REGIONI
Vasco Rossi, ‘State tranquilli ragazzi, ce la farete tutti’

(Adnkronos) – “Ai ragazzi direi di stare tranquilli, perché ce la farete tutti. Adesso ve lo dico col cuore: sono convinto di questo, perché è così, alla fine si trova sempre la propria strada”. Con queste parole sincere, commosse e piene di speranza Vasco Rossi ha parlato ai giovani nel giorno in cui ha ricevuto le Chiavi della Città di Firenze dalla sindaca Sara Funaro, “un riconoscimento straordinario” che celebra la sua lunga carriera e il legame speciale con una città “straordinaria, la città dell’arte, la più bella città d’arte del mondo”. “Oggi sono 40 anni dell’album ‘Cosa succede in città’ e non avrei mai pensato di arrivare a questo punto”, ha detto commosso, dedicando il riconoscimento a mio padre Carlino, il camionista, che non ha potuto vedere niente di tutto questo”.
Il rocker modenese, parlando nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, ha voluto rivolgere un messaggio positivo ai ragazzi, invitandoli a non perdere fiducia: “Magari le aspettative che si hanno si abbassano, ma si è contenti lo stesso e alla fine ce la fai sempre. Si impara più dalle sconfitte che dai successi”. Parole che risuonano come un invito a non arrendersi mai, a credere nel proprio percorso anche “quando è difficile”.
Emozionato e grato, Vasco ha raccontato il momento speciale vissuto con sua madre, che gli ha detto: “Ma sono sicuri a Firenze a darti le Chiavi della Città?”. “Lei mi ha sempre trasmesso il senso di preoccuparmi degli altri – ha raccontato – e qualche anno fa probabilmente anche io avrei detto: attenzione, a darmi le chiavi, potrei combinare dei guai. Ma adesso sono diventato più tranquillo”.
L’emozione del Comandante è palpabile, accanto alla sindaca Funaro che ha rivelato di seguire i suoi concerti dal 1991 e da ragazzina di tenere in camera il suo poster, dandogli ogni sera la buona notte. Dopo la consegna della riproduzione delle antiche chiavi delle porte della città, Vasco ha letto sul telefonino il discorso di accettazione dell’onorificenza. “Per me è veramente un grande onore essere riconosciuto in una città così ricca di storia e di arte. Firenze, la culla del Rinascimento, dei più grandi artisti del mondo, Leonardo da Vinci e Michelangelo, di Dante Alighieri, che ci ha dato la lingua italiana”. Un omaggio sentito a Firenze, “una città unica” dove ha suonato fin dagli anni ’80, trovando sempre un pubblico “caldissimo, direi focoso”. “Di Firenze – ha proseguito – è Irene Grandi, la mia ragazza sempre (presente nel Salone, ndr); a Firenze ho girato il video di ‘Vivere’, negli anni Novanta, in una discoteca che forse adesso non c’è più, il Meccanò”.
Tra le sue riflessioni più profonde, il Blasco ha ripercorso il suo cammino artistico e umano: “Una volta cantavo ‘voglio una vita spericolata’, oggi dico ‘sono una vita spericolata’”. Un passaggio che racchiude tutta la sua evoluzione, in cui la vita viene celebrata in tutte le sue forme e sfumature: “Noi siamo la vita, la vita vissuta, la vita complicata, la vita ostinata, la vita fiera, la vita meravigliata. La vita spericolata è la continua ricerca di un senso e ogni ricerca è sempre spericolata”. Il suo è un inno alla vita, non alla autodistruzione come qualcuno ha voluto interpretare erroneamente la sua celebre canzone. “L’inno alla vita è vissuta veramente, intensamente e pericolosamente. Perché la vita non è garantita. La vita è l’essere”, ha sottolineato.
Nel corso del suo intervento non sono mancate confessioni a cuore aperto: “Per scrivere canzoni ho sacrificato tutto, ho fatto una vita abbastanza solitaria, non sono abituato a incontrare le persone. Sul palco è un’altra cosa”. E sul tour 2025 ha spiegato: “E’ la vita il tema principale del mio spettacolo di quest’anno. In questo periodo di odio e violenza dove sembra che contino solo valori del denaro, dell’arroganza e del potere, nel totale disprezzo della vita umana, noi celebriamo la vita in tutte le sue forme, dimensioni ed espressioni. E se una volta cantavo voglio una vita spericolata oggi dico sono una vita spericolata. Tra queste due sfumature c’è tutto il mio percorso artistico”.
