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Corsi sicurezza sul lavoro. Ok alla formazione online sincrona

Le novità rilevanti per chi si occupa di sicurezza sul lavoro

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Corsi sicurezza sul lavoro. Ok alla formazione online sincrona | Rec News dir. Zaira Bartucca

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Il Decreto legge del 24 marzo 2022 regola le attività di formazione per i corsi di sicurezza sul lavoro anche in modalità online purché sincrona e tracciabile. Questo decreto è stato convertito in legge alla Camera il 5 maggio 2022. Per chi si occupa di sicurezza sul lavoro, la novità più rilevante è la piena equiparazione tra corso in presenza e corso online in videoconferenza.

In particolare l’art.9 bis specifica che la formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza su la lavoro può essere erogata sia in presenza, sia in aula, sia modalità videoconferenza sincrona. Fanno eccezione alcuni corsi di addestramento che richiedono, come concordato nella Conferenza Stato Regioni, una prova pratica in presenza.

L’intento del legislatore è evidente. Nello scenario attuale la formazione online sincrona è perfettamente equiparabile alla formazione in aula. Oggi però si può fare riferimento a una norma e quindi evitare ogni possibile fraintendimento sul tema.

Cosa s’intende per videoconferenza sincrona

Una videoconferenza sincrona è una sessione formativa online in cui docente e discenti sono collegati, da remoto, online, in diretta. Tutti partecipano alla videoconferenza nello stesso momento, quindi.

I software di videoconferenza specifici per la formazione online sincrona, come ad esempio Teleskill live webinar, hanno caratteristiche dedicate a poter replicare il più fedelmente possibile quanto potrebbe avvenire qualora la lezione si svolgesse in un’aula reale. È quindi possibile avere una lavagna virtuale, condividere ogni tipo di file, collaborare tutti su uno stesso file, condividere lo schermo del docente, comunicare in tempo reale con il docente in audio o video, comunicare con i compagni di corso tramite chat.

Reportistica su presenze, comportamenti e risposte ai test

Altra caratteristica fondamentale per la formazione online sincrona riguarda la possibilità di tracciare la presenza degli utenti e le loro prestazioni riguardanti test o questionari da compilare durante l’evento formativo, generando tutti gli opportuni report. Molto apprezzata dai docenti è anche la funzione di separazione in gruppi della classe, suddividendoli, ricordiamolo, online in tempo reale, in stanze separate per permettere lavori di gruppo utili alla didattica.

Esistono poi degli strumenti che servono a validare altre specificità come il pulsante “inizia lezione” che permette di verificare il tempo netto di presenza alla lezione. Ogni lezione dovrebbe poi poter essere registrata e trasformata in contenuto SCORM, adatto quindi a essere ospitato su una piattaforma LMS. Sempre con Teleskill live, un prodotto molto utilizzato e già citato sopra si può registrare la videoconferenza, procedere alla scelta del formato, del lay out e c’è anche la possibilità di di aggiungere manualmente un’alberatura di contenuti.

Cosa prevede la legge in materia di registrazione videoconferenze sincrone

Su questo punto occorre però una precisazione ove si tratti di corsi sulla sicurezza sul lavoro. Si possono convertire le videoconferenze in contenuti formativi asincroni, con attestati validi ai sensi d.Lgs 81/08, esclusivamente se si è soggetti formatori accreditati (o ope-legis). In tutti gli altri casi le registrazioni potranno essere utilizzate esclusivamente per ripasso, o per permettere agli assenti una visione successiva.

Il vantaggio di corsi di sicurezza sul lavoro in videoconferenza sincrona

Il vantaggio di usare la videoconferenza sincrona in questo settore è particolarmente interessante per contrastare la rapida obsolescenza dei contenuti. Normative e adempimenti possono cambiare con rapidità e un software come Teleskill live permette di aggiornare tutti gli interessati favorendo interazione e coinvolgimento.

Si tenga inoltre presente l’importanza dei corsi di sicurezza sul lavoro. Per catturare l’attenzione dei partecipanti potrebbe non bastare l’organizzazione di una videoconferenza e di qualche slide di presentazione. Ecco allora che l’ampia possibilità di format che prevede l’applicazione è utile per avere sempre contenuti caratterizzati per il contesto. Questo favorisce l’interesse e l’attenzione dei discenti e gli consente di identificare meglio il tema. Per essere più chiari è forse il caso di delineare un esempio di questi format. Si potrebbe prevedere un test in entrata condiviso coi discenti in diretta, e, successivamente proseguire con sessioni di lezione alternate a questionari multipli tracciati a cui l’utente può rispondere in un tempo limitato. Tutto questo lasciando attiva la chat, le domande al relatore, i like e ogni altra forma di interazione presente. Infine, si potrebbe concludere la lezione con un questionario di uscita e il rilascio dell’attestato di partecipazione.

