con effetti negativi sulla salute) sulle 27 monitorate dal bollettino sulle ondate di calore del ministero della Salute.
Tra le città più colpite dall’ondata di calore c’è sicuramente Roma, che registra il record di notti tropicali, dopo Siracusa e Catania. Ma è allerta anche a Milano e Venezia, dove si sta celebrando il matrimonio del miliardario di Amazon Jeff Bezos
Oggi le città interessate dal massimo livello di allerta sono: Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Firenze, Frosinone, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona. Sempre nella giornata di sabato sono poi previsti 5 bollini arancioni per Catania, Civitavecchia, Genova, Rieti e Viterbo, mentre gli unici bollini gialli (4) sono tutti per città del Sud: Bari, Cagliari, Messina e Reggio Calabria.
Domani, domenica 29, saliranno a 21: Ancona, Bologna, Bolzano, Brescia, Catania, Civitavecchia, Firenze, Frosinone, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Rieti, Roma, Torino, Trieste, Venezia, Verona, Viterbo. Nessun bollino verde nel weekend: si respirerà un po’ di più, ma con bollino giallo, a Bari, Cagliari, Campobasso, Messina e Reggio Calabria.
Nessun bollino verde nel weekend: si respirerà un po’ di più, ma con bollino giallo, a Bari, Cagliari, Campobasso, Messina e Reggio Calabria.
Temperature fino a 40 gradi e afa persistente sono particolarmente insidiose per la salute, non solo nel caso di malati cronici, anziani e fragili. Salgono infatti le richieste di soccorso sanitario. La centrale operativa della Società italiana sistema (Sis) 118 riceve ogni giorno chiamate per malori, svenimenti, codici rossi traumatici ed emergenze cardiologiche. A fare il punto con l’Adnkronos Salute è Mario Balzanelli, presidente nazionale Sis 118. “Le alte temperature, in progressivo aumento un questi giorni, lasciano subito il segno sullo stato di salute – spiega – In rapido aumento, di conseguenza, le richieste prestazionali al Sistema di emergenza territoriale 118, in tutte le regioni del Paese. Malori improvvisi, svenimenti, esaurimenti da calore, arresti cardiaci improvvisi: i dati relativi all’ultima settimana, comparati a quelli della settimana immediatamente precedente, registrano le prime impennate anche di codici rossi per traumi da incidenti stradali”.
Il ministero della Salute ha consigliato alle persone di non uscire tra le 11 e le 18 se possibile e di cercare riparo in spazi pubblici condizionati. Buon senso e pochissimi principi di educazione sanitaria “fanno la differenza: è indispensabile bere ogni giorno almeno 2 litri e mezzo di acqua in cui devono essere disciolti sali minerali – raccomanda Balzanelli – Occorre evitare prolungate esposizioni al sole, in qualunque fascia di età, avendo cura di alternare l’esposizione al sole con la sosta, il più possibile, in ambienti freschi e ventilati”.
Di estrema utilità “portare sul capo un cappellino bagnato, possibilmente bianco – suggerisce – Inoltre, assolutamente evitare di nuotare subito dopo aver mangiato; non esporsi al sole dopo aver bevuto alcolici; evitare pasti abbondanti, privilegiando alimentazione con cereali integrali, frutta e verdura; evitare di mettersi alla guida subito dopo aver mangiato e bevuto alcolici; riposare almeno 6 ore per notte; utilizzare ventilatori o umidificatori o climatizzatori; ricalibrare le terapie farmacologiche su valutazione e prescrizione del medico”. Infine, “chiamare immediatamente il 118 in caso di insorgenza di malori improvvisi che destino anche il minimo allarme: sarà cura del 118 provvedere ad ogni più appropriata valutazione e gestione del caso”.
Nella Capitale e nel Lazio l’Ares 118 registra un aumento di richieste da parte di anziani con patologie croniche che subiscono una riacutizzazione dovuta alle alte temperature, malori generici per il caldo e turisti che fanno i conti con colpi di calore.
