ESTERI
Iran, Cnn: Usa non hanno impiegato bombe anti-bunker per profondità sito Isfahan

(Adnkronos) – Le forze Usa non hanno impiegato le bombe bunker buster per colpire uno dei più grandi siti del controverso programma nucleare dell’Iran, durante i raid dello scorso fine settimana, perché la struttura si trova a un livello di profondità tale che le munizioni avrebbero probabilmente potuto rivelarsi inefficaci.
E’ quanto avrebbe detto durante un briefing con i senatori Usa il capo degli Stati Maggiori Riuniti, Dan Caine, stando a quanto riportato dalla Cnn sulla base di resoconti di tre persone che hanno ascoltato le dichiarazioni e di una quarta aggiornata sull’intervento.
Si tratta, evidenzia la rete americana, della prima spiegazione del motivo per cui i militari americani non hanno sganciato quella che è nota come Mop (Massive Ordnance Penetrator) contro il sito di Isfahan, nel centro dell’Iran. Gli ufficiali americani ritengono che nelle strutture sotterranee del sito si trovi circa il 60% delle scorte di uranio arricchito.
Nell’operazione dello scorso fine settimana i bombardieri B-2 americani hanno sganciato più di dieci bombe bunker buster sui siti di Fordow e Natanz, mentre contro quello di Isfahan sono stati lanciati da un sottomarino missili Tomahawk. Ora la Cnn racconta del briefing riservato del generale Caine, del segretario alla Difesa Pete Hegseth, del segretario di Stato Marco Rubio e del capo della Cia John Ratcliffe. Ma da parte di un portavoce di Caine arriva solo un ‘no comment’.
Intanto Jeffrey Lewis, esperto di armamenti e docente del Middlebury Institute of International Studies, ha parlato alla Cnn di immagini satellitari che mostrano ingressi ai tunnel a Isfahan. “C’era un numero moderato di mezzi a Isfahan il 26 giugno e almeno uno degli ingressi dei tunnel a metà mattina del 27 risultava sgombero da ostacoli”, ha osservato.
“Se le scorte (di uranio altamente arricchito) dell’Iran erano ancora nei tunnel quando l’Iran ne ha sigillato gli ingressi, ora potrebbero essere altrove”, ha aggiunto. Secondo l’esperto, altre immagini satellitari di Planet Lab del 27 giugno mostrano l’ingresso ai tunnel aperto.
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Gaza, “almeno 20 morti in raid Israele oggi”

(Adnkronos) – Sono almeno 20 i palestinesi che sono stati uccisi nelle prime ore di oggi dai raid aerei di Israele contro la Striscia di Gaza. Lo riporta l’emittente al-Jazeera Arabic.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha intanto autorizzato il proseguimento delle segnalazioni degli attacchi dei miliziani Houthi alle navi mercantili che transitano nel Mar Rosso. Il voto è stato autorizzato da 12 dei 15 membri del Consiglio di sicurezza Onu mentre Russia, Cina e Algeria si sono astenute opponendosi agli attacchi americani contro lo Yemen definiti contro la sua sovranità.
La risoluzione, sponsorizzata da Stati Uniti e Grecia, estende fino al 15 gennaio 2026 l’obbligo per il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres di presentare al Consiglio di sicurezza relazioni mensili sugli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso. L’ambasciatrice statunitense ad interim Dorothy Shea ha affermato che la risoluzione riconosce la necessità di una vigilanza continua “contro la minaccia terroristica degli Houthi sostenuta dall’Iran”.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dal canto suo ospiterà questa sera il primo ministro del Qatar Muhammad bin Abdulrahman al-Thani alla Casa Bianca. Lo conferma la Casa Bianca. Al centro dei colloqui, come scrive Axios, i negoziati per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi.
Le Forze di difesa israeliana (Idf) hanno condotto anche un raid aereo contro l’aeroporto di Thaala, nei pressi di Sweida, città a maggioranza drusa nel sud della Siria teatro di scontri settari. Lo scrive il quotidiano libanese Al Mayadeen secondo il quale ci sarebbero vittime tra le forze del governo di Damasco.