Esistono poi vantaggi più generici, ma non trascurabili. La formazione online permette di collegare tutti i discenti da remoto. Questo si traduce in un grande risparmio di tempo (spostamenti, viaggi, ecc.), ma anche di denaro perché non serve più avere aule capienti e attrezzate.

Permette inoltre di non distrarre i collaboratori dalle loro funzioni, se non per il tempo della videoconferenza sincrona. Subito dopo essi possono riprendere la normale operatività. Un ulteriore vantaggio è la reportistica che offre dati utili sull’andamento del corso (livello di apprendimento, gradimento e altro ancora), ma è anche richiesta, in alcuni casi, dagli enti finanziatori della formazione.

Rec News dir. Zaira Bartucca -recnews.it

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Auto aziendali elettriche, “tendenza in crescita”

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È in crescita il trend delle auto elettriche aziendali, almeno stando ai numeri che riguardano i primi sei mesi del 2022. La situazione, però, presenta luci e ombre: infatti le vendite a livello europeo rimangono su livelli non troppo alti, a dispetto degli incentivi che da qualche anno a questa parte sono stati offerti in vari Paesi europei. Se è vero che nel 2035 non potranno più essere vendute auto a diesel o a benzina, quindi, per il momento l’obiettivo appare ancora lontano. Il discorso è diverso, però, per le vetture elettriche aziendali.

Infatti in questo caso il comparto delle flotte ha cominciato a prestare molta attenzione, sia per il presente che in una prospettiva futura, alla mobilità a emissioni zero. Sono in aumento gli investimenti destinati ad aggiornare le flotte puntando sulle auto elettriche. Nel primo semestre di quest’anno sono aumentate le vendite a livello europeo di veicoli elettrici aziendali, con i numeri che dimostrano quanto tutto il settore sia attirato da questa tipologia di auto. Insomma, il settore va verso una graduale elettrificazione.

Una soluzione intelligente può essere senza dubbio quella del noleggio auto aziendali a breve termine, magari attraverso i servizi che vengono offerti da Maggiore.it. Questo, infatti, è il partner migliore a cui si possa fare riferimento, per esempio per consentire ai dipendenti di viaggiare durante le loro trasferte di lavoro a bordo di veicoli nuovi, sicuri e all’avanguardia. I pro che il noleggio offre in confronto all’acquisto sono noti, dal punto di vista economico ma non solo: per un’azienda, questa soluzione consente di non immobilizzare il capitale e di non dover stanziare cifre esagerate per l’acquisto di veicoli che, nel giro di breve tempo, sono destinati a svalutarsi. Il noleggio, inoltre, assicura un turnover dei mezzi a disposizione, il che vuol dire poter contare sempre su veicoli performanti e in linea con le esigenze che ci si propone di soddisfare.

Nel novero delle vetture elettriche aziendali, a guidare il mercato a livello europeo è il Gruppo Volkswagen, che può vantare un market share del 24%, tenendo conto non solo del marchio Volkswagen, ma anche di Porsche, di Cupra, di Skoda e di Audi. Per il colosso tedesco, in effetti, le flotte aziendali sembrano costituire uno dei più importanti ambiti per lo sviluppo e la crescita di una gamma di veicoli elettrici aziendali che pare espandersi sempre di più.

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Educazione finanziaria e nativi digitali, “c’è ancora molto da fare”

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Educazione finanziaria e nativi digitali, "c'è ancora molto da fare" | Rec News dir. Zaira Bartucca
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Oggi più che mai si pone l’accento su quella che è l’educazione finanziaria. In particolare è interessante studiare il rapporto tra quest’ultima e i cosiddetti nativi digitali. Chi sono? Si tratta delle nuove generazioni, nate nell’era della cosiddetta trasformazione digitale e abituate ad avere a che fare con internet e con tutte le nuove tecnologie. Tra questi si possono distinguere i cosiddetti nativi digitali “spuri”, nati a cavallo dell’inizio della transizione e che oggi hanno tra i 19 e i 25 anni, i Millenials che oggi hanno tra i 14 e i 18 anni e i nativi digitali veri e propri.