La sindaca di Firenze Sara Funaro ha spiegato che le Chiavi della Città a Vasco Rossi sono conferite “per il suo straordinario contributo alla cultura musicale italiana e il profondo legame che fin dagli esordi ha saputo instaurare con il pubblico fiorentino e la nostra città. Numerose le occasioni in cui Vasco Rossi ha portato qui la sua energia e il suo talento: concerti storici che hanno animato stadi e cuori, contribuendo a rendere la nostra città un punto di riferimento anche per la grande musica dal vivo. Artista ribelle, poeta rock del popolo che unisce generazioni, Vasco Rossi ha attraversato con la sua musica e le sue parole quattro decenni di storia della musica italiana con coerenza, passione e il suo stile inconfondibile, diventando così simbolo di libertà espressiva e autenticità. Le sue canzoni hanno raccontato e continuano a raccontare sogni, inquietudini, speranze, la voglia di non arrendersi mai di fronte alle difficoltà naturali della vita, entrando così nel cuore e nella memoria collettiva del nostro Paese”.
“Firenze, culla di arte e cultura per vocazione, riconosce in Vasco non solo un eccezionale interprete della scena musicale contemporanea, ma soprattutto un protagonista del nostro tempo, capace di parlare a tutti, senza alcuna distinzione, attraverso la forza della musica e delle sue parole – ha continuato Funaro – A Vasco Rossi, il ‘provo-cautore’ come ama definirsi, va dunque il conferimento delle Chiavi della Città, che rappresentano il segno inequivocabile della gratitudine di Firenze verso un artista che ha saputo essere vicino alla sua gente, condividendo le proprie profonde emozioni e passioni”. Vasco si è rivolto verso Funaro con queste parole: “Complimenti perché sei la prima sindaca donna della città. In politica abbiamo sempre più bisogno di donne”.
La cerimonia in onore della rockstar emiliana si è svolta all’indomani dei due concerti alla Visarno Arena nel parco delle Cascine, a cui hanno assistito complessivamente 130 mila spettatori. Oggi pomeriggio tutto esaurito anche nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, con i suoi fan in visibilio per il grande onore toccato al loro beniamino salutato con cori da stadio. E per consentire di seguire la cerimonia anche ai tanti che non sono riusciti a ottenere il pass per entrare nel Salone, è stato allestito un maxi schermo in piazza della Signoria e il canale youtube del Comune di Firenze ha trasmesso la diretta streaming. Negli ultimi anni le Chiavi della Città sono state consegnate a protagonisti della musica come Renato Zero, Claudio Baglioni, Gianni Morandi e Mika.
(di Paolo Martini)
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Nabucco all’Arena di Verona, apertura da brividi

(Adnkronos) – È stato un debutto da leggenda quello di venerdì 13 giugno all’Arena di Verona, dove la 102/a edizione dell’Opera Festival ha preso il via con il suggestivo Nabucco di Giuseppe Verdi, firmato dal geniale Stefano Poda. Un allestimento che ha trasformato l’anfiteatro romano in una vera e propria macchina del tempo, un ponte spettacolare tra passato e presente, tra mito e tecnologia.
Dopo tre ore, al calar del sipario, il pubblico non ha voluto lasciare spazio al silenzio: dieci minuti di applausi scroscianti e ovazioni calorosissime hanno accolto l’Orchestra diretta dal maestro Pinchas Steinberg e gli straordinari protagonisti Amartuvshin Enkhbat (Nabucco), Anna Pirozzi (Abigaille), Francesco Meli (Ismaele), Vasilisa Berzhanskaya (Fenena) e Roberto Tagliavini (Zaccaria).
Tra il pubblico in platea, spiccava la figura dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, accompagnata dal marito, la cui presenza è stata annunciata all’ultimo momento, estasiata dalla prima esperienza veronese: “Uno spettacolo meraviglioso”, ha commentato con entusiasmo, scattando foto “allo splendido anfiteatro romano”. Sul palco d’onore una prestigiosa rappresentanza istituzionale: Lorenzo Fontana, presidente della Camera, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, la ministra della Famiglia e pari opportunità, Eugenia Roccella, il ministro dei Rapporti con il parlamento, Luca Ceriani, il sottosegretario alla Cultura Gian Marco Mazzi. Gli ospiti sono stati accolti dalla sovrintendente della Fondazione Arena, Cecilia Gasdia, e dal sindaco di Verona, Damiano Tommasi. “Un’opera spettacolare”, ha commentato Giuli.
