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Minori e prodotti dannosi, Moige: “Rispettare le norme esistenti”. Chiesti controlli e sanzioni

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Minori e prodotti dannosi, Moige: "Rispettare le norme esistenti". Chiesti controlli e sanzioni | Rec News dir. Zaira Bartucca
Foto © Denys Shevchenko/REC NEWS

Si è svolta ieri presso la Sala Zuccari del Senato la conferenza stampa “Venduti ai minori”. L’incontro ha preso le mosse dallo studio – omonimo – promosso dal Moige e dall’Istituto Piepoli, e si è concentrato sul facile accesso dei giovanissimi a bevande alcoliche, gioco d’azzardo, cannabis, pornografia, videogiochi per adulti e prodotti contraffatti. Presenti, tra gli altri, anche il ministro per la Famiglia e la Natalità Eugenia Roccella, che Rec News ha intervistato a margine dei lavori (qui in basso).

Un problema, quello dell’accesso dei minori a prodotti sostanzialmente dannosi, speculare a un altro, che tuttavia non è ancora oggetto di indagine e sufficiente analisi. Se, infatti, si parla già moltissimo dei pericoli del web – e tra questi rientra l’accesso alla pornografia e a determinati videogiochi, su cui si concentra lo studio presentato – in molti casi fatica a cadere la cortina di omertà che riguarda gli adescamenti di minori. Su questo problema attuale e preoccupante il governo Meloni aveva fatto promesse roboanti, senza tuttavia andare al di là degli annunci relativi al decreto Caivano.

Abbiamo tentato di approfondire l’argomento con la dottoressa Elisabetta Scala, vicepresidente nazionale del Moige.

Oltre a quelli descritti nel vostro studio, esistono altri pericoli per i minori che riguardano gli adescamenti online. Non c’è solo il problema dell’accesso alla pornografia, ma anche il dramma legato alla pedopornografia.

Sulla pedopornografia la Polizia sta facendo moltissimo e le norme ci sono già. L’Agcom si sta impegnando affinché vengano applicati dei filtri, per esempio sui social, in grado di penalizzare l’accesso a determinati contenuti. I danni, comunque, rimangono gravissimi, e in questo periodo la Gran Bretagna sta pensando a misure ancora più stringenti.

C’è comunque poco per cui stare tranquilli, in questo come in altri ambiti.
Il web è anche il posto dove si accede facilmente alla cannabis. Dopo il via libera a quella “light”, molti giovanissimi sono convinti che si tratti di prodotti innocui, in realtà non è così. C’è una volontà di trasgredire.

Cosa manca in fatto di interventi?
Ci sono tuttora ambiti non normati, come cannabis e videogiochi.

Quali sono le vostre richieste alla Istituzioni?
Ancora una volta vogliamo ricordare alle Istituzioni che ci sono divieti che non vengono rispettati. Richiamiamo tutti alle loro responsabilità. Chiediamo inoltre che vengano rispettate le norme con controlli stringenti e sanzioni e che vengano apposti filtri ai contenuti dannosi.

I dati diffusi dal Moige

Il Moige, Movimento italiano genitori, per l’indagine condotta in collaborazione con l’Istituto Piepoli ha analizzato un campione di 1359 giovanissimi tra i 10 e i 17 anni. Alcol, fumo, gioco d’azzardo, pornografia, sono vietati per legge a chi non abbia almeno 18 anni, mentre per quanto riguarda la cannabis light e i videogiochi 18+ si registra un vuoto normativo, in quanto assente il divieto di legge e le relative sanzioni. Novità di quest’anno, l’analisi sulla conoscenza dei prodotti contraffatti. I dati confermano una vendita piuttosto diffusa di prodotti vietati tra i minori in Italia, nonostante i divieti di legge. La diffusione è legata alla facilità con cui riescono ad avervi accesso: i commercianti non verificano l’età di chi compra, e vendono senza problemi anche ad acquirenti palesemente al di sotto dell’età consentita.