I militari inviati dal governo di Damasco a Sweida, città a maggioranza drusa nel sud della Siria, devono ritirarsi e i raid aerei delle Forze di difesa israeliane (Idf) continueranno fino a quando non lo faranno, ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz in una nota. “Il regime siriano deve lasciare in pace i drusi a Sweida e ritirare le sue forze. Come abbiamo chiarito e avvertito, Israele non abbandonerà i drusi in Siria e applicherà la politica di smilitarizzazione che abbiamo deciso”, ha affermato Katz. “Le Idf continueranno a colpire le forze del regime finché non si ritireranno dalla zona e presto intensificheranno la loro risposta contro il regime se il messaggio non verrà recepito”, ha aggiunto.
Intanto è salito ad almeno 248 morti il bilancio degli scontri settari nella città a maggioranza drusa di Sweida, riferiscono gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, nel bilancio delle vittime figurano 92 membri della minoranza drusa, di cui 28 civili. Gli attivisti precisano che 21 sono stati “uccisi in esecuzioni sommarie da parte delle forze governative”.
Secondo l’Osservatorio sono stati uccisi almeno 138 membri delle forze di sicurezza siriane, insieme a 18 combattenti beduini alleati.
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Missili Patriot, cosa sono e perché l’Ucraina ne ha così tanto bisogno

(Adnkronos) – L’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump secondo cui i sistemi missilistici Patriot sono stati inviati già all’Ucraina fa tirare un sospiro di sollievo all’Ucraina, sottoposta a continui bombardamenti notturni russi. Nelle ultime settimane il presidente Volodymyr Zelensky ha ripetutamente richiesto l’intervento dei Patriots, mentre Mosca invia un numero record di droni e missili.
Ecco cosa sappiamo dell’avanzato sistema di difesa missilistica degli Stati Uniti:
I Patriots, acronimo di Phased Array Tracking Radar for Intercept on Target, sono il principale sistema di difesa missilistica dell’esercito americano.
Hanno dimostrato il loro valore più di recente il mese scorso, quando hanno contribuito ad abbattere 13 dei 14 missili iraniani lanciati contro la base aerea di Al Udeid dell’aeronautica militare statunitense in Qatar.
Le ultime versioni degli intercettori Patriot sono in grado di colpire missili balistici a corto raggio, missili da crociera e droni in arrivo ad altitudini fino a 15 chilometri (9,3 miglia) e a distanze fino a 35 chilometri.
Gli analisti affermano che questo consente a una singola batteria Patriot di coprire un’area compresa tra 100 e 200 chilometri quadrati, a seconda del numero di lanciatori presenti nella batteria, della topografia locale e di altre condizioni. Non si tratta di un’area molto estesa in un Paese delle dimensioni dell’Ucraina, con una superficie totale di oltre 603.000 chilometri. Da qui la necessità per Kiev di dotare i suoi veicoli di numerose nuove batterie Patriot.
Una batteria è composta da sei-otto lanciamissili, ciascuno in grado di trasportare fino a 16 intercettori, insieme a un radar phased array, una stazione di controllo, una stazione di generazione di energia, il tutto montato su camion e rimorchi.
Secondo i rapporti militari statunitensi, a una batteria Patriot sono assegnate circa 90 persone, ma solo tre soldati nel centro di comando e controllo possono utilizzarla in situazioni di combattimento.
Secondo il Center for Strategic and International Studies (CSIS), una batteria Patriot è costosa: l’installazione completa di lanciatori, radar e missili intercettori costa più di un miliardo di dollari.
Secondo un rapporto del CSIS, un singolo intercettore può arrivare a costare fino a 4 milioni di dollari, il che rende problematico il suo utilizzo contro i droni russi economici, che possono arrivare a costare anche solo 50.000 dollari, soprattutto considerando che la Russia invia centinaia di droni ogni notte nei recenti attacchi all’Ucraina.
