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Nintendo porta Switch 2 in tour nei centri commerciali italiani

(Adnkronos) – La nuova generazione di console Nintendo arriva direttamente nelle gallerie commerciali italiane. A partire dal 20 giugno e per sei weekend consecutivi, il Nintendo Switch 2 Welcome Tour permetterà al pubblico di testare gratuitamente le funzionalità della console lanciata il 5 giugno, che ha già superato i 3,5 milioni di unità vendute nei primi quattro giorni dal debutto.
Il tour toccherà i principali centri commerciali del Paese, offrendo un’esperienza interattiva pensata per far scoprire da vicino le novità hardware e software della piattaforma. I visitatori potranno cimentarsi con Mario Kart World, nuovo capitolo della saga racing Nintendo ambientato in una regione esplorabile liberamente, oltre a provare versioni ottimizzate per Switch 2 di titoli di punta come The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Tears of the Kingdom.
Tra le attrazioni del tour anche il Nintendo Switch 2 Welcome Tour, una mostra virtuale allestita all’interno dell’area espositiva che illustra le principali innovazioni introdotte dalla console, con sezioni dedicate a quiz, approfondimenti e sfide a tempo. Durante alcune tappe selezionate, saranno presenti anche influencer e content creator tra i più seguiti della scena italiana, disponibili per sessioni di meet & greet con il pubblico. Tra i primi nomi confermati figurano Francesco “Cydonia” Cilurzo (al centro commerciale Il Centro di Arese, MI) e Jessica “MissHatred” Armanetti (al centro Grandemilia di Modena), entrambi attesi sabato 22 giugno dalle 17:00 alle 19:00.
Ogni appuntamento offrirà inoltre la possibilità di ricevere gadget esclusivi e condividere l’esperienza in compagnia di amici e familiari. L’iniziativa si inserisce in una strategia di promozione capillare per consolidare la presenza della nuova console nel mercato italiano, in un periodo in cui l’interesse per le novità Nintendo si mantiene elevato. Il calendario completo delle tappe è il seguente:
20-21-22 giugno
– CC Il Centro, Arese (MI)
– CC Grandemilia, Modena (MO)
27-28-29 giugno:
– CC Adigeo, Verona (VR)
– CC Campania, Marcianise (CE)
4-5-6 luglio:
– CC Porta di Roma, Roma (RM)
– CC Casamassima, Bari (BA)
11-12-13 luglio:
– CC Porte di Catania, Catania (CT)
– CC Le Gru, Grugliasco (TO)
18-19-20 luglio:
– CC Oriocenter, Bergamo (BG)
25-26-27 luglio:
– CC I Gigli, Firenze (FI)
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TECH
Samsung amplia ecosistema Galaxy Ai

(Adnkronos) – Dopo aver introdotto Galaxy AI con la serie Galaxy S24 e aver promesso di renderla accessibile a più di 200 milioni di dispositivi nel corso del 2024, Samsung ha definito l’inizio di una nuova era di innovazione nell’intelligenza artificiale mobile. Da allora, Galaxy AI ha continuato a espandersi, trasformando il modo in cui le persone usano lo smartphone: oltre il 70% degli utenti di Galaxy S25 sfrutta attivamente la suite di strumenti basati su AI. Tra le funzionalità più in crescita spicca Google Gemini, il cui utilizzo è triplicato sulla più recente serie Galaxy S. Un anno fa, durante la prima edizione del Galaxy AI Forum, Samsung ha condiviso la sua visione per il futuro dell’intelligenza artificiale mobile: una tecnologia davvero utile, pensata per migliorare concretamente la vita delle persone. Oggi, una nuova ricerca condotta in collaborazione con Symmetry Research conferma questa tendenza, mostrando un’evidente crescita nell’uso dell’IA e un cambiamento nel modo in cui viene percepita: sempre più multimodale, proattiva e personalizzata.
Secondo i dati raccolti, quasi la metà degli intervistati (47%) dichiara di dipendere quotidianamente dall’intelligenza artificiale, affermando che la propria routine ne risentirebbe in assenza di strumenti come la ricerca intelligente, le notifiche personalizzate o l’assistenza vocale. Inoltre, il 45% degli utenti utilizza i comandi vocali con la stessa frequenza della digitazione per completare le attività quotidiane.
Al centro della visione dell’azienda c’è un obiettivo chiaro: offrire un’IA mobile che sia semplice, sicura e davvero utile, in linea con le esigenze delle persone. Per questo Samsung Galaxy conferma l’impegno a portare Galaxy AI su 400 milioni di dispositivi entro la fine dell’anno, rendendo l’intelligenza artificiale accessibile a un numero sempre maggiore di utenti.
Galaxy AI sui nuovi Galaxy Fold7 e Galaxy Flip7: intelligenza che si “piega” alle esigenze degli utenti Con i nuovi Galaxy Z Fold7 e Galaxy Z Flip7, Samsung ridefinisce ancora una volta cosa può fare uno smartphone pieghevole, portando la Galaxy Al al centro dell’esperienza utente. Su Galaxy Z Fold7, l’ampio display da 8 pollici e la nuova One Ul 8 offrono un’interazione multimodale pensata per la produttività: le funzioni basate su intelligenza artificiale, come Assistente alla scrittura, Assistente al disegno e Gemini Live, lavorano in parallelo su più finestre, permettendo di creare, modificare e ottenere risposte in tempo reale senza interrompere il flusso di lavoro.
Anche su Galaxy Z Flip7, la Galaxy Al trova una nuova dimensione: grazie alla FlexWindow completamente rinnovata, l’utente può sfruttare le funzioni vocali, accedere a suggerimenti personalizzati e ricevere assistenza contestuale direttamente dallo schermo esterno, senza nemmeno aprire il dispositivo.
Galaxy AI diventa così ancora più personale, accessibile e integrata nel quotidiano, offrendo esperienze davvero intelligenti in ogni format
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Tecnologia: Samsung presenta l’innovativa serie 7 di Galaxy Z Flip e Galaxy Z Fold