“Come genitori, auspichiamo più controlli, sanzioni più severe, e una norma che metta il divieto ai minori per videogiochi18+ e cannabis light” – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – L’impegno a proteggere i minori non può essere confinato solo in famiglia. È inaccettabile che attualmente non esista una legge che vieta la vendita di cannabis light ai minori così come una legge che regolamenti la vendita dei videogiochi 18+. È fondamentale una collaborazione attiva tra genitori, autorità competenti e commercianti e filiera produttiva. In primo luogo, i genitori devono avere una comunicazione aperta con i propri figli sulle ragioni per cui determinati prodotti sono vietati e sulla loro potenziale nocività. È, però, necessario che tutta la filiera produttiva si attivi per garantire che prodotti vietati e inadatti non vadano a finire nelle mani di minori. I distributori e produttori delle merci vietate devono fare la loro parte nel monitorare e controllare con rigore la loro filiera distributiva, così come le autorità governative devono intervenire rafforzando i controlli e le sanzioni per chi viola le leggi sulla commercializzazione di prodotti ai minori. Questo fenomeno rappresenta una sfida per la società, e richiede una risposta coordinata da parte di genitori, educatori, istituzioni, produttori e commercianti”. 

ALCOL – Il 96% del campione intervistato è consapevole del fatto che l’alcol può avere conseguenze nocive sulla salute. 3 intervistati su 4 affermano di averne parlato in famiglia e i genitori li hanno messi in guardia. 9 ragazzi su 10 dichiarano che anche i loro docenti hanno affrontato il tema in classe.  Ciononostante, più della metà dei minori intervistati (57%) ha bevuto alcol almeno una volta e il 4% lo fa abitualmente (il doppio del 2021, quando il dato era al 2%). I minori bevono alcol principalmente per sentirsi più energici e allegri (11%), rilassarsi (10%), ed essere più socievoli (6%). Gli alcolici vengono acquistati principalmente in locali e pub (12%), bar (5%), e supermercati (3%). Il 76% dei rivenditori non ha verificato l’età di chi comprava alcolici (nel 2021 era il 56%) e, anche quando avevano appurato che si trattava di un minore, il 46% ha venduto ugualmente la bevanda, un dato in aumento del 7% rispetto al 2021.

FUMO – Il 96% del campione intervistato sa che il fumo fa male, e che può comportare conseguenze serie e permanenti (85%). Questo dato indica un calo della consapevolezza da parte dei giovani se lo confrontiamo con il 2021, quando era al 93%. I giovani, quindi, sono più “indulgenti” verso questi prodotti, e il 30% (+7% rispetto al 2021) ha fumato almeno una sigaretta. Di questi, il 10% lo fa abitualmente, una percentuale che è il doppio rispetto all’ultima rilevazione. I minori fumano principalmente per curiosità (19%) e per rilassarsi (10%). Il 71% dei fumatori lo fa in compagnia. Il 53% ha solo provato o fuma occasionalmente, tra i fumatori, la maggior parte (28%) fuma tra 1 e 5 sigarette, ma il 7% arriva ad un intero pacchetto da 20 a giorno (nel 2021 era il 4%) e l’1% fuma anche oltre un pacchetto quotidianamente (dato rimasto invariato). In media, i ragazzi fumano di più nelle regioni del sud e nelle isole. Le sigarette vengono acquistate principalmente presso tabaccherie (47%) e distributori (18%). Il 33%, invece, le chiede ad amici. I minori che acquistano presso distributori automatici con controllo della tessera sanitaria utilizzano quella di amici più grandi (56%), o dei genitori o fratelli maggiori (32%). Nel 12% dei casi, invece, la verifica non era attiva (in leggero miglioramento rispetto al 2021, al 15%). Per quanto riguarda i negozi fisici, invece, il 64% dei venditori non ha verificato l’età (+2% rispetto al 2021), e 1 su 3 non ha negato la vendita anche sapendo che si trattava di un minore.

SIGARETTA ELETTRONICA – Il 33% degli intervistati ha fumato almeno una volta la sigaretta elettronica (nel 2021 era il 19%). A fumarla abitualmente è il 4% degli intervistati, a fronte di un 1% della precedente rilevazione. Il motivo che spinge a svapare è la curiosità (18%), la convinzione che sia meno dannosa delle sigarette tradizionali (12%), per rilassarsi (5%) e per smettere di fumare altri tipi di sigarette (5%). Il 3% (+2% rispetto al 2021) lo fa perché la fumano gli amici. Il 44% utilizza liquidi che contengono nicotina, e il 71% dei ragazzi dichiara che solitamente non viene chiesto loro il documento per verificare l’età (68% nel 2021). Nel 68% dei casi, il venditore non ha rifiutato la vendita, anche sapendo che si trattava di minori.