Per quanto riguarda l’ultimo trasferimento, i funzionari statunitensi hanno affermato che i Patriots potrebbero raggiungere l’Ucraina più rapidamente se fossero trasferiti dagli alleati europei della Nato all’Ucraina, per poi essere sostituiti da sistemi acquistati dagli Stati Uniti.
Secondo il “Military Balance 2025” dell’International Institute for Strategic Studies, sei alleati della Nato (Germania, Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Spagna) dispongono di batterie Patriot nei loro arsenali.
C’è preoccupazione, sia all’interno che all’esterno dell’esercito, che le scorte degli US Patriot possano essere troppo esigue. “È il nostro elemento di forza più sollecitato”, ha dichiarato il generale James Mingus, vice capo di stato maggiore dell’esercito, durante un dialogo al CSIS all’inizio di questo mese.
Mingus ha sottolineato che l’unità Patriot in Qatar, che ha contribuito a difendere la base aerea di Al Udeid, è stata dispiegata in Medio Oriente per 500 giorni, affermando che si tratta di un “elemento di forza molto stressato”.
L’Ucraina ha dichiarato di aver bisogno di 10 nuove batterie Patriot per proteggersi dal crescente attacco di missili e droni da parte della Russia.
Secondo il gruppo di monitoraggio delle armi con sede nel Regno Unito Action on Armed Violence, Kiev ha già ricevuto sei batterie Patriot pienamente operative: due dagli Stati Uniti, due dalla Germania, una dalla Romania e una fornita congiuntamente da Germania e Paesi Bassi.
Gli analisti sostengono che i Patriots da soli non possono porre fine all’invasione russa dell’Ucraina. Wesley Clark, generale in pensione dell’esercito americano ed ex comandante supremo della Nato, ha dichiarato lunedì a Lynda Kinkade della Cnn che, affinché il pacchetto di armi abbia un effetto reale sul campo di battaglia, dovrebbe includere più dei semplici sistemi di difesa aerea.
“Se si vuole davvero fermare tutto questo, bisogna colpire la Russia e in profondità”, ha detto Clark. “Bisogna colpire l’arciere, non le frecce che arrivano”.
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ESTERI
La Casa Bianca non pubblicherà più il rapporto sui cambiamenti climatici

(Adnkronos) –
L’amministrazione Trump non pubblicherà i rapporti sui cambiamenti climatici sul sito web della Nasa. Il Presidente americano, rivela Nbc News, ha adottato un’altra misura per rendere più difficile il reperimento di valutazioni scientifiche, obbligatorie per legge, su come il cambiamento climatico stia mettendo in pericolo la nazione e la sua popolazione.
Il rapporto più recente, pubblicato nel 2023, aveva rilevato rischi per sicurezza, salute e i mezzi di sussistenza delle persone, specialmente delle comunità minoritarie, come i nativi americani, più esposte a rischi sproporzionati. Ma all’inizio di luglio i siti web ufficiali del governo che affrontavano valutazioni climatiche nazionali sono stati oscurati. La Casa Bianca aveva dichiarato che la Nasa avrebbe pubblicato i rapporti per ottemperare a una legge del 1990 ma, ieri, ha poi annunciato di aver abbandonato quei piani. “La Nasa non ha alcun obbligo legale di ospitare i dati di globalchange.gov”, ha dichiarato Bethany Stevens, ufficio stampa Nasa. “Ciò significa che nessun dato proveniente dalla valutazione o dall’ufficio scientifico governativo che ha coordinato il lavoro sarà disponibile alla Nasa”, ha aggiunto.
“Questo documento è stato scritto per il popolo americano, pagato dai contribuenti, e contiene informazioni vitali di cui abbiamo bisogno per proteggerci in un clima che cambia, come dimostrano in modo così tragico e chiaro i disastri che continuano ad aumentare”, ha affermato a Nbc News Katharine Hayhoe, climatologa della Texas Tech. John Holdren, ex consigliere scientifico della Casa Bianca guidata da Obama e climatologo ha accusato l’amministrazione Trump di aver mentito apertamente e da tempo: “Aveva intenzione di censurare o insabbiare i resoconti”.