La regia di Poda si è rivelata una vera e propria visione potente, capace di scolpire la tragedia verdiana nell’aria con scenografie immersive e simbolismi evocativi. La scena si è aperta su due sfere rotanti, metafora delle forze opposte che dominano l’umanità – ragione e istinto, amore e odio – attratte e respinte in un eterno duello. Al centro, una clessidra monumentale, icona della caducità (“Vanitas”), scandiva il tempo di un’opera che parla di prigionia, guerra, profezia, ma soprattutto di speranza e rinascita. Non sono mancate le incursioni nel contemporaneo: un inquietante fungo atomico, riferimenti bellici di ultima generazione, un dialogo costante tra spiritualità e tecnologia. La messa in scena si è rivelata un viaggio tra umanesimo e futurismo, un’esplosione visiva che ha lasciato incantati e riflessivi.
Il ritorno a Verona dopo 25 anni del maestro Pinchas Steinberg ha ulteriormente impreziosito la serata, con un Coro diretto da Roberto Gabbiani che ha regalato un Va’, pensiero da pelle d’oca, preceduto da un silenzio carico di emozione e seguito da un’ovazione commossa.
Sul palco, ben 400 artisti tra mimi, danzatori, schermidori e figuranti hanno dato vita a un racconto corale che ha travalicato i confini del lirismo tradizionale per diventare un’autentica esperienza sensoriale e spirituale.
La sovrintendente Cecilia Gasdia ha definito così questa apertura: “Un patrimonio vivo e pulsante, un invito a far parlare la musica alle nuove generazioni”. E di certo questa serata ha tracciato un solco indelebile, proiettando l’Arena di Verona nel futuro senza rinnegare la sua storia, come ha voluto sottolineare il sottosegretario alla Cultura Gian Marco Mazzi.
Il 102° Opera Festival è iniziato con un fragoroso applauso al passato e un accorato sguardo al domani. Perché, come in quel colossale anfiteatro romano, la grande musica è soprattutto un rito collettivo che unisce e trasforma.
(di Paolo Martini)
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Apnee notturne del sonno per 1 adulto su 2, diagnosi solo per 500mila

(Adnkronos) – Obesità e invecchiamento della popolazione fanno delle apnee ostruttive del sonno “un fenomeno in costante crescita con un’incidenza, solo in Italia, di oltre il 54% della popolazione adulta – ma con solo 500mila persone con una diagnosi – e un impatto sul sistema economico stimato in oltre 30 miliardi di euro l’anno”. Inoltre l’estate “può aggravare la condizione di chi ne soffre a causa di calore e umidità, ma anche sudore e scarsa idratazione”. A parlarne per 2 giorni a Roma, oggi e domani 13 e 14 giugno, sono centinaia tra esperti, medici, professori universitari e ricercatori di fama internazionale provenienti da più di 34 Paesi nel mondo in occasione del V Corso internazionale sui disturbi respiratori del sonno in programma all’Università Campus Bio-Medico di Roma e organizzato dall’Ucbm Academy. Il corso è diretto da Manuele Casale, professore ordinario di Otorinolaringoiatria dell’Università Campus Bio-Medico e responsabile dell’Unità operativa Terapie integrate in Otorinolaringoiatria presso la Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico.
Un appuntamento interamente dedicato alle nuove tecnologie per la diagnosi e il trattamento dei disturbi respiratori del sonno, con particolare attenzione agli approcci chirurgici innovativi e multimodali integrati per un trattamento sempre più personalizzato nell’era della medicina di precisione. Oltre 200 i professionisti in presenza e altri 150 quelli collegati online – tra cui otorinolaringoiatri, chirurghi maxillo-facciali, pneumologi, neurologi, fisiatri, odontoiatri, fisioterapisti e logopedisti – per prendere parte a sessioni plenarie, tavole rotonde, workshop pratici e lezioni con i massimi esperti del settore. Previsti anche gli interventi, tra gli altri, dell’amministratore delegato e direttore generale della Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico Paolo Sormani, dell’amministratore delegato e direttore generale dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Andrea Rossi e del magnifico rettore Eugenio Guglielmelli.