CANNABIS LIGHT E MINORI – Il 6% degli intervistati (+2%) ha provato cannabis light. Il 26% degli intervistati (+7%) la ritiene legale e che si possa fumare, il 17% (-2%) crede sia legale su prescrizione medica, il 24% (-9%) dichiara che si tratta di un prodotto da collezione non atto alla combustione. Il 33% (+3%), invece, la reputa illegale. Riguardo ai luoghi di acquisto della cannabis light risulta in diminuzione la quota di quanti, tra i rivenditori, hanno correttamente verificato l’età prima di consegnare il prodotto (24% +5%nel ’21), mentre è in aumento la quota complessiva di quanti, dopo la verifica, hanno effettivamente rifiutato di vendere il prodotto perché l’acquirente era minorenne (38% nel 2021 vs 33% nel 2023).

GIOCO D’AZZARDO – L’83% (-4% rispetto al 2021) dei ragazzi è consapevole del fatto che giocare spesso con giochi con vincita in denaro può avere conseguenze negative, ma solo il 47% (-9%) crede che queste possano essere serie e permanenti. Il 79% sa che questo tipo di attività è vietato ai minori di 18 anni, il 7% crede che l’età minima sia 16 anni, per il 5% è sufficiente avere 14 anni e per il 9% non è mai vietato. Il 18% (+4% rispetto al 2021) ha giocato almeno una volta presso agenzie per le scommesse, bar, tabaccherie, sale bingo, o altri luoghi simili. La tipologia di gioco più diffusa tra i minori è il gratta e vinci (37%), seguiti dalle scommesse sportive (21%), slot machine e superenalotto (entrambi 9%). Presso le attività commerciali, solo il 41% dice che sia stata controllata la sua età (con un miglioramento del 6% rispetto al 2021), il 57% dei gestori non si è rifiutato di far giocare un minore. 

VIDEOGIOCHI – Aumentano i giovani che giocano ai videogiochi, solo 28% dichiara di non giocarci mai (-10% rispetto al 2021). Il 32% gioca per oltre 2 ore al giorno (+4%), il 71% gioca collegato online (il 36% sempre o spesso). Il 36% gioca da solo, mentre il 34% con amici collegati online, il 20% con amici in presenza e il 3% con sconosciuti connessi in rete. I giochi preferiti sono quelli di azione e avventura (38%), ma anche sport (18%). Il device più utilizzato è lo smartphone (47%), seguito da console per videogiochi (37%). Il 38% dei minori intervistati ritiene che i giochi con contenuti violenti o volgari non abbia alcuna conseguenza sul proprio benessere mentale (+6% dal 2021). Il 10% (+2% dal 2021) crede che non esistano divieti per i giochi con contenuti violenti e volgari, e il 61% ammette di aver giocato almeno una volta con videogiochi vietati per la propria età (+5%). 

PRODOTTI CONTRAFFATTI – Solo 3 ragazzi su 10 sanno dare una corretta definizione di cosa sia una merce contraffatta. Il 74% sa che si tratta di un fenomeno globale, per il 5% si tratta di qualcosa circoscritto all’Asia. Il 71% sa che la contraffazione può interessare prodotti di ogni settore, mentre il 13% crede sia circoscritto alle categorie di lusso o all’abbigliamento. Il 79% dei ragazzi è consapevole che acquistando online ci si può imbattere in prodotti non originali, e che ad essere danneggiati sono i consumatori, le imprese, lo Stato e i lavoratori (opzione scelta dal 51%). L’8%, al contrario, ritiene che non venga danneggiato nessuno. Il 40% sa che usare questa categoria di prodotti può comportare conseguenze per la salute e per l’ambiente, ma il 35% pensa che l’acquisto di merce contraffatta non implichi nessuna sanzione o provvedimento, ma che si tratti solo di comportamenti scorretti. Ad 1 ragazzo su 2 è capitato di acquistare online non intenzionalmente un prodotto contraffatto.