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cronaca
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ATTUALITA'
Fine vita, oncologi: “No a Comitato nazionale e a esclusione Ssn, subito confronto”

(Adnkronos) – “Accogliamo con favore che la politica affronti il tema del fine vita definendo una norma specifica. L’Associazione italiana di oncologia medica, come altre società scientifiche, segue con attenzione il dibattito parlamentare. E’ però necessario che le istituzioni si confrontino con le società scientifiche per risolvere alcuni aspetti centrali. Nutriamo forti perplessità sull’istituzione del Comitato nazionale di valutazione, a cui si vuole affidare l’incarico di decidere sulle richieste di aiuto medico nel morire. Inoltre, consideriamo inaccettabile che le spese per queste pratiche siano a carico dei singoli cittadini”. Così l’Aiom, attraverso il suo presidente Francesco Perrone, prende posizione sul testo unificato del disegno di legge in materia di morte medicalmente assistita (‘Modifica all’articolo 580 del Codice penale e ulteriori disposizioni esecutive della sentenza n. 242 della Corte costituzionale del 22 novembre 2019’).
“Le richieste di aiuto medico nel morire da parte dei pazienti oncologici – osserva Perrone – sono poche rispetto all’alta incidenza dei tumori in Italia, che nel 2024 hanno fatto registrare 390.100 nuovi casi. Ma la nostra società scientifica ha sempre dato grande rilievo al tema e chiediamo quanto prima un confronto con le istituzioni”, è l’appello del presidente Aiom. Il primo punto su cui l’associazione degli oncologi medici obietta è che “il Comitato nazionale di valutazione, organo di nomina politica, non garantisce né la verifica della specificità di ogni singola situazione clinica né una presa in carico tempestiva e personalizzata, purtroppo necessaria nel caso in cui a richiedere questa specifica assistenza sia un malato oncologico. Si possono ipotizzare forme alternative di garanzia per la società, ma non si può, in oncologia – precisa Perrone – assegnare ad altri la responsabilità delle scelte, sottraendole di fatto al naturale ambito della decisione condivisa nel contesto di relazione già esistente tra pazienti, nuclei familiari e medici oncologi”.
“Inoltre – sottolinea il presidente di Fondazione Aiom, Saverio Cinieri – i costi della morte medicalmente assistita non devono essere a carico del cittadino, altrimenti si determinerebbero disparità inaccettabili in base al censo. La richiesta di aiuto medico nel morire, invece, deve trovare spazio all’interno del Servizio sanitario nazionale, il solo che può garantire tutte le competenze e i percorsi integrati, incluse le cure simultanee e palliative necessarie per anticipare i bisogni, pianificare in modo condiviso le cure, assicurare al malato oncologico a fine vita e alla sua famiglia un’assistenza olistica, nel rispetto delle decisioni del paziente”. Avverte Perrone: “Qualora ciò non accadesse, si creerebbero gravi disparità nell’assistenza ai cittadini e nella tutela del diritto alla salute”. A dimostrazione dell’importanza del tema per l’oncologia – si legge in una nota – Aiom e Fondazione Aiom dedicano il convegno sulle ‘Giornate dell’Etica’ al ‘Fine vita: la cura oltre la malattia’. L’appuntamento è in programma il 19 e il 20 settembre a Lecce.
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salute
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ATTUALITA'
Compra all’asta una fetta della torta nuziale della regina Elisabetta: “La mangerò”

(Adnkronos) –
Mangiare una fetta di una torta ‘reale’ del 1947? C’è chi vuole farlo. Ed è disposto anche a pagarla cara e conservarla ancora prima dell’assaggio. Per 2.700 sterline, comprese le commissioni, l’equivalente di poco più di 3.100 euro, è stato venduto all’asta un altro pezzo della sontuosa torta nuziale, a base di frutta e a quattro piani, della regina Elisabetta e del principe Filippo. Una delle ultime fette delle 2.000 del ricevimento che venne organizzato a Buckingham Palace, ha riportato il Telegraph, raccontando dell’acquisto da parte di un ‘fan’ della famiglia reale, che già dice di ‘custodire’ una fetta della torta delle nozze del 1981 di Carlo e Diana.