(Adnkronos) – Samsung Electronics presenta ai consumatori l’innovativa serie 7 di Galaxy Z Flip e Galaxy Z Fold. Compatto nelle dimensioni e audace nelle prestazioni, il Galaxy Z Flip7 ridefinisce l’esperienza del flip phone, mentre Galaxy Z fold è il pieghevole più avanzato della serie Galaxy Z, che combina ingegneria di precisione e intelligenza avanzata per rivoluzionare l’esperienza quotidiana, con il design più sottile e leggero di sempre. Concludono la presentazione anche i nuovi Galaxy Watch 8 e Galaxy Watch 8 Classic, che combinano un design iconico con nuove informazioni personalizzate sul benessere, per motivare gli utenti nel proprio percorso di salute.
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Piogge di sabbia sugli esopianeti: JWST rileva nubi di silicati e dischi circumplanetari

(Adnkronos) – Da un nuovo studio basato sulle osservazioni di due pianeti extrasolari, condotte tramite il telescopio spaziale James Webb (JWST), sono emersi risultati significativi, pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature.
I pianeti in questione orbitano attorno alla stella YSES-1, un giovane sole con un’età di appena 16,7 milioni di anni, situato a circa 300 anni luce dal nostro Sistema solare. Osservando direttamente la luce di questi esopianeti, un gruppo di ricerca internazionale guidato dall’astrofisica Kielan Hoch dello Space Telescope Science Institute di Baltimora, negli Stati Uniti, ha compiuto scoperte straordinarie. L’atmosfera di uno dei due pianeti, YSES-1 c, è stata osservata contenere nubi di silicati, composte da minerali che le conferiscono un colore rossiccio. L’altro pianeta del sistema, YSES-1 b, appare invece circondato da un disco circumplanetario, anch’esso formato da silicati, dal quale potrebbero in futuro prendere forma corpi più piccoli, come ad esempio delle lune. Alla scoperta ha partecipato anche Valentina D’Orazi, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Università di Roma Tor Vergata.
Questa scoperta, presentata durante il 246° meeting dell’American Astronomical Society ad Anchorage, in Alaska, offre nuove prospettive sulle fasi iniziali della formazione dei sistemi planetari simili al nostro, fornendo ai ricercatori l’opportunità di studiare in tempo quasi reale come nasce e si evolve un pianeta simile a Giove.
“Osservare le nubi di silicati, che sono praticamente delle nuvole di sabbia, nelle atmosfere dei pianeti extrasolari è importante perché ci aiuta a capire meglio come funzionano i processi atmosferici e come si formano i pianeti, un tema ancora in discussione poiché non c’è accordo sui diversi modelli”, spiega la coautrice Valentina D’Orazi, ricercatrice presso l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Università di Roma Tor Vergata, attualmente visiting research scholar all’Università del Texas a Austin nell’ambito del programma Fulbright. “La scoperta di queste nuvole di sabbia, che restano in alto grazie a un ciclo di sublimazione e condensazione simile a quello dell’acqua sulla Terra, ci svela meccanismi complessi di trasporto e formazione nell’atmosfera. Questo ci permette di migliorare i nostri modelli sui processi climatici e chimici in ambienti molto diversi da quelli del Sistema solare, ampliando così la nostra conoscenza di questi sistemi”.
I due pianeti in questione sono giganti gassosi: YSES-1 c ha una massa pari a 14 volte quella di Giove, mentre YSES-1 b ne ha 6. Entrambi si trovano a distanze considerevoli dalla loro stella, circa 5 e 10 volte superiori rispetto alla distanza tra il Sole e Nettuno. È proprio questa orbita molto estesa che ha permesso al team di osservare i due pianeti con il JWST tramite la tecnica dell’imaging diretto, la cui applicazione è ancora oggi limitata a un numero ristretto di pianeti con caratteristiche molto particolari. Lo studio dimostra la capacità del potente telescopio spaziale di fornire dati spettrali di alta qualità per esopianeti osservati con questa tecnica, aprendo nuove strade per lo studio delle atmosfere e degli ambienti circumstellari.
La presenza di nubi di silicati nelle atmosfere degli esopianeti era stata prevista teoricamente e dedotta indirettamente da osservazioni precedenti. Tuttavia, questa ricerca fornisce la prima osservazione diretta e spettroscopica di nubi di silicati in un esopianeta specifico, YSES-1 c. Ciò permette di comprendere meglio la composizione atmosferica di un giovane gigante gassoso, confermando la presenza di nuvole di silicati ad alta quota, contenenti pirosseno ricco di ferro o una combinazione di bridgmanite (MgSiO3) e forsterite (Mg2SiO4).
Per quanto riguarda il pianeta gemello YSES-1 b, questo lavoro presenta la prima rilevazione di emissione di silicati da un disco circumplanetario, una sorta di “mini-Sistema solare” in formazione. Solo due dischi circumplanetari simili erano stati osservati in precedenza, e la nuova ricerca fornisce informazioni dirette sulla composizione e sui processi fisici in questi ambienti: la presenza di granelli di olivina con dimensioni inferiori al micron, infatti, suggerisce un meccanismo di formazione attraverso collisioni di piccoli corpi, detti planetesimi, all’interno del disco.
“Studiando questi pianeti riusciamo a capire meglio come si formano i pianeti in generale, un po’ come sbirciare nel passato del nostro Sistema solare”, conclude D’Orazi. “I risultati supportano l’idea che la composizione delle nubi negli esopianeti giovani e i dischi circumplanetari svolgano un ruolo cruciale nel determinare la composizione chimica atmosferica. Inoltre, questo studio sottolinea la necessità di modelli atmosferici dettagliati per interpretare i dati osservativi di alta qualità ottenuti con telescopi come il JWST”.
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MIA, la prima app che protegge in caso di coercizione, è italiana. Testata da oltre 200 donne, il 75% si sente “più sicura”