Nell’occasione anche l’inaugurazione del Centro di Chirurgia esoscopica per la cura delle patologie otorinolaringoiatriche, progettato secondo i più elevati standard di qualità, sicurezza e innovazione tecnologica. Il centro è concepito per potenziare l’attività chirurgica e formativa attraverso l’impiego delle più avanzate tecnologie di visualizzazione, con particolare attenzione al sistema esoscopico. Una tecnologia innovativa nella chirurgia otorinolaringoiatrica, che offre una visione tridimensionale ad altissima definizione del campo operatorio, in grado di unire i vantaggi dell’endoscopia con quelli della chirurgia microscopica. In particolare, il sistema ‘Vitom 3d’ aumenta notevolmente la precisione dell’atto chirurgico – spiega una nota – consentendo un’eccezionale condivisione dell’immagine in tempo reale da parte di tutta l’équipe, risultando anche prezioso per la didattica e il training avanzato. Sviluppi che sarà possibile apprezzare con la proiezione in diretta di interventi chirurgici per il trattamento dei disturbi respiratori del sonno, realizzati presso le sale operatorie della Fondazione Policlinico universitario Campus Bio-Medico.
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All’Arena di Verona al via l’Opera Festival 2025, apre Nabucco

(Adnkronos) – Un viaggio senza tempo dal conflitto alla riconciliazione, dalla superbia alla speranza, tra umanesimo e tecnologia, tra richiami alla pittura barocca e visioni futuristiche: è l’umanità, individuale e corale, secondo Stefano Poda, che firma regia, scene, costumi, luci e coreografie del nuovo Nabucco verdiano, pronto a conquistare l’immenso palcoscenico dell’Arena di Verona questa sera, venerdì 13 giugno, per l’apertura dell’Arena Opera Festival 2025. Una produzione che è anche una grandissima sfida tecnica per le maestranze areniane e per i numerosi laboratori coinvolti, con inedite soluzioni per costumi ed effetti scenici.
L’Opera Festival 2025 propone ben 51 serate di spettacolo, dal 13 giugno al 6 settembre, con 5 titoli d’opera e 5 fra concerti e balletti, dai 300 anni delle Quattro stagioni celebrati da Viva Vivaldi ai Carmina Burana e al gala di Jonas Kaufmann, da Roberto Bolle and Friends a Zorba il greco per i 100 anni di Theodorakis. E soprattutto l’opera: accanto al nuovo Nabucco, tornano grandi allestimenti della storia recente dell’Arena con stili diversi e complementari, Aida nell’edizione “di cristallo” che ha celebrato il 100° Festival, La Traviata nella Parigi belle époque di Hugo De Ana, la Carmen kolossal e cinematografica con cui Franco Zeffirelli debuttò in Arena, il Rigoletto autentico tributo alla tradizione areniana delle scene dipinte.
In scena le voci e le interpretazioni delle stelle dell’opera da tutto il mondo: da Anna Netrebko, per la prima volta in Arena nel ruolo di Abigaille, all’esordio di Marina Rebeka, passando per grandi ritorni come quelli di Jonas Kaufmann, Nadine Sierra, Luca Salsi, Francesco Meli, Ludovic Tèzier, Anna Pirozzi, Yusif Eyvazov, Amartuvshin Enkhbat, Aleksandra Kurzak, Roberto Alagna, Luca Micheletti, Aigul Akhmetshina, Brian Jagde, Mariangela Sicilia, Piotr Beczała, Anita Rachvelishvili, Maria José Siri, Christian Van Horn, Gregory Kunde, Rosa Feola, Erwin Schrott, Vittorio Grigolo e Vasilisa Berzhanskaya. Molti anche i debutti di voci prestigiose come quelle di Angel Blue, Pene Pati, Enea Scala, Erin Morley. Sul podio Pinchas Steinberg, Andrea Battistoni, Francesco Ivan Ciampa, Daniel Oren, Michele Spotti, Speranza Scappucci per la prima volta in un’opera e Francesco Ommassini al suo debutto assoluto.