Direttore e Founder di Rec News, Giornalista. Inizia a scrivere nel 2010 per la versione cartacea dell'attuale Quotidiano del Sud. Presso la testata ottiene l'abilitazione per iscriversi all'Albo nazionale dei giornalisti, che avviene nel 2013. Dal 2015 è giornalista praticante. Ha firmato diverse inchieste per quotidiani, siti e settimanali sulla sanità calabrese, sulle ambiguità dell'Ordine dei giornalisti, sul sistema Riace, sui rapporti tra imprenditoria e Vaticano, sulle malattie professionali e sulle correlazioni tra determinati fattori ambientali e l'incidenza di particolari patologie. Più di recente, sull'affare Coronavirus e su "Milano come Bibbiano". Tra gli intervistati Gunter Pauli, Vittorio Sgarbi, Armando Siri, Gianmarco Centinaio, Michela Marzano, Antonello Caporale, Vito Crimi, Daniela Santanché. Premio Comunical 2014. Autrice de "I padroni di Riace - Storie di un sistema che ha messo in crisi le casse dello Stato". Sito: www.zairabartucca.it

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BENESSERE

Salva grazie alla manovra di Heimlich. Cos’è, come si fa e perché tutti dovrebbero conoscerla

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Salva grazie alla manovra di Heimlich. Cos'è, come si fa e perché tutti dovrebbero conoscerla

Un pranzo come tanti, a Cesena, ha rischiato di finire in tragedia. Lo racconta Il Resto del Carlino, che spiega come una donna – Monica Turchi – abbia rischiato di morire soffocata a causa di un boccone di carne andato di traverso. E, in casi come questo, non ci sono soccorsi che tengano. Non solo perché questo è il Paese dove le ambulanze arrivano in 30 minuti bene che vada o non arrivano affatto, ma perché qui si parla di minuti. Preziosi, pochissimi, minuti. Ogni tanto una buona notizia: tutto è finito bene grazie al figlio 17enne della donna, che aveva imparato a scuola una manovra salvavita da applicare in caso di soffocamento.

Si tratta della manovra di Heimlich, conosciuta abbastanza ma non a sufficienza se si pensa che è stato stimato che in Italia nel 2022 ci sia stato un morto a settimana a causa di ostruzioni dovute al cibo. Ma cos’è e come si applica? L’Istituto Superiore di Sanità fornisce un vademecum per permettere di riconoscere i casi di soffocamento e per poter agire in maniera tempestiva agevolando l’espulsione del bolo da parte della persona in pericolo.

Sugli altri

Nel pratico, la manovra di Heimlich si pratica alternando cinque colpi alla schiena tra le scapole (con la parte di palmo della mano più vicina al pollice) e tramite cinque spinte sul diaframma, con le mani che assumono una determinata posizione (vedi il video in basso). Non è necessario essere medici, né bisogna temere di non essere capaci, perché il rischio maggiore – come ha spiegato Maurizio Menarini al Resto del Carlino – è che la persona possa morire in caso di mancato intervento.

Su se stessi

La manovra di Heimlich si può attuare anche su se stessi, “mettendo – spiega l’ISS – una mano chiusa a pugno contro il proprio addome mentre l’altra l’afferra e la spinge verso l’alto con una serie di spinte, finché non si liberano le vie aeree. In alternativa, è possibile appoggiarsi con la parte alta dell’addome contro un oggetto fisso (per esempio una spalliera di un divano o di una sedia) spingendo ripetutamente col proprio corpo verso il basso fino a che le compressioni non facilitino l’espulsione dell’ostruzione”.

Sui bambini

La conoscenza di questa manovra salvavita si rivela, poi, fondamentale quando in famiglia ci sono dei bambini (su cui la manovra si pratica in maniera diversa). Certamente le buone pratiche aiutano a impedire i fattori di rischio: com’è noto, è necessario sorvegliare e aiutare i bambini nel momento dei pasti, sminuzzare tutto il cibo nei primi anni di vita e soprattutto evitare alimenti la cui ingestione rappresenta un potenziale pericolo. E’ il caso delle caramelle che, gli esperti sono concordi, non dovrebbero essere mangiate almeno fino ai 5 anni di età (eppure le pubblicità con bimbi piccolissimi che le consumano abbondano). Nella seconda parte del video in alto si può vedere anche la manovra di Heimlich applicata ai bambini e ai lattanti.

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POLITICA

Pass, varchi con tornelli e pagamenti. L’accesso alla Serenissima non sarà più libero

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Pass, varchi con tornelli e pagamenti. Dal 2024 l'accesso alla Serenissima non sarà più libero | Rec News dir. Zaira Bartucca

Dal 2024 l’ingresso nella Serenissima non sarà più libero. E’ quanto ha stabilito il “Regolamento per l’istituzione e la disciplina del Contributo di accesso, con o senza vettore, alla Città antica del Comune di Venezia e alle altre Isole minori della Laguna” approvato con la delibera dello scorso 12 settembre dai due terzi del consiglio comunale. Il regolamento dispone – per il prossimo anno – l’introduzione del “Venice Pass”. Si parla di varchi con tornelli d’ingresso nei punti strategici della città e del pagamento di un biglietto che varierà dai 3 ai 10 euro a persona, a seconda del giorno e dell’affluenza. Previsti controlli e multe che oscillano dai 30 ai 500 euro per chi non si conforma e non espone il QR Code che gli verrà assegnato.