La storia di questa preziosa fetta di torta inizia da un sottufficiale della Royal Navy. Non la mangiò mai. La passò al figlio, che la conservò in un cassetto. È alla morte di quest’ultimo che subentra la moglie, nuora dell’ufficiale. La torta è sempre stata conservata nella confezione originale, con le iniziali in argento della regina e del principe, ‘EP’, sul coperchio. ‘Passata’ dalla casa d’aste Reeman Dansie di Colchester, è arrivata alla fine nelle mani di Gerry Layton, che si è battuto per conquistarla e dice di volerne mangiare un pezzo l’anno prossimo per i suoi 65 anni. Un ‘passaggio’ nel rum, un pezzetto ‘flambé’ “per uccidere i batteri”. Tutto, rigorosamente, con una replica di un banchetto.
E non sembra essere l’unico amante di dolci ‘reali’. Lo scorso anno faceva il giro del mondo e arrivava fino alla Cnn la notizia di un’altra fetta della stessa torta nuziale venduta all’asta per 2.200 sterline. Conservata anche ‘lei’ nella sua confezione originale, era stata inviata in dono a Marion Polson, allora governante del Palazzo di Holyrood, a Edimburgo, con tanto di lettera. Nel 2013, ricordava la rete americana, per 2.300 sterline un’altra fetta ‘superstite’ della torta del banchetto del 1947 era stata venduta all’asta da Chtistie’s.
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internazionale/esteri
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ATTUALITA'
Genocidio di Srebrenica, Mattarella: “Esiste una responsabilità collettiva”

(Adnkronos) – “Commemoriamo oggi il trentesimo anniversario del genocidio di Srebrenica. Una tragedia che, a dispetto delle migliori speranze, fu emblematica degli orrori indicibili in cui poteva sprofondare nuovamente l’Europa, sulla scorta di azioni che riprendevano l’orrendo vessillo della “pulizia etnica” sotto il pretesto di affermazioni nazionalistiche, in un’area – i Balcani – caratterizzata da sempre dall’essere crogiolo di incontro e convivenza tra i popoli e le culture”. Lo ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per il 30° anniversario del genocidio di Srebrenica.
“Gli anni trascorsi da quella terribile strage non attenuano l’urlo di dolore delle vittime, che continua a risuonare attraverso le testimonianze dei familiari che sono loro sopravvissuti. La coscienza della comunità internazionale non è uscita indenne da quegli eventi che hanno lasciato in eredità la consapevolezza che esiste una responsabilità collettiva, che invoca l’intervento e la condanna dei popoli – prosegue il Capo dello Stato – Una triste lezione che, al pari di altre, alimenta il dovere condiviso di prevenire e combattere simili atrocità e condannare con fermezza qualsiasi tentativo di riduzionismo o negazionismo”.
Per Mattarella “lottare contro la diffusione di sentimenti d’odio è responsabilità di ciascuno e di ogni Paese. Attribuire disonore e infamia a intere popolazioni sarebbe errato: al contrario, si tratta di perseguire in ogni sede, a partire da quelle dei tribunali internazionali, una rigorosa e puntuale giustizia che sia terreno fertile per la riconciliazione e per un presente e un futuro di pace e fratellanza”. “È questo lo spirito con cui il 23 maggio 2024, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha voluto proclamare l’11 luglio “Giornata internazionale di riflessione e commemorazione del genocidio di Srebrenica”, per richiamare tutti a questo dovere, onorare le vittime e, preservando il ricordo di quegli avvenimenti luttuosi, iscrivere per sempre nella memoria dell’umanità quel giorno funesto”, ricorda il Capo dello Stato.
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politica
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ATTUALITA'
È morto Goffredo Fofi, il combattente gentile della cultura italiana che riscoprì Totò

(Adnkronos) –
Goffredo Fofi è morto all’Ospedale Cavalieri di Malta a Roma all’età di 88 anni. Lo scorso 25 giugno, come apprende l’Adnkronos, si era rotto il femore ed era stato operato. Saggista, critico teatrale e cinematografico, editore, polemista, animatore culturale instancabile, Fofi è stato una delle voci più lucide, radicali e controcorrente della cultura italiana. Intellettuale militante e voce scomoda della sinistra, ha attraversato il secondo Novecento con lo sguardo degli ultimi e degli esclusi.