Nabucco, nella doppia inaugurazione di questa sera e di sabato 14 giugno, è interpretato da Amartuvshin Enkhbat, grande baritono verdiano di oggi, con due diversi cast composti rispettivamente da Anna Pirozzi, Roberto Tagliavini, Francesco Meli, Vasilisa Berzhanskaya e Maria José Siri, Alexander Vinogradov, Galeano Salas, Francesca Di Sauro, alternati anche nelle recite successive. Alla guida di Orchestra e Coro di Fondazione Arena, a venticinque anni dal suo debutto, torna il Maestro Pinchas Steinberg. Per tutte le rappresentazioni, salgono sul palcoscenico areniano i più grandi interpreti di oggi: Anna Netrebko interpreta per la prima volta in Italia la parte di Abigaille, villain dell’opera, per tre sere (17, 24, 31/7), con Olga Maslova (dal 9 agosto) accanto alla Fenena di Aigul Akhmetshina. Baritoni titolari saranno Luca Salsi, Youngjun Park e Igor Golovatenko, mentre nei panni di Zaccaria si avvicendano anche Christian Van Horn e Simon Lim.
Con Nabucco, sono cinque i titoli operistici del 102° Arena di Verona Opera Festival 2025: nel segno di Verdi anche Aida, La Traviata e Rigoletto, e il grande anniversario di Carmen di Bizet. Ogni sera in Anfiteatro le più grandi stelle internazionali dell’opera rendono unica ogni serata. Più di 100 le presenze da tutto il mondo per canto, direzione, danza, con graditi ritorni fra i più richiesti interpreti di oggi e i migliori giovani emergenti.
Aida. Diretta da Daniel Oren, l’opera ‘regina’ dell’Arena vede schierati dal 20 giugno al 4 settembre Maria José Siri, Luciano Ganci, Clémentine Margaine, Igor Golovatenko e Alexander Vinogradov, oltre ai debutti nei diversi ruoli di Marina Rebeka, Brian Jagde, Aleksandra Kurzak e Roberto Alagna, e il ritorno di artisti quali Anna Netrebko, Gregory Kunde, Ludovic Tézier, Agnieszka Rehlis. Lo spettacolo è l’edizione “di cristallo” creata dallo stesso visionario Stefano Poda per celebrare le 100 stagioni d’opera in Arena, con inediti giochi di luce in Anfiteatro e una personale unione di antica simbologia egizia e alta moda contemporanea.
La Traviata. Dal 27 giugno al 2 agosto La Traviata torna in Arena nell’elegante allestimento di Hugo De Ana creato per i 150 anni dell’Unità d’Italia e mancante in Anfiteatro dal 2016. Sul podio Speranza Scappucci, principal guest conductor alla Royal Opera House di Londra, musicista apprezzata in tutto il mondo e volto noto in Italia anche come co-conduttrice del programma tv La gioia della musica. In Arena diresse un’unica data, quattro anni fa: la Messa da requiem verdiana. È quindi al suo debutto in una produzione operistica. Accanto a lei un cast d’eccezione: Violetta è il soprano statunitense Angel Blue, che debutta in Arena, con cui si avvicendano Rosa Feola e Nadine Sierra. Nel ruolo di Alfredo si alternano Galeano Salas, Enea Scala e Dmitry Korchak con i Germont di Enkhbat, Salsi e Tézier. Per due recite, e una di Aida, esordisce in Arena Francesco Ommassini, direttore veneziano applaudito in importanti teatri nazionali, a Mosca e Seoul, già alla guida dei complessi artistici areniani nelle stagioni lirica e sinfonica al Teatro Filarmonico.
Carmen. L’opera di Bizet torna nella classica produzione-kolossal di Zeffirelli che festeggia i 30 anni in Anfiteatro, e omaggia Georges Bizet sia nel 150° anniversario della sua morte sia del debutto del suo capolavoro, portando in Arena una Siviglia vivida e cinematografica dal 4 luglio al 3 settembre. Protagonista Aigul Akhmetshina, Carmen di riferimento dei nostri giorni, che torna dopo il trionfo della scorsa stagione. Con lei si alternano Alisa Kolosova e Anita Rachvelishvili. Accanto a loro la coppia d’arte e di vita Kurzak-Alagna, ma anche i tenori Meli, Beczała, De Tommaso, Grigolo, Eyvazov (al debutto come don Josè), il soprano Mariangela Sicilia, i baritoni Erwin Schrott, Luca Micheletti, Giorgi Manoshvili. Sul podio Francesco Ivan Ciampa e in scena oltre 500 tra cori, voci bianche, mimi, figuranti, danzatori e la compagnia di ballo Antonio Gades.
