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I risparmiatori truffati di BPVI materia di propaganda elettorale | Rec News dir. Zaira Bartucca I risparmiatori truffati di BPVI materia di propaganda elettorale | Rec News dir. Zaira Bartucca

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I risparmiatori truffati di BPVI materia di propaganda elettorale

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Di Edoardo Bortolotto, deputato Enrico Cappelletti e senatrice Barbara Guidolin –
Le dichiarazioni del Ministro Giorgetti di concedere, bontà sua, ai risparmiatori truffati di BPVI e Veneto Banca “forse 300 milioni di euro” di ulteriori indennizzi, rilasciate per ingraziarsi l’audience Veneta in chiusura di campagna elettorale, sono un boomerang pazzesco, considerato che in campagna elettorale le forze politiche di maggioranza avevano promesso, anche per iscritto, di indennizzare i risparmiatori per l’intero importo loro dovuto per legge.

Ricordiamo che nottetempo, in legge di bilancio, governo e maggioranza presentarono un emendamento per azzerare il fondo di indennizzo, poi ritirato solo a seguito delle proteste di M5S ed associazioni. E ricordiamo che ad un ordine del giorno del M5S, che impegnava il Governo a procedere sollecitamente con gli indennizzi, la maggioranza alla Camera votò interamente contro, parlamentari veneti compresi. Solo a seguito dell’insorgere delle associazioni di risparmiatori, esasperati per essersi sentiti presi in giro ancora una volta, la maggioranza fece un mezzo passo indietro approvando un ulteriore atto di indirizzo che andava nella giusta direzione.

Credo tuttavia che la gente, si sia resa conto di un fatto ben preciso: con il M5S al governo sono arrivati nei conti correnti dei truffati – per lo più Veneti – oltre un miliardo di euro di indennizzi. Non era mai successo nella storia d’Italia. Con il centro destra al governo non solo non è stato loro concesso più nulla, ma sono stati pure bloccati i 500 milioni residui, già disposti per legge. Bloccati salvo, in chiusura di campagna elettorale, le parole del Ministro che aprono alla possibilità di un umiliante indennizzo…. inspiegabilmente ridotto di 200 milioni.

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Il Veneto e l’Ufficio del Garante per gli Anziani

di Sebastiano Arcoraci*

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Il Veneto e l'Ufficio del Garante per gli Anziani | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il sindacato UGL Pensionati Veneto registra l’esito positivo dell’incontro dello scorso gennaio con l’Assessore Regionale ai Servizi Socio-Sanitari, Manuela Lanzarin. In quell’occasione, la Regione si era mostrata disponibile ad ampliare l’attenzione verso la categoria delle persone anziane e fragili tramite l’Ufficio del Garante Regionale.

Con la nota del 19 marzo scorso firmata dall’Avv. Mario Caramel, Garante della Persona per il Veneto, si conferma l’impegno congiunto della Giunta e del Consiglio Regionale per estendere le funzioni del Garante, includendo la tutela dei bisogni e dei diritti degli anziani.

Questa iniziativa, annunciata dal Garante, potrebbe posizionare il Veneto come pioniere nel garantire protezione e sostegno alla popolazione anziana, che rappresenta ormai il 25% dei cittadini. Mantenendo gli anziani in uno stato attivo e dinamico, essi possono continuare a contribuire alla cura della famiglia come Caregiver e a sostenere il mondo del volontariato e del no profit, settori in cui il Veneto si distingue da tempo.

Nei prossimi mesi, attraverso un dialogo costante con l’Assessorato alle Politiche Socio-Sanitarie del Veneto e il coinvolgimento del Garante e di UGL Veneto, si cercherà di sperimentare l’applicazione di questo Istituto, al fine di promuovere il ruolo fondamentale che gli anziani svolgono nella società contemporanea e di preservare salute, diritti e prerogative civili.

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ARTE & CULTURA

Le parole d’ordine del Sintetismo

di Paolo Battaglia La Terra Borgese*

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Le parole d'ordine del Sintetismo | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il Sintetismo è il Movimento pittorico che causa la frattura con l’impressionismo. Rotonchamp, primo biografo di Gauguin, definisce così la «sintesi»: «Semplificazione voluta delle linee, delle forme e dei colori, che vuol dare all’espressione la sua intensità massima con la soppressione di tutto ciò che potrebbe diminuirne l’effetto».