Fasce d’età differenti che, però, sono accomunate da un dettaglio: la necessità di approfondire i temi legati alla finanza. Si tratta di un’esigenza importante che, oggi come oggi, è anche facilitata dalle nuove tecnologie e dalla possibilità di avere sempre accesso alle informazioni. Tuttavia, nonostante questi strumenti sussistono dei gap da colmare. Grazie a una recente indagine condotta dall’Osservatorio sull’Educazione Finanziaria su un campione di 2500 under 30, si è scoperto che l’educazione in ambito finanziario non è uniforme e manca del tutto in alcuni casi.

Nello specifico, un articolo del Sole 24 Ore che ha riportato i risultati di questa indagine mette in luce un quadro con non poche ombre. Stando a quanto emerso, circa il 50% degli intervistati non riesce a calcolare un rendimento bancario o a convertire un tasso di interesse in somme. Non solo. Risulta essere scarsa la conoscenza della teoria finanziaria che concerne risparmio, potere d’acquisto e molto altro ancora.

Si tratta di concetti chiave che non solo possono essere utili nella vita quotidiana ma aiutano anche a difendersi da possibili truffe online e non solo. C’è molto da fare, quindi, poiché le nuove generazioni sono il futuro. Cosa fare? Sfruttare i vari strumenti a propria disposizione per migliorare le conoscenze dei nativi digitali in tema di economia e finanza. 

L’evoluzione digitale ha permesso di avere accesso a molteplici tipologie di fonti di informazione, sia online che offline. Selezionarle scegliendo le migliori è un primo passo. Ad esempio, la guida di Affari Miei su dove investire  è una delle fonti più approfondite per approcciare l’argomento.

Ricercare in rete questo tipo di informazioni e di approfondimenti è la soluzione migliore per riuscire ad apprendere tutto ciò che potrà portare a una indipendenza finanziaria più consapevole e più semplice. Questo deve essere l’obiettivo delle nuove generazioni e in particolare dei nativi digitali. 

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Buoni acquisto, il segreto delle aziende per aumentare la produttività

Si stanno diffondendo sempre di più le politiche di welfare aziendale, che puntano su benefit messi a disposizione dei dipendenti. Tra quelli più apprezzati in assoluto ci sono i buoni acquisto

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Buoni acquisto, così le aziende possono aumentare la produttività | Rec News dir. Zaira Bartucca

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La capacità di muoversi sul proprio mercato di riferimento, la qualità dei prodotti offerti e la fidelizzazione dei clienti sono elementi chiave per ogni azienda, tuttavia ogni strategia aziendale sarebbe del tutto inutile senza una forza-lavoro professionale e produttiva.

In tale ottica si stanno diffondendo sempre di più le politiche di welfare aziendale, che puntano su benefit messi a disposizione degli stessi dipendenti, che vedono il loro potere d’acquisto aumentare.

Tra quelli più apprezzati in assoluto ci sono i buoni acquisto, che consentono ai collaboratori di comprare prodotti o di usufruire di servizi presso i negozi, gli shop online e le strutture convenzionate.

I buoni acquisto, disponibili in formato cartaceo o digitale, consentono ai dipendenti di acquistare ciò che desiderano senza mettere mano al portafogli, quindi il loro stipendio non viene minimamente intaccato.

Tutto questo si può tradurre in una maggiore soddisfazione per i collaboratori, che possono apprezzare l’interessamento dell’azienda nei loro confronti e risultano più produttivi.

In generale nell’ambito lavorativo si respira un’atmosfera più rilassata e stimolante, che spinge i collaboratori a lavorare di più e meglio.

Un altro importante vantaggio che va sottolineato è la flessibilità dei buoni acquisto, in quanto i datori di lavoro possono distribuirli a seconda delle varie esigenze dei beneficiari.

Un dipendente di 20 anni avrà necessità ben diverse rispetto ad un collega di 30, 40, 50 o 60 anni. Ecco perché alcune aziende che vogliono massimizzare i vantaggi garantiti da questi benefit, effettuano una sorta di sondaggio interno per capire quali sono le preferenze della collettività, e poi di ogni singola persona.

La flessibilità dei buoni acquisto si apprezza anche al momento dello shopping, poiché ognuno può sfruttarli come ritiene più opportuno: c’è chi preferisce acquistare direttamente online e chi invece effettua le compere all’interno di punti vendita fisici.