Rigoletto. Dall’8 agosto al 6 settembre Rigoletto torna nell’allestimento storico che, con le scene di Raffaele Del Savio, ricostruisce la prima dell’opera in Arena nel 1928, firmata da Ettore Fagiuoli, architetto e primo scenografo dell’Anfiteatro per oltre vent’anni. Il direttore Michele Spotti, dopo il successo della Turandot inaugurale del 2024, torna alla guida dei complessi artistici areniani e di grandi voci, tra le quali Enkhbat, Salsi e Park nei panni del protagonista. I soprani Nadine Sierra, Erin Morley e Rosa Feola danno vita a Gilda, sedotta dal Duca di Mantova del tenore Pene Pati, all’esordio in Arena, alternato a Salas. Completano il cast Gianluca Buratto e, in quest’opera e nelle altre del Festival, affermati interpreti e giovani emergenti da tutto il mondo anche nei ruoli di fianco, come Sofia Koberidze, Jan Antem, Carlo Bosi, Nicolò Ceriani, Francesca Maionchi, Vincent Ordonneau, Abramo Rosalen, Daniela Cappiello, Matteo Macchioni, Gabriele Sagona, Riccardo Rados, Ramaz Chikviladze, Giulio Mastrototaro.
Ai 5 titoli d’opera si aggiungono altrettanti appuntamenti straordinari per 8 serate-evento tra danza e concerti. Jonas Kaufmann in opera: il tenore torna in Arena come protagonista di un grande gala il 3 agosto, una serata interamente dedicata all’opera italiana, di cui Kaufmann è uno dei più richiesti interpreti in tutto il mondo.
Orchestra e Coro a pieni ranghi sono chiamati ad eseguire i Carmina Burana di Orff il 15 agosto, diretti da Andrea Battistoni con le voci di Erin Morley, Youngjun Park e del controtenore Raffaele Pe.
In coproduzione con Balich Wonder Studio, il violinista Giovanni Andrea Zanon è solista e maestro concertatore delle Quattro stagioni in Viva Vivaldi. The Four seasons immersive concert, il 27 agosto, a 300 anni esatti dalla pubblicazione dei celebri concerti, in uno spettacolo multimediale che, nel 2024, è stato accolto da migliaia di giovani e standing ovation alla sua anteprima mondiale in Arena.
Doppia data il 22 e 23 luglio per Roberto Bolle and Friends, spettacolo coprodotto con Artedanza che, in un programma tutto nuovo, unisce sapientemente classico, moderno e contemporaneo con l’étoile scaligera Bolle e primi ballerini dai principali palcoscenici del mondo.
Nel 2025 il compositore greco Mikis Theodorakis avrebbe compiuto 100 anni; la Fondazione lo omaggia con la sua opera più celebre, divenuta simbolo della danza all’Arena di Verona, per cui fu espressamente scritta. Dopo i sold-out della singola data 2023 e delle due date 2024, Zorba il greco torna al Teatro Romano, questa volta per tre date, il 26, 27 e 31 agosto.
(di Paolo Martini)
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REGIONI
Università: scienziate di Firenze fra le Top Italian Women Scientists

(Adnkronos) – Due anni fa erano 6, l’anno scorso 9, ora 12. Sono le scienziate dell’Università di Firenze chiamate a far parte del Club delle ricercatrici “Top Italian Women Scientists” (TIWS), che riunisce le 113 studiose italiane in campo biomedico che si distinguono per la loro elevata produttività scientifica e l’alto numero di citazioni.
Il riconoscimento, nato nel 2016 per iniziativa di Fondazione Onda – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere ETS, è andato, per l’Ateneo fiorentino, a Maria Pia Amato, Maria Luisa Brandi, Annamaria Di Fabio, Betti Giusti, Paola Guglielmelli, Rossella Marcucci, Daniela Massi, Daniela Monti, Paola Angela Mura, Benedetta Nacmias, Linda Vignozzi, Anna Linda Zignego.