Negli anni Sessanta e Settanta, Fofi è stato uno dei principali animatori della ‘cultura di opposizione’: ha dato vita, assieme ad altri intellettuali, a riviste divenute centrali nella riflessione politica e culturale di quella che si definiva sinistra eterodossa, come i ‘Quaderni piacentini’, ‘Ombre rosse’, ‘Linea d’ombra’ e ‘La terra vista dalla luna’, spazi di libertà critica capaci di cogliere i movimenti sotterranei di una società in trasformazione.
Nato a Gubbio (Perugia) il 15 aprile 1937, Fofi ha attraversato decenni di storia italiana con uno sguardo sempre vigile e mai riconciliato, ponendo al centro della sua ricerca il rapporto tra arte e realtà sociale. È una figura che ha saputo unire la passione intellettuale all’impegno civile, il rigore dell’analisi alla curiosità per il nuovo, l’insofferenza verso l’accademia con l’urgenza di “stare dentro” i conflitti del suo tempo.
Critico cinematografico tra i più originali del dopoguerra, Fofi non si è mai limitato a recensire film: li ha letti come specchi – a volte deformanti, a volte rivelatori – della condizione umana e dei cambiamenti sociali. Ha scoperto e sostenuto registi, attori, scrittori, spesso prima che venissero riconosciuti dal canone ufficiale. Il suo sguardo era, ed è, anticipatore: non seguiva le mode, le individuava quando ancora erano in nuce.
Il contributo di Goffredo Fofi è stato determinante nella rivalutazione critica di Totò, un artista a lungo trascurato dalla critica cinematografica durante la sua carriera. Sulla scia dell’intuizione di Pier Paolo Pasolini — che aveva voluto Totò nel suo film ‘Uccellacci e uccellini” – Fofi, insieme a Franca Faldini, vedova dell’attore, pubblicò nel 1968 il saggio ‘Totò. L’uomo e la maschera’ (Fetrinelli, 1977). L’opera, considerata una delle prime analisi serie e approfondite sulla figura dell’attore napoletano, è stata più volte riveduta e aggiornata nel corso degli anni, contribuendo in modo significativo a restituire a Totò il posto che gli spetta nella storia del cinema italiano. Fofi aveva curato in precedenza il volume ‘Il teatro di Totò (1932-1946)’, pubblicato da Più libri nel 1976.
Ma Fofi è stato anche un critico letterario, teatrale, osservatore della società, “disincantato ma non rassegnato”. La sua scrittura, mai neutra, è sempre stato un atto politico, nel senso più alto del termine. La sua militanza non si è mai legata ai partiti, ma ha abitato i luoghi vivi della cultura e della coscienza collettiva: i libri, le riviste, le sale cinematografiche, le redazioni, le scuole, le strade. Tra i suoi libri più importanti figurano ‘Prima il pane’, ‘Strana gente’, ‘Pasqua di maggio’, ‘Sotto l’ulivo’, ‘Le nozze coi fichi secchi’, oltre ai numerosi volumi firmati con altri intellettuali come Gad Lerner, Franca Faldini, Michele Serra, Stefano Benni. Nel 2008 ha fondato, insieme a Giulio Marcon, le Edizioni dell’Asino, ulteriore tassello del suo impegno per una cultura popolare, accessibile ma mai semplificata.
Negli ultimi decenni ha diretto la rivista ‘Lo straniero’, esempio raro di spazio critico indipendente, e ha continuato a collaborare con numerosi giornali, scrivendo di cinema, società, politica, letteratura. Sempre dalla parte degli ultimi, dei marginali, dei non ascoltati. Chi lo ha conosciuto lo descrive come un uomo gentile, curioso, affilato ma generoso, capace di ascoltare e di dire di no, spesso scomodo, ma sempre mosso da un’etica profonda e da un bisogno di giustizia che trascende ogni ideologia. Goffredo Fofi non è stato mai un intellettuale “di corte”: ha scelto di stare ai margini, da dove si vedono meglio le storture del centro. E proprio da quei margini, ha lanciato segnali, provocazioni, inviti alla disobbedienza e alla riflessione. (di Paolo Martini)
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cultura
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