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Il direttore di Rec News Zaira Bartucca, che nel 2018 ha denunciato il sito Gayburg per diffamazione e nel 2020 per diffamazione aggravata ed atti persecutori, ha chiesto ieri un parere al Garante per la Privacy – Dipartimento Libertà di Manifestazione del Pensiero e cyberbullismo, all’Ordine dei Giornalisti e all’AgCom sui contenuti violenti e di incitazione all’odio verso determinate persone e categorie, pubblicati nel più totale anonimato. Questo il testo dell’istanza.

Si pongono alla C.se Attenzione del Garante per la Privacy – Dipartimento Libertà di manifestazione del Pensiero e ciberbullismo, dell’Ordine dei Giornalisti in qualità di organo di tutela degli iscritti e dell’AgCom quale Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, le pubblicazioni del sito Gayburg, che legge in copia e che è stato da me querelato per diffamazione aggravata ed atti persecutori (quasi 200 articoli scritti con cadenza pressoché giornaliera, in un caso dieci al giorno).

La sottoscritta, giornalista regolarmente iscritta all’ODG, domanda un parere circa le pubblicazioni che avvengono a cadenza regolare sul sito Gayburg, che per quello che mi riguarda si occupano di schedare ogni mia libera manifestazione del pensiero (fino ad attribuirmi considerazioni non mie) ogni mia opinione e quasi ogni articolo proveniente dal sito di cui sono responsabile, sempre e solo per avanzare aspre critiche, offese gratuite, per intavolare discorsi violenti incentrati all’odio (hate speech) e discorsi sessisti di disprezzo verso chi scrive, con una noncuranza plateale verso l’articolo 21 della Costituzione e non solo.

Tali contenuti controversi, cui si rimanda, nonostante numerose diffide sono catalogate e messe a disposizione di Google Italia come “Notizie”. La spirale di violenza del sito “Gayburg” è giunta a tal punto che negli articoli che mi riguardano è possibile leggere commenti di lettori che auspicano la mia morte per tumore, per coronavirus, all’interno di una terapia intensiva, cadendo da un palazzo. Mi si augura – grazie al lavoro di Gayburg e alla compiacenza di Google – di avere un prolasso uterino, di essere legalmente perseguita, di finire in carcere sottoposta a violente punizioni e di essere radiata dall’Ordine cui appartengo, pur essendo una cittadina incensurata che nell’arco della sua intera vita non ha commesso alcun crimine.

Specifico che dal 2013 – anno della mia iscrizione all’Ordine dei Giornalisti – non ho mai subito alcun provvedimento disciplinare, ivi compresi gli ammonimenti e i richiami verbali.

La presente è dunque per porre anche all’attenzione degli organismi strettamente competenti la mia vicenda di giornalista cui è impedito l’esercizio della libertà d’espressione, che si vede vessata e perseguitata nell’esercizio del suoi diritti di critica e di cronaca e per domandare l’avvio di azioni concrete.

Al Garante per la Privacy – Dipartimento Libertà di manifestazione del pensiero e cyberbullismo – si domanda di valutare il possibile avvio (dopo i dovuti accertamenti) di un’azione quotidiana di monitoraggio dei contenuti pubblicati da Gayburg che comprenda la lettura dei testi onde individuare discorsi d’odio o infamanti, in grado di ledere la reputazione e i diritti altrui. Si fa riferimento non solo alla vicenda di chi scrive, ma a quella di altri colleghi e non solo che sono oggetto di violente invettive quotidiane, che hanno ridotto alcuni all’abbandono delle proprie pagine social pur di non subire ritorsioni nel momento in cui decidevano di esprimere la loro libera opinione su un dato argomento. Tali atti, a parere di chi scrive, sono assimilabili al cd. “cyberbullismo”.

All’AgCom si domanda il monitoraggio di Google Italia e di valutare la pubblicazione di dati che permettano ai comunicatori e ai cittadini di comprendere i criteri che l’azienda adotta per evidenziare determinati contenuti e penalizzarne altri, nell’ottica della trasparenza. Si domanda inoltre all’AgCom la verifica dei requisiti di legge dei sito Gayburg, che non espone il numero di iscrizione al ROC – Registro degli Operatori della Comunicazione – pur ospitando al suo interno pubblicità. Si domanda inoltre un parere circa l’anonimato di detto sito, che non specifica un responsabile e non firma nessuno dei suoi articoli.

