
I “regali” del governo Conte alla criminalità organizzata
Appalti senza regole, boss fuori e un bel cono d’ombra per tre consorterie. Non manca la fiction. Una volta si chiamava trattativa, oggi sono benefits legalizzati
Il Decreto Semplificazioni (legge 76/2020) è entrato in vigore il 17 luglio, appena qualche giorno fa. Sostanzialmente, in materia di appalti legalizza l’affidamento diretto al di sotto di determinate soglie, in barba al Codice degli Appalti e ai bandi ad evidenza pubblica, che fino a 5 milioni non serviranno più. Un modo di istituzionalizzare le irregolarità che non è piaciuto a organismi come ASMEL e ANCE.
Di fatto si legalizza un malcostume
Di fatto, il governo legalizza sistemi poco trasparenti che prima erano un malcostume e ora diventeranno la norma. ANCE lamenta il colpo inferto alla concorrenza, ma la situazione sembra essere molto più complessa. Per assurdo, non si è pensato a niente di meglio che ad una certificazione antimafia, in realtà una liberatoria che consentirà un “tana liberi tutti”. Ma chi vigilerà? In base a quali criteri si favorirà un’impresa piuttosto che un’altra e con quale criterio si deciderà se viene a mancare lo strumento di base, cioè il bando a evidenza pubblica? Sicuramente a decreto legge pubblicato la criminalità organizzata (come sempre desiderosa di agire in assenza di regole) avrà drizzato le antenne.
Dopo i pm collusi, quelli da Oscar per la recitazione
Dopo la scarcerazione dei boss con la scusa del Covid, del resto, il rapporto con certa compagine politica è affiatato. E non bastano gli arresti teatrali continui a incrinarlo. Ormai sono quasi giornalieri, portati avanti da (presunti) magistrati anti-mafia desiderosi (dicono i bene informati) di riciclarsi in politica sedendo sulle poltrone più ambite, possibilmente nei gangli di partito cari a colleghi come Palamara e Co.
Chiacchiere e distintivo. Ma non si va mai fino in fondo
Il problema di questo fenomeno squisitamente calabrese, è che se ne arrestano cento a settimana ma ne rilasciano dieci al giorno (è il caso del sindaco renziano Gianluca Callipo), prima o poi si finiscono col vanificare tutte le operazioni messe in piedi. Ma forse l’intento è proprio quello. Per l’autunno, comunque, si annuncia in Calabria un maxi-processo che per numero di coinvolti dovrebbe ricordare quello portato avanti da Falcone e Borsellino.
Mentre in Calabria all’arresto segue la scarcerazione immediata, il resto delle mafie festeggiano il cono d’ombra studiato dal governo
Altre persone e altri tempi, infatti nonostante gli annunci in pompa magna c’è da giurare che il 2020 – a differenza del 1986 e bunker blindati in stile Ucciardone a parte – non sarà ricordato come l’anno della Legalità. Un aspetto suggerito anche dalle operazioni di certo utili, utilissime, ma fin troppo selettive. Si spieghi o meno con la provenienza geografica di ministri e sottosegretari e dello stesso premier (forse reticenti a colpire i propri corregionali) ma Forze dell’Ordine e Lamorgese sembrano essersi dimenticati quasi del tutto che esistono anche mafia, camorra e, non da ultima, sacra corona unita.
POLITICA
Alluvione Emilia e PNRR, De Raho: “Al lavoro per capire se le Istituzioni hanno appoggiato la criminalità organizzata”