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“Missili Patriot verso l’Ucraina”: Trump conferma invio dalla Germania

(Adnkronos) –
Missili Patriot già in viaggio verso l’Ucraina in base all’accordo degli Stati Uniti con la Nato. Lo ha confermato Donald Trump ai giornalisti presso la Joint Base Andrews fuori Washington. “Arrivano dalla Germania, che provvederà poi a rifornirli. Gli Stati Uniti riceveranno comunque un risarcimento completo”, ha dichiarato, senza fornire ulteriori dettagli.
La dichiarazione arriva all’indomani dell’annuncio che i membri della Nato avrebbero inviato armi a Kiev, a condizione che l’Europa si assumesse la responsabilità economica delle forniture, modificando così la sua posizione contro l’invio di armi statunitensi al paese devastato dalla guerra. La Nato, secondo le sue dichiarazioni, avrebbe avuto il compito di coordinare le consegne, che, sempre secondo Trump, avrebbero incluso 17 sistemi Patriot.
Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius ha confermato che due sistemi di difesa aerea Patriot sono in fase di preparazione per la consegna all’Ucraina, e che la Germania sosterrà le spese di trasferimento, sebbene i dettagli tecnici, logistici e finanziari debbano ancora essere definiti. Pistorius ha sottolineato l’urgente necessità di ulteriori sistemi di difesa aerea per l’Ucraina.
Trump ha poi aggiunto di non aver avuto contatti con il presidente russo Vladimir Putin dopo l’ultimatum di 50 giorni per l’accettazione di un accordo di cessate il fuoco da parte della Russia, pena l’imposizione di sanzioni ai paesi che commerciano con essa. Trump non ha confermato eventuali colloqui per raggiungere un accordo, ma ha difeso la scadenza, affermando che “alla fine dei 50 giorni, se non avranno un accordo, sarà molto brutto”, aggiungendo però che “la conclusione di un accordo potrebbe richiedere meno di 50 giorni”.
Trump è stato inoltre interrogato su un rapporto del Financial Times secondo cui avrebbe segretamente incoraggiato l’Ucraina ad intensificare gli attacchi in profondità nel territorio russo. Il quotidiano ha affermato che Trump avrebbe chiesto al Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy se l’esercito ucraino potesse colpire Mosca qualora gli Stati Uniti avessero fornito armi a lungo raggio. Alla domanda se Zelenskyy dovesse ordinare un attacco alla capitale russa, Trump ha risposto che “no, non dovrebbe prendere di mira Mosca”. Il Presidente degli Stati Uniti ha inoltre minimizzato la possibilità di un invio di armi a lungo raggio a Kiev.
Intanto un massiccio attacco con droni è stato condotto nella notte dalle forze armate russe contro diverse città dell’Ucraina. Almeno 11 le persone che sono rimaste ferite. Lo riporta il Kyiv Independent. La città nordorientale di Kharkiv è stata oggetto di un intenso fuoco nemico, ha riferito il governatore regionale Oleh Syniehubov, spiegando che si sono verificate almeno 17 esplosioni in soli 20 minuti. Almeno tre persone sono rimaste ferite a Kharkiv, dove è scoppiato un grande incendio.
Anche la città di Kryvi Rih, nell’oblast di Dnipropetrovsk, è stata presa di mira da un massiccio attacco di 28 droni Shahed. Oleksandr Vikul, capo dell’amministrazione militare della città, ha segnalato interruzioni di corrente su larga scala e la distruzione di un impianto industriale. Un ragazzo di 17 anni è rimasto ferito ed è ricoverato in ospedale in gravi condizioni.
Ventotto droni russi hanno preso di mira la regione di Vinnytsia (centro-occidentale), colpendo in particolare impianti industriali, ha dichiarato su Facebook Natalya Zabolotna, funzionaria dell’amministrazione militare locale. Sette persone sono rimaste ferite, due delle quali hanno riportato “gravi ustioni”, ha aggiunto.
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