È così che si compie ormai la rottura definitiva con l’impressionismo. Essa avviene in una maniera radicale che Cézanne e Seurat avevano sempre evitata, anche se erano talvolta portati a tradire l’impressionismo nel tentativo di completarlo.

Il Sintetismo, al contrario dell’impressionismo, capovolge il rapporto del pittore nei confronti della realtà: non ci si sottomette più alla natura, la si utilizza. Ma per capire a quale scopo occorre chiedersi a che cosa rimanda il «massimo di intensità» di cui parla Rotonchamp. È qui che interviene la prospettiva simbolista che Emile Bernard, spirito teorico, influenzato inoltre dall’amico Aurier, rivendica molto più esplicitamente di quanto lo abbia mai fatto Gauguin: non si tratta di utilizzare la natura per confessarsi ma per trame la sua sostanza, la sua essenza, la sua idea, che si rivela solo alla immaginazione dell’artista.

Architettura geometrica. Così scrive Bernard:

«Poiché l’idea è la forma delle cose raccolte dall’immaginazione, bisognava dipingere non più davanti alla cosa, ma riprendendola nell’immaginazione che l’aveva raccolta… la memoria non trattiene tutto, ma solo ciò che colpisce la mente. Dunque, forme e colori divenivano semplici in una uguale unità. Dipingendo con la memoria, avevo il vantaggio di abolire l’inutile complicazione delle forme e dei toni. Restava uno schema del soggetto guardato. Tutte le linee ritornavano alla loro architettura geometrica, tutti i toni ai colori tipo della tavolozza prismatica.»

Quindici anni prima del fauvismo. Il Manifesto del Sintetismo nei cinque punti di Aurier

Quindici anni prima del fauvismo eccoci dunque all’arte decorativa ed al colore puro. Ma il Sintetismo del 1888 comprende ugualmente uno sfondo filosofico – una specie di platonismo visionario – che gli conferisce il suo stile particolare. Così scrive Aurier, alla fine del grande articolo che egli dedica a Gauguin e che è un vero manifesto della nuova pittura: «L’opera d’arte, come io ho voluto logicamente evocarla, sarà: a) idealista, poiché il suo unico ideale sarà l’espressione dell’idea; b) simbolista, poiché esprimerà questa idea con delle forme; c) sintetica, poiché scriverà queste forme, questi segni, secondo un metodo di comprensione generale; d) soggettiva, poiché l’oggetto non vi sarà mai considerato in quanto oggetto, ma come segno d’idea percepita attraverso il soggetto; e) (è una conseguenza) decorativa, poiché la pittura decorativa propriamente detta, tale come l’hanno intesa gli Egiziani, molto probabilmente i Greci ed i primitivi, non è che una manifestazione d’arte contemporaneamente soggettiva, sintetica, simbolista e idealista.»

La sintesi del Sintetismo è dunque una pittura astratta. Infatti, i sintetisti non si prendono nei confronti del mondo esteriore le singolari libertà che si concederanno invece i pittori del secolo xx. Il fatto è che il mondo contiene, per chi sa vedere e interpretare, l’idea. Bisogna piuttosto mondarlo, semplificarlo – poiché come dice Bernard, «tutto ciò che carica eccessivamente uno spettacolo lo copre di realtà e occupa i nostri occhi a svantaggio della nostra mente» – riassumerlo dunque nel suo proprio significato, nella sua verità armoniosa, stilizzarlo cioè e trarne una astrazione, come dice Gauguin. Così in lui la forma plastica non sarà mai la sola ad essere determinante, essa sarà sempre legata al significato emotivo dello spettacolo rappresentato. 

Questo significato, in compenso, potrà trasformare la rappresentazione, completarla con nuovi elementi simbolici; così La visione dopo il sermone di Paul Gauguin, in cui è dipinto l’episodio biblico descritto in Genesi 32:23-32 e in Osea 12:4-5 (lotta di Giacobbe con l’angelo), inserisce, in uno stesso insieme, le Bretoni che escono da messa e la visione, che appare loro, di un episodio del sermone che hanno appena ascoltato.

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PNRR, preoccupazione della Corte dei Conti sulle risorse destinate alla Sanità

di Barbara Guidolin*

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Sanità, le Regioni del Sud facciano fronte comune. Non è più il tempo dell’ipocrisia | Rec News dir. Zaira Bartucca

Oggi la Corte dei Conti ha sollevato preoccupazioni sulle risorse destinate alla sanità nel contesto del Pnrr. Contrariamente alle assicurazioni del governo, la Corte conferma che la rimodulazione dei fondi compromette gli investimenti regionali e ritarda i progetti. Questo scostamento di risorse rischia di bloccare i lavori già avviati.

