Mentre il sindaco di Torino Chiara Appendino (condannata a sei anni per falso ideologico) è salda al suo posto, in casa di Grillo e Casaleggio rischiano di saltare otto poltrone
Ancora aria di epurazioni nel Movimento 5 Stelle. Non che sia una novità. Consiglieri comunali, deputati, sindaci: nel partito consegnato provvisoriamente a Vito Crimi si schioda facile per poco, soprattutto quando si tratta di divergenze di vedute. Così, mentre il sindaco di Torino Chiara Appendino è stata condannata a sei mesi per falso ideologico ma è salda al suo posto (e per assurdo per il Comune piemontese non si pensa neppure a un commissariamento), alcuni deputati potrebbero ben presto dover salutare il movimento.
A Grillo (quello che ieri ha dichiarato di non credere nel Parlamento) e Casaleggio e alle voci che contano – altro che uno vale uno – non sarebbe andato giù il sostegno del No al Referendum da parte di alcuni grillini (otto), e a quel punto sarebbe scattato – come riportato da Affari Italiani – il procedimento disciplinare con tanto di invio di diffida scritta e di sventolamento di sanzioni.
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