La protesta pacifica e necessaria dei ristoratori: “Apriamo dal 15 gennaio per non chiudere più”
Immagine di repertorio
Segnatevi questa data: 15 gennaio. Inizierà quel giorno lo scatto d’orgoglio dei ristoratori italiani che si sono coalizzati sotto l’insegna dell’iniziativa “Io apro”, che secondo gli organizzatori ha già raccolto oltre 50mila adesioni. Gestori di ristoranti e di pizzerie ma anche di palestre (in pratica i rappresentanti di quei settori messi in ginocchio da quasi un anno di chiusure immotivate) diranno finalmente basta alle imposizioni dei Dpcm. Lo faranno – semplicemente – aprendo le serrande a pranzo e finalmente anche a cena, “per non abbassarle più” e con conto al tavolo alle 21.45. Una protesta pacifica che servirà a ricordare al governo che il lavoro non è un passatempo, né qualcosa a cui si può rinunciare o che può essere sostituito dalle “elemosine” di Stato, i cosiddetti “ristori”. Il lavoro – chiosano i motivati organizzatori – “è una necessità”, e ormai è più facile morire di stenti che di virus.

Ormai si deve perfino ribadire l’ovvio, e – addirittura – proteggersi da possibili multe mentre si esercita un diritto fondamentale sancito dal primo (primo!) articolo della Costituzione. Da questo punto di vista, i promotori di “Io apro” mettono a disposizione un ombrello protettivo per chi ha bisogno di lavorare e dal 15 in poi aprirà, con una copertura legale completa e un team composto da una trentina di avvocati che aiuteranno gli aderenti a gestire possibili contravvenzioni. Che – ci si immagina – in tempi di crisi, di difficoltà a mantenersi e di file chilometriche davanti a Caritas e organizzazioni di volontariato – neppure arriveranno.

Come partecipare e come sostenere i negozianti
Per comunicare la propria adesione, i negozianti possono inviare una mail a ioaproitalia@gmail.com. L’apertura può avvenire anche in maniera autonoma (come già accade in più parti d’Italia), ma il vantaggio a entrare nel circuito è quello di usufruire dell’assistenza legale, qualora se ne avesse bisogno. Chi è coperto, ovviamente, può anche fare da sé. Per facilitare una partecipazione capillare, sono sorti i comitati regionali, tutti presenti su Telegram. Ecco la lista.
Gruppo Nazionale “Io Apro”
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria (Genova)
Liguria (Savona)
Lombardia
Marche
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia (Agrigento)
Sicilia (Catania)
Toscana
Trentino
Umbria
Veneto
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