“La carica di presidente della Commissione è espressione della maggioranza, così come nella scorsa legislatura, e la presidente Colosimo è espressione di questa maggioranza. Non c’è dubbio che ciascuno poi scelga la persona più adeguata secondo le proprie valutazioni”. Così è intervenuto il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Federico Cafiero De Raho, ai microfoni del programma radiofonico di Radio Cusano Campus “Base Luna chiama Terra” condotto da Lorenzo Capezzuoli Ranchi, per discutere dell’elezione di Chiara Colosimo, esponente di Fratelli d’Italia, alla presidenza della Commissione e delle criticità legate alla criminalità organizzata a seguito dell’alluvione in Emilia-Romagna.
Durante l’intervista ha anche risposto alle critiche in merito alla sua elezione a vicepresidente come un tentativo di accontentare le opposizioni sostenendo: “E’ evidente che nell’ambito dei vice uno è espressione della maggioranza, l’altro delle opposizioni che hanno individuato in me il parlamentare che poteva rappresentare. È una lettura che non solo personalmente non colgo, visto che mi occupo di mafia dal 1979, ma riconosce il mio impegno in 43 anni di magistratura in cui mi sono occupato di tutte le mafie: camorra, ‘ndrangheta, cosa nostra”. E ha proseguito “il mio lavoro sarà quello di cercare alleanze, condivisioni e comprendere se vi sono state parti delle istituzioni malate che hanno offerto il loro appoggio e perché lo hanno fatto. Ma ciò che oggi innanzitutto bisogna capire è in che termini il PNRR potrebbe essere inquinato dalle presenze mafiose“.
De Raho ha poi sottolineato l’importanza di “un monitoraggio elevato delle situazioni di emergenza, come nel caso delle recenti alluvioni, al fine di tracciare il denaro e i mezzi coinvolti, contrastando così la possibile infiltrazione della criminalità organizzata“. In merito a questo ha citato l’esempio del ponte di Genova, dove “il tracciamento ha contribuito a limitare l’interferenza della criminalità organizzata”.
“Bisognerà fare in modo – ha continuato De Raho – che tutto sia effettivamente rilevato, trasparente e chiaro, e soggetto a controlli da parte dei nuclei utilizzati dalla Prefettura, dell’Anac, delle Forze dell’Ordine e da parte di tutti coloro che sono tenuti a monitorare lo sviluppo dei lavori. Questo il compito che si ha in Emilia ma anche per i 200 miliardi di contratti pubblici che dovranno essere affidati” conclude il vicepresidente della Commissione Parlamentare Antimafia.
ATTUALITA'
Tribunale unico dei Brevetti, la sede distaccata in una città italiana
L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei

Una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti (TUB) è stata istituita a Milano. L’organismo si occuperà di soluzione delle controversie in materia di brevetti europei. L’intesa, negoziata per l’Italia dai ministeri degli Esteri e della Giustizia, sarà sottoposta a formalizzazione nel corso della prossima riunione del Comitato Amministrativo. La sezione milanese giudicherà su contenziosi che riguardano brevetti unitari provenienti da tutti i Paesi europei che fanno parte del TUB.
A seguito dell’uscita del Regno Unito dalla UE e dall’Accordo che istituisce l’organismo, è emersa la questione se si dovesse ricollocare ad altra sede quella prevista a Londra, che si affiancava alla sede centrale di Parigi e quella distaccata a Monaco di Baviera. In queste settimane il governo sta completando le procedure giuridiche e operative perché la sede sia operativa in un anno, riferiscono fonti istituzionali.
POLITICA
Roccella: “Ridare valore sociale alla maternità”

(Ascolta) –
“Noi non siamo dei registi, quindi non vogliamo l’obbligo come in altre nazioni. Certamente il congedo deve essere sempre paritario, devono poterlo prendere sia i papà sia le mamme, però quello che vogliamo è rendere attrattivo il lavoro di cura, valorizzare la maternità e valorizzare il lavoro di cura. Questo perché oggi se io dico di essere una mamma, non ho alcun prestigio sociale, se invece dico di essere una donna in carriera sì. Bisogna tornare al valore sociale della maternità, cioè ricordare che una donna che fa un figlio, fa qualcosa per la comunità”. Lo ha detto Eugenia Roccella, ministra delle Pari Opportunità e della famiglia, intervenendo a 24 Mattino su Radio 24.
POLITICA
Stati generali della natalità, “Ora riforma fiscale che metta al centro la famiglia”

“Gli Stati generali della natalità sono stati un’occasione importante per portare il tema della natalità al centro dell’agenda di governo, cercando di intervenire in quello che potremmo definire l’inverno della natalità. – Commenta Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE – Dalla Presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervenuta ieri, abbiamo ricevuto parole importanti di impegno concreto. Auspichiamo quanto prima l’introduzione di una riforma fiscale che metta al centro la detrazione fiscale dei costi per la crescita e l’educazione dei nostri ragazzi, che ammontano per ogni figlio a 10/15mila euro annui. Non ha senso continuare a parlare di bassa natalità, se non mettiamo i genitori nelle condizioni di poter provvedere al mantenimento dei propri figli”.