Alcune delle scienziate sono state premiate oggi nel corso di un incontro a Milano presso Regione Lombardia, dedicato al riconoscimento e alla promozione del contributo femminile al mondo della scienza e della ricerca biomedica.
Ecco l’elenco completo delle ricercatrici dell’Ateneo fiorentino entrate nel Top Italian Women Scientists.
Maria Pia Amato è docente di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino. La sua ricerca, a carattere traslazionale, si concentra su vari aspetti delle malattie demielinizzanti del Sistema Nervoso Centrale, in particolare la sclerosi multipla e malattie correlate.
Maria Luisa Brandi, già docente di Endocrinologia, ha condotto le sue ricerche nell’ambito del Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche “Mario Serio”. È considerata una delle maggiori esperte al mondo di osteoporosi, tumori endocrini, malattie rare metaboliche delle ossa ed ipoparatiroidismo.
Anna Maria Di Fabio, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni presso il Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia, si occupa di healthy organizations, healthy lives, benessere lavorativo e nella vita, psicologia della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile.
Betti Giusti, docente di Patologia clinica presso il Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, ha rivolto le sue ricerche principalmente allo studio delle basi genetiche e molecolari della malattia arteriosa coronarica, ictus ischemico, aneurismi aortici toracici e addominali, tromboembolismo venoso.
Paola Guglielmelli, docente di Ematologia presso il Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, è un’esperta di neoplasie mieloidi, con particolare focus sulle neoplasie mieloproliferative croniche e sulla loro caratterizzazione molecolare e genomica.
Rossella Marcucci, docente di Medicina interna presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, studia i meccanismi della malattia vascolare su base trombotica, in particolare le problematiche fisiopatologiche dell’ aterotrombosi, della coagulazione e delle malattie tromboemboliche venose.
Daniela Massi, docente di Anatomia patologica presso il Dipartimento di Scienze della Salute, concentra le sue ricerche sulla patologia e sull’immunobiologia dei tumori cutanei, con particolare attenzione agli studi traslazionali finalizzati all’identificazione di nuovi biomarcatori diagnostici, prognostici e predittivi della risposta alle terapie innovative.
Daniela Monti, docente di Patologia generale presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche “Mario Serio”, si occupa dello studio delle basi cellulari e molecolari dell’invecchiamento e della longevità, con un focus specifico sul sistema immunitario, sulla genetica e sul Sistema Nervoso Centrale.
Paola Angela Mura, docente emerita di Farmaceutico tecnologico applicativo, afferisce al Dipartimento di Chimica ‘Ugo Schiff’ e ha lavorato all’ottimizzazione del farmaco in formulazioni farmaceutiche, al fine di migliorarne efficacia terapeutica, stabilità e sicurezza nell’uso, oltre che allo sviluppo di innovative forme di dosaggio.
Benedetta Nacmias, docente di Neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino, incentra la sua attività nella caratterizzazione molecolare di geni implicati nella suscettibilità genetica per lo sviluppo delle malattie neurodegenerative come la Malattia di Alzheimer, la demenza frontotemporale, le atassie, la malattia di Huntington.
Linda Vignozzi, docente di Endocrinologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche “Mario Serio”, svolge studi sul ruolo delle malattie metaboliche sul benessere riproduttivo e sessuale sia maschile che femminile nelle varie fasi della vita.
Anna Linda Zignego, già docente di Medicina interna presso il Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, ha promosso ricerca traslazionale e clinica in Epatologia con particolare attenzione alle interazioni virus-ospite. È stata fra gli scopritori della capacità del virus HCV di infettare cellule del sistema immunitario e dar luogo a patologie, sino a forme tumorali.
Il club TIWS riunisce le ricercatrici italiane impegnate nel campo biomedico, delle scienze cliniche e delle neuroscienze, recensite nella classifica dei Top Italian Scientists (TIS) di Via-Academy, censimento degli scienziati italiani di maggior impatto in tutto il mondo, misurato con il valore di H-index, l’indicatore che racchiude sia la produttività sia l’impatto scientifico del ricercatore, oltre alla sua continuità nel tempo, e che si basa sul numero di citazioni per ogni pubblicazione. Per il Club sono state selezionate le ricercatrici con H-index pari o superiore a 60.
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