All’Ordine dei Giornalisti si chiede di avviare tutte le azioni che riterrà opportune per la tutela di un’iscritta, e di verificare che l’autore/ gli autori del sito Gayburg abbiano tutti i requisiti previsti dall’ordinamento vigente per esercitare attività assimilabile a quella giornalistica, visto che Gayburg si auto-descrive quale sito di “informazione, attualità, cultura e notizie gay. Scopri le ultime news”). Si fa presente che Gayburg, in quanto sito proprietario di dominio autonomo con hosting Aruba, non è un blog ma un sito, e che quindi secondo l’interpretazione estesa della normativa attualmente in vigore svolge attività assimilabile a quella della stampa e dello stampato. Si chiede, altresì, all’Ordine dei Giornalisti di esprimersi circa il concetto di “Notizia”, e circa i criteri permettono di definire “notizia” un contenuto.

Si domanda, in altre parole, se un testo impostato per mezzo di discorsi d’odio che incitano alla violenza verso un determinato soggetto, infarcito di post social e di critiche feroci, che non tiene conto dei principi di continenza e contingenza, possa essere definito “Notizia” e messo a disposizione di milioni di lettori attraverso gli aggregatori di notizie.

A Google Italia, infine, si domanda di nuovo di rendersi reperibile fornendo i recapiti fisici e legali di Google Ireland, onde permettere l’esercizio di eventuali azioni di tutela. Si domanda altresì all’azienda di avviare azioni di cooperazione con gli organismi preposti, al fine di individuare situazioni di criticità e di porvi rimedio, nell’interesse dei comunicatori, dei giornalisti e dei liberi cittadini che sono vittime di azioni di cyberbullismo.

Tag: Gayburg Rec News dir. Zaira Bartucca – recnews.it

ARTE & CULTURA

Bandire i forestierismi. “Ricorda il fascismo, lasciare libertà di espressione”

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Idiomi e Cancel culture, Belpoliti: "Ricorda il fascismo, bisogna lasciare libertà di espressione" | Rec News dir. Zaira Bartucca

“Sono rimasto sorpreso dalla scelta di questo tema nell’era del simultaneo”, ha affermato durante il programma radiofonico “Base Luna chiama Terra” su Radio Cusano Campus il professor Marco Belpoliti, autore della traccia selezionata per la prima prova scritta della Maturità 2023, scrittore, italianista e docente di Critica Letteraria e Letterature Comparate all’Università di Bergamo.

“C’è stata la pandemia che ci ha messo in attesa, come nelle telefonate: ‘La preghiamo di attendere’. Tutto ora è ricominciato accelerando, ma l’attesa è ancora lì e resta in attesa”. L’attesa, secondo Belpoliti, è ancora “una questione rilevante nelle nostre vite nonostante la velocità che ci circonda” ha sostenuto durante l’intervista.

Parlando dell’influenza della tecnologia sulla comunicazione, Belpoliti ha poi sottolineato che il senso dominante è diventato quello visivo. “C’è sempre stata più gente che guardava piuttosto che gente che leggeva. Parlare, parlano tutti, c’è il costante desiderio di parlare. Una volta un uomo nel corso della sua vita vedeva un centinaio di immagini. Ora ne vediamo migliaia ogni giorno, anche solo sui social”, ha proseguito Belpoliti.

Riguardo alla trasformazione delle modalità espressive, il professore ha poi evidenziato “il ritorno a un regime del flusso nella scrittura, simile alle scritture pubbliche dell’epoca romana che non conoscevano la punteggiatura. Ora usiamo i puntini sospensivi” ha ribadito. “L’emoticon crea l’elemento espressivo, disegnando le emozioni che non possono essere contenute nella scrittura, che dal canto suo non ha dei modi per dichiarare il tono con cui viene pronunciata una frase. C’è qualcosa di antico e contemporaneo allo stesso tempo. Qualcosa che è in evoluzione. Questa comunicazione non cancella l’altra. Una si sovrappone all’altra. Una predomina, l’altra regredisce” .

E sull’uso dei forestierismi nella lingua italiana, Belpoliti ha concluso l’intervista dicendo “Non sono spaventato dalla presenza di parole inglesi. Cancellare le parole inglesi, ricorda il fascismo. La pulizia linguistica mi ricorda un altro tipo di pulizia meno nobile. Bisogna lasciare anche una libertà all’espressione”.

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La paghetta per i giornalisti che daranno “priorità alle questioni legate al clima”

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La paghetta per i giornalisti che daranno "priorità alle questioni legate al clima" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Dopo i colpi inferti dal governo e dalla riforma Nordio alla Libertà di Espressione, un altro mal costume continua a minacciare l’autonomia di giornalisti e comunicatori. C’è chi tenta di silenziare quelli che fanno il loro lavoro a suon di querele temerarie e di campagne diffamatorie e chi, invece, vorrebbe ridurre i più manipolabili a meri burattini che ripetono a pappagallo gli slogan del politicamente corrotto in fatto di Sanità, di migranti, di Europa, di rapporti sociali. E di clima, ovviamente.