Non c’è, però, solo il regolamento approvato dal Comune che introduce dei blocchi fisici all’ingresso della città. Perché dopo il contestato via libera di Palazzo Dandolo Farsetti è stato tutto un fioccare di app e servizi associati all’idea di limitare l’accesso ai luoghi cult di Venezia e a fare, con l’occasione, cassa facile. Per esempio è sbucata l’omonima app “Venice Pass“, che fa capo al circuito Italy Pass che sta già interessando città come Roma e Napoli. Prevede tre forme di abbonamento, la più costosa delle quali arriva a 99.90 euro – visite incluse – per cinque giorni di permanenza nella città lagunare. C’è poi il “Venezia è Unica City Pass“, acquistabile direttamente dal sito del Comune e personalizzabile in base ai luoghi e alle attività scelti.

Nuovi Pass, insomma, per limitare l’accesso a determinati luoghi. Questa volta a farne le spese sarà chi vorrà visitare liberamente Venezia o i cosiddetti turisti “mordi e fuggi”, che una volta giunti presso i luoghi strategici della Serenissima si troveranno di fronte a eloquenti varchi e tornelli che gli sbarreranno la strada. Il regolamento oltre a porre evidenti discriminazioni di base tra chi può accedere liberamente a Venezia e chi no, introduce anche le “giornate a bollino nero”, quelle cioè caratterizzate da una maggiore affluenza in cui si pagherà l’importo massimo e ci sarà un limite fissato di persone che possono accedere.

Alcuni potranno avere l’esenzione, ma solo registrandosi a una piattaforma

Si legge, poi, sul sito del Comune di Venezia: “Si è stabilito che il Contributo di accesso dovrà essere corrisposto da ogni persona fisica, di età superiore ai 14 anni, che acceda alla Città antica del Comune di Venezia, salvo che non rientri nelle categorie di esclusioni ed esenzioni”. Le prime riguardano residenti, lavoratori, studenti e chi ha pagato l’IMU al Comune di Venezia, le seconde chi risiede in strutture ricettive, chi deve curarsi, chi partecipa a gare sportive e chi fa parte delle Forze dell’Ordine. Per chi può essere esentato, tuttavia, il privilegio non sarà automatico, ma subordinato alla registrazione online su una piattaforma dedicata che servirà a programmare la visita in anticipo.

Si direbbe che il Venice Pass e il relativo regolamento costituiscano un altro precedente pericoloso in fatto di mancato rispetto delle libertà costituzionalmente garantite, ma c’è un aspetto confortante. L’applicazione del regolamento – programmata per la primavera dell’anno prossimo – sarà preceduta da una fase sperimentale della durata di 30 giorni spalmati su un anno, che servirà a “valutare l’efficacia del nuovo sistema di accesso” e, probabilmente, anche il grado di accettazione della misura draconiana. Non è da escludersi, dunque, che possa rivelarsi un flop, esattamente come le altre iniziative simili che lo hanno preceduto.

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PRIMO PIANO

Nuovo studio, nuovi rischi associati ai vaccini a mRNA Covid 19. ALI: “Sospendere le somministrazioni”

di Avvocati Liberi

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Nuovo studio, nuovi rischi associati al vaccino a mRNA Covid 19. ALI: "Sospendere le somministrazioni" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Un nuovo studio del chimico italiano Gabriele Segalla è stato pubblicato in peer-review sulla rivista scientifica americana International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR), con il titolo “Citotossicità Apparente e Citotossicità Intrinseca dei Nanomateriali Lipidici Contenuti in un Vaccino a mRNA Covid-19”. Qui è pubblicata una traduzione di cortesia in italiano dello studio scientifico

Tale studio rivela i gravi e palesi errori contenuti nel rapporto ufficiale di valutazione scientifica di EMA (European Medicines Agency) del 19 febbraio 2021, con cui era convalidata l’immissione sul mercato europeo del vaccino Comirnaty della Pfizer/ BioNTech, cioè di un preparato medicinale imperfetto e inadatto all’inoculazione intramuscolare. Il nuovo Studio del dott. Segalla, che fa seguito a quello 26 gennaio 2023 (riassunto nel docu-video “Il
vaccino di Pandora” realizzato da ArtistDocu Production di Firenze, https://vimeo.com/797934237), dimostra la tossicità e la pericolosità dei nanomateriali lipidici che veicolano l’mRNA e le gravi responsabilità di EMA nell’autorizzare la somministrazione di farmaci che risultavano non conformi e tossici dalla stessa documentazione presa in esame. EMA sapeva o, quantomeno, non poteva non sapere.