Una donna su tre subisce violenza nel corso della propria vita, e molte non hanno neppure la forza di denunciare. Alcune non possono nemmeno chiedere aiuto. Ma cosa succede quando la coercizione si sposta nel digitale? Quando la minaccia è silenziosa, e il momento in cui inserisci una password o accedi a un servizio può diventare pericoloso?
Da questa domanda nasce MIA (My Identity Always), una startup italiana che sta sviluppando la prima app al mondo in grado di riconoscere e reagire a situazioni di coercizione durante l’uso dello smartphone.
MIA (funzionalità protetta in attesa di deposito e in fase di test avanzato) integra una tecnologia invisibile ma potente: un sistema di allerta silenzioso che si attiva tramite una combinazione nascosta, senza bisogno di connessione e senza che nessuno possa accorgersene. In quel momento, MIA invia una notifica preimpostata a un contatto fidato, segnalando in maniera discreta una possibile situazione di pericolo.
Il progetto nasce da un’esigenza concreta: proteggere chi non può parlare. Chi vive sotto minaccia, chi è costretto a condividere accessi, dati, password, anche sotto pressione psicologica o fisica. In un mondo in cui l’identità digitale diventa ogni giorno più centrale, proteggere quella identità significa proteggere la persona.

Il team ha condotto un primo test con oltre 200 donne provenienti da diversi contesti sociali, con un risultato sorprendente: il 75% delle interpellate ha dichiarato che dopo aver conosciuto l’app MIA si sentiva già più sicura. Il 62% ha detto che consiglierebbe l’app ad altre donne. Numeri che, fino ad ora, mostrano un bisogno reale e non solo intercettato.
Ma MIA non si ferma qui. La visione è più ampia: costruire un’infrastruttura digitale biometrica in cui ogni utente possa accedere ai propri servizi senza password, gestire i propri dati con trasparenza e attivare in ogni momento un sistema di difesa personale. Tutto questo con un’app semplice, sicura, e costruita secondo gli standard di sicurezza del GDPR.
“Non è solo un’app. È una promessa: la tua identità non sarà mai usata contro di te” — dice Michael Liuzzo (in alto, nella foto), fondatore e CEO della startup.
MIA sarà disponibile in versione beta a partire da fine luglio, con una prima fase di test che coinvolgerà centri antiviolenza, enti pubblici e realtà che lavorano nell’ambito della sicurezza e dell’inclusione.
La startup sta chiudendo in queste settimane il round seed, e punta a diventare il punto di riferimento europeo nell’ambito della sicurezza identitaria e della protezione da minacce invisibili. Perché il futuro della sicurezza digitale è anche, e soprattutto, umano.
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