Su quest’ultimo terreno – squisitamente agendista – si concentrano ora le ansie del Centro europeo di Giornalismo, che periodicamente eroga delle paghette, sotto forma di premi, ai giornalisti che “si distinguono” in un determinato settore. Abbiamo già scritto dei finanziamenti da 7500 dollari da parte dello stesso ECJ e della fondazione Bill & Melinda Gates destinati a quei comunicatori che influenzano l’opinione pubblica in tema di Sanità.

Questa volta, invece, il premio – da 2000 euro ed erogato sempre dal Centro europeo di Giornalismo – è per coloro i quali daranno “priorità alla segnalazione di questioni legate al clima” in articoli o reportage pubblicati dal 14 al 17 giugno. Cosa significhi dare priorità non è dato saperlo, ma quel che è certo è che a dare man forte alle narrazioni costruite ci sarà anche Google News, il servizio della Big Tech già multata per propaganda e favoritismi, anche in Italia. In che modo e con quali toni, poi, i giornalisti parleranno e scriveranno di siccità, alluvioni e di “emergenze” climatiche (sapendo che ad attenderli ci sarà una ricompensa), c’è solo da immaginarselo.

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Concorsi pubblici, Pallotta (OdG): “Giuridicamente scorretto escludere i pubblicisti”

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Concorsi pubblici, Pallotta (OdG): "Giuridicamente scorretto escludere i pubblicisti" | Rec News dir. Zaira Bartucca

“Riservare ai soli giornalisti professionisti con l’esclusione dei giornalisti pubblicisti la partecipazione al concorso per l’assunzione di personale nel settore della comunicazione bandito dal Gran Sasso Scienze Insitute, è immotivato e giuridicamente non corretto”. E’ quanto afferma il Presidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Stefano Pallotta, che ha inviato una lettera al direttore generale dell’Istituto, Mario Picasso, per chiedere la modifica del bando ai sensi della legge 150 del 2000.

“Si fa notare – si puntualizza nella lettera – che non esiste un albo dei giornalisti professionisti, ma che l’Ordine dei giornalisti comprende due elenchi, professionisti e pubblicisti e che in materia di concorsi nella Pubblica amministrazione, relativamente all’Ufficio stampa e comunicazione, la legge 150 del 2000 non fa alcuna distinzione tra i due elenchi limitandosi a richiedere l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti”, conclude il presidente Pallotta.

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Abuso di spyware, in arrivo la relazione della Commissione d’inchiesta del Parlamento europeo

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Abuso di spyware, in arrivo la relazione della Commissione d'inchiesta del Parlamento europeo | Rec News dir. Zaira Bartucca

In arrivo la relazione finale della Commissione d’inchiesta del Parlamento europeo sugli usi e gli abusi che riguardano gli spyware. L’organismo dopo un anno di indagini pubblicherà una serie di raccomandazioni. “Spiare oppositori politici, giornalisti o avvocati è illegale e contro i valori fondamentali dell’UE. Quando le forze di sicurezza utilizzano spyware, deve essere all’interno di confini chiaramente definiti. Gli abusi sono state flagranti violazioni dello stato di diritto”. E’ quanto fanno sapere i popolari.

“La Commissione d’inchiesta ha fatto luce sui casi di uso illegale di spyware contro giudici, avvocati, giornalisti e persino l’opposizione democratica. Questo abuso di spyware costituisce una flagrante violazione dello stato di diritto, dei valori dell’UE e dei principi democratici più elementari di elezioni libere ed eque”, ha dichiarato Juan Ignacio Zoido, portavoce del gruppo PPE nella Commissione d’inchiesta.

“Il Gruppo PPE sottolinea la necessità di sostenere coloro che sono stati presi di mira illegalmente con spyware. Ciò dovrebbe includere l’accesso a un ricorso giurisdizionale effettivo basato su norme definite dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”, ha detto l’eurodeputato Vladimír Bilčík, che ha negoziato la relazione finale. “Lo spyware non deve essere usato come arma politica contro le istituzioni democratiche, i politici o i giornalisti”, ha sottolineato ancora Bilčík.

“Le nostre forze di sicurezza hanno bisogno di strumenti tecnologici avanzati per affrontare minacce come il terrorismo, la criminalità organizzata o gli attacchi contro l’ordine costituzionale. Tuttavia, dobbiamo assicurarci che questi strumenti spyware vengano utilizzati nel rispetto dei diritti fondamentali e in conformità con i principi dello stato di diritto”, ha fatto eco – concludendo – Zoido.

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