Numerosissimi sono gli studi su possibili effetti genotossici dei lipidi ionizzabili contenuti nei vaccini a RNA ma, ciononostante, l’EMA, nel suo rapporto di valutazione del 19 febbraio 2021, sorprendentemente afferma: “Non sono stati condotti studi di genotossicità o cancerogenicità. I componenti della formulazione del vaccino sono lipidi e RNA che non dovrebbero avere un potenziale genotossico”. (EMA/707383, 2021, p. 55)

Ed ancora: “secondo le linee guida, non sono stati eseguiti studi di genotossicità o cancerogenicità. Non si prevede che i componenti del vaccino (lipidi e mRNA) abbiano un potenziale genotossico. Ciò è ritenuto accettabile per il CHMP. 1” (EMA/707383, 2021, p. 56). Ciò è falso, e la falsità risulta documentata. Lo studio di Segalla ha evidenziato un altro pericolo, taciuto sia dal fabbricante che da EMA, che riguarda la stessa piattaforma mRNA: i lipidi ionizzabili utilizzati per la formazione delle nanoparticelle che veicolano l’mRNA, sebbene apparentemente neutri ed innocui, una volta introdotti e rilasciati all’interno della cellula, attraverso un meccanismo di tipo “cavallo di Troia”, assumono una elevata carica elettrica positiva, rivelando così tutta la loro citotossicità intrinseca e il loro potenziale distruttivo intracellulare.

I principali rischi collegati all’uso eccessivo di nanomateriali di questo tipo sono la loro tossicità dose dipendente, l’epatotossicità e l’infiammazione polmonare, attraverso il rilascio di specie reattive dell’ossigeno e l’aumento dei livelli intracellulari di calcio, o l’emolisi, cioè la rottura o la distruzione dei globuli rossi, l’attivazione del sistema immunitario con conseguente pseudoallergia, risposte immunologiche acute che possono portare a shock anafilattico, infiammazioni in organi non previsti dal suo destino biologico (es. cervello, placenta e testicoli), conseguenze tossicologiche tra cui effetti genotossici, la morte cellulare [apoptosi], il blocco dei piccoli vasi sanguigni e linfatici, il rischio dell’insorgere di tumori (inclusa la leucemia), il rischio di errori di traduzione dell’RNA e di mutazioni del DNA, oltre il superamento dei limiti alla dose tollerabile con “richiami” ripetuti frequentemente che evoca un rischio molto grave per la salute pubblica.

Ecco perché l’omissione di studi approfonditi e a lungo termine nelle appropriate sedi istituzionali, cliniche e forensi, anche in relazione ad eventuali nessi causali o concausali e l’ampia eterogeneità patologica di eventi avversi gravi o letali che si sono verificati e si stanno ancora verificando in conseguenza delle vaccinazioni anti covid, associati al rifiuto delle Istituzioni di prendere atto della grave situazione in cui versa una parte rilevante della popolazione vaccinata, costituisce un crimine contro la salute pubblica.

Per questo Avvocati Liberi, seguendo le evidenze scientifiche richiamate ed osservando il principio di precauzione, si associa all’appello di interruzione immediata della somministrazione e commercializzazione di tali farmaci, con la promessa di continuare a tutelare la salute pubblica e individuale in ogni sede, anche nell’UE, denunciando alla Procura europea l’EMA ed i diretti responsabili dell’avvelenamento dei popoli.

IL 10° COMANDAMENTO DEL CODICE DI NORIBERGA
“Durante l’esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a interromperlo in qualunque momento se indotto a credere che la continuazione dell’esperimento comporterebbe probabilmente lesioni, invalidità o morte per il soggetto umano

Roma lì 26 Ottobre 2023
Avvocati Liberi

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INTERVISTE

Reati contro i minori, intervista al ministro della Famiglia Eugenia Roccella (Video)

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Reati contro i minori, intervista al ministro della Famiglia Eugenia Roccella (Video) | Rec News dir. Zaira Bartucca
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