Tra azienda e dipendenti si vengono a creare relazioni stabili e durature che portano vantaggi tangibili ad entrambi gli attori in causa, dal momento che si tratta di benefit deducibili al 100% ed esentasse.

I datori di lavoro hanno tra le mani uno strumento potentissimo, che possono usare per aumentare la produttività dei collaboratori e migliorare le performance delle vendite.

Ritornando al discorso della flessibilità, anche le aziende possono sfruttare questi benefit a seconda delle loro strategie.

I buoni acquisto possono essere usati come regalo aziendale, magari in occasione delle festività estive e delle festività natalizie, da fare ai dipendenti che, invece dell’anonima penna o di un gadget che finirà a prendere polvere in un cassetto, possono acquistare un articolo di loro gradimento.

Oppure possono essere utilizzati in occasione di compleanni, per far sentire valorizzato ogni singolo dipendente, o dopo traguardi importanti come l’acquisizione di un nuovo cliente, l’apertura di una nuova filiale o il raggiungimento di un determinato numero di vendite, tutti risultati ottenuti grazie allo spirito di gruppo della propria forza-lavoro che vengono così premiati.

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Mettere casa in affitto: quali tutele per il proprietario?

Il mercato degli affitti attraversa un periodo florido, complice anche la ripresa diffusa delle attività sociali. Sempre più persone pensano a nuove soluzioni abitative, senza tralasciare l’opzione di trasferirsi in altre città o semplicemente in un’altra abitazione. Ecco perché è necessario affidarsi a professionisti del mercato immobiliare

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Mettere casa in affitto: quali tutele per il proprietario?

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Il mercato degli affitti attraversa un periodo florido, complice anche la ripresa diffusa delle attività sociali. Sempre più persone pensano a nuove soluzioni abitative, senza tralasciare l’opzione di trasferirsi in altre città o semplicemente in un’altra abitazione. Il rapporto tra proprietari e inquilini è tradizionalmente passibile di criticità. Da un lato, l’inquilino vorrebbe trovare un locatore disponibile, con cui sia sempre possibile un confronto: insomma ancor prima dell’appartamento giusto cerca il proprietario ideale. Dall’altro, il locatore ambisce a trovare locatari dal comportamento ineccepibile ma soprattutto affidabili. Affidabilità che si traduce anche nella puntualità nel pagamento del canone mensile.

Affidarsi al miglior consulente immobiliare della propria zona consente di trovare un inquilino velocemente, senza soccombere sotto il peso della normativa spesso ostica degli affitti. In tal senso, Zappyrent è l’interlocutore ideale per i proprietari di casa che vogliono mettere in affitto il proprio appartamento. Sempre più apprezzato dai consumatori, Zappyrent è il portale che mette in contatto proprietari e inquilini, selezionati preventivamente e rigorosamente, offrendo affitti sicuri. Come? Mettendo a disposizione di ogni proprietario una scheda contenente tutte le informazioni necessarie sul potenziale conduttore (profilo individuale, stabilità economica, ecc.). Inoltre, qualora l’inquilino non pagasse il canone, il locatore viene ulteriormente tutelato. L’importo, infatti, viene comunque versato da Zappyrent, che si occupa anche di un eventuale sfratto.

L’intenzione, però, non è quella di addentrarsi nell’annosa questione dei pagamenti puntuali. Un immobile in affitto deve essere il più aderente possibile alle aspettative dei futuri inquilini. Non basta che sia di valore: quel valore è necessario comunicarlo.

Far distinguere la propria casa in mezzo a migliaia di annunci è un’impresa ardua solo se non si riserva alla promozione della stessa il giusto tempo. Promozione che però è strettamente legata a mettere in risalto quelli che sono i reali punti di forza. Alcuni locatori tendono invece a farsi trasportare dall’onda emotiva dettata dal legame affettivo con la propria casa, dando per scontato che la casa piacerà a prescindere.

Prima di pensare di affittare casa, non bisogna inoltre dimenticare che c’è una precisa ripartizione delle incombenze di manutenzione. L’inquilino è tenuto ad occuparsi di tutte quelle attività che afferiscono alla manutenzione ordinaria. Il proprietario dell’immobile, invece, deve provvedere alla manutenzione straordinaria (lavori di riparazione o cambio di parti anche strutturali; integrazione di servizi igienico sanitari e tecnologici).

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