I Parlamentari del Movimento 5 Stelle delle Commissioni Affari Sociali di Camera e Senato esprimono preoccupazione per i continui tagli e rinvii nel settore sanitario. Proprio ieri, alle regioni che chiedevano conto del taglio di 1.2 miliardi destinati alla realizzazione di opere per la sicurezza sismica delle strutture ospedaliere del nostro Paese, il governo aveva negato l’evidenza, parlando di risorse recuperabili tramite il fondo per l’edilizia sanitaria.

Ma, a detta degli assessori regionali, non ci sono risorse libere in quel fondo. E per i bandi e i cantieri già partiti a cosa si andrà in contro? Questo spostamento di risorse rischia di provocare il blocco dei lavori.

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L’importanza
della valutazione
di impatto generazionale

di Maria Cristina Pisani*

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L'importanza della valutazione di impatto generazionale | Rec News dir. Zaira Bartucca

Le politiche giovanili sono intersettoriali e richiedono puntualità nell’individuazione dei bisogni che non può che partire dall’ascolto dei giovani.  È quello che il Consiglio Nazionale dei Giovani fa nella definizione di piani nazionali annuali, in vista delle manovre finanziarie, piani che accanto ad analisi tecniche di impatto, affiancano la raccolta dei bisogni e delle necessità giovanili. 

Per questo l’introduzione della valutazione d’impatto generazionale in Italia può essere una novità importante. Le vulnerabilità strutturali del contesto in cui i giovani si trovano a lottare per la propria emancipazione, rendono necessario questo strumento per recuperare anche la fiducia nel futuro.

L’ascolto e l’attenzione verso i bisogni giovanili è proprio il primo necessario passo per riacquisirla e per ricostruire fiducia delle giovani generazioni anche nei confronti delle Istituzioni. I criteri di valutazione  della VIG non devono guardare solo al criterio dell’efficienza, ma rispondere soprattutto al criterio di rilevanza, anche sull’esempio delle esperienze degli altri Paesi europei e dell’impegno annunciato anche dalla Commissione Europea, qualche settimana fa, sulla implementazione dello “Youth Check”.

In Austria, ad esempio, tutte le nuove proposte legislative e regolamentari sono valutate per le potenziali conseguenze sulle nuove generazioni attraverso il coinvolgimento del Consiglio nazionale dei giovani austriaco in rappresentanza anche delle organizzazioni giovanili. Ed è anche quello che la Commissione Europee fa, da decenni, nella definizione di una Strategia Europea della Gioventù, costruita grazie all’ascolto dei giovani e all’individuazione di priorità attraverso percorsi strutturati di Dialogo dell’UE con i Giovani che in Italia il CNG coordina in gruppo di lavoro con AIG e Dipartimento politiche giovanili. 

L’attività di analisi che abbiamo fatto in questi anni ci ha permesso anche di capire in che modo poter orientare in generale le politiche del nostro Paese, per favorire anche un cambio generazionale. Anche per questo ritengo che serva un approccio complessivo, che vada di pari passo con la Legge quadro per le politiche giovanili. Quando abbiamo iniziato a lavorarci, assieme al Ministro Abodi, l’abbiamo concepita come uno strumento utile a comprendere ed affrontare le criticità vissute da questa generazione e a definire strategie di intervento misurate e pluriennali.

Il nostro Paese presenta il più alto numero di Neet, nonostante un tasso di occupazione giovanile in ripresa, ma caratterizzato da precarietà. Riflettiamo e affrontiamo numerose criticità, dovute soprattutto alla mancanza di valutazione e monitoraggio delle politiche che hanno impatto diretto e indiretto sulle giovani generazioni. Crediamo che sia importante testare questo strumento anche oggi, da una prospettiva generazionale, per affrontare le sfide più immediate. Queste criticità, pur essendo state oggetto di attenzione economica anche a livello internazionale e globale, richiedono un approccio specifico e dettagliato che vada oltre il contributo tecnico, richiedendo una capacità di coinvolgimento giovanile. Questo approccio è fondamentale per affrontare efficacemente le sfide attuali.

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