
Quindicimila bambini a scuola di Sicurezza (aggiornato)
Parte da Roma l’iniziativa nazionale che girerà l’Italia per spiegare ai piccoli fra i 6 e gli 11 anni come affrontare alluvioni, incendi, terremoti e attentati
Comunicato stampa
Nota: come da decreto approvato in Consiglio dei Ministri sulle misure di contenimento finalizzate a evitare la diffusione di Covid-19 (tra cui la sospensione delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione delle scuole in Italia e all’estero) gli eventi in oggetto sono stati sospesi con data da destinarsi
Sensibilizzare i più piccoli alla cultura della sicurezza e alla prevenzione dei rischi in caso di eventi di grande portata, promuovendo i comportamenti da adottare in situazioni che mettono in pericolo la loro incolumità. È questo l’obiettivo di Be Safe – Impariamo a proteggerci, iniziativa nazionale che toccherà 20 città italiane coinvolgendo oltre 700 Istituti comprensivi e più di 15mila bambini. Il via a Roma con il primo appuntamento – presso il centro commerciale Romaest – dal 29 febbraio al 15 marzo.
Protagonisti trenta istituti nella sola Capitale
Avere un’adeguata conoscenza delle problematiche e dei protocolli relativi alla sicurezza, con particolare riferimento ai luoghi ad alta frequentazione, può influenzare positivamente i comportamenti dei bambini spingendoli ad assumere azioni responsabili. Ecco perché saranno direttamente chiamate a partecipare, oltre ai cittadini, anche le scuole primarie del territorio nazionale per lavorare di concerto con insegnanti e Istituzioni: nella sola tappa della Capitale, ad esempio, Be Safe – Impariamo a proteggerci vedrà protagonisti 30 istituti con oltre mille bambini che prenderanno parte all’iniziativa.
Le simulazioni per imparare a riconoscere i segnali di rischio
Il progetto, realizzato con il patrocinio dell’Arma dei Carabinieri, tra gli altri, è un percorso educazionale pensato a misura di bambino, strutturato e ideato attraverso quattro spazi ludico – didattici con una dinamica simile a quella di un videogame: alluvione, incendio, terremoto e attentato. L’attività mira ad incentivare l’apprendimento dei comportamenti di sicurezza attraverso il gioco, grazie a cui i piccoli protagonisti vivranno un’esperienza con un completo ed effettivo valore educativo. I bambini saranno accompagnati da un professionista esperto nel settore della sicurezza affiancato, a sua volta, da un educatore che spiegherà ai partecipanti come affrontare gli argomenti trattati senza rischiare che i percorsi di gioco possano indurre in loro un trauma. Ogni circuito simulerà una situazione diversa in modo tale che non solo possano riconoscere i diversi segnali di rischio ma anche avere tutti gli strumenti necessari per affrontarli al meglio cercando di gestire il panico e la paura.
“L’informazione può salvare la vita: essere consapevoli significa essere al sicuro”
L’informazione può salvare la vita ed essere consapevoli vuol dire già essere al sicuro. Sapere come comportarsi in caso di situazioni emergenziali e potenzialmente rischiose per l’incolumità personale dei bambini consente di adottare comportamenti che mettano al sicuro sé stessi e anche gli altri “senza contare – fanno sapere i promotori – che le buone pratiche possono essere trasmesse anche alle famiglie di appartenenza”.
ATTUALITA'
Bimbo nato morto a Palermo, la Procura apre un’inchiesta per presunte negligenze

È stata aperta un’inchiesta sulla tragedia avvenuta la notte del 5 novembre all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo, dove un bimbo è nato morto. I genitori hanno presentato una denuncia ai Carabinieri e la Procura indaga sull’accaduto. Sulla vicenda è intervenuta l’associazione Codici, che ha deciso di presentare un esposto.
“Di fronte al dramma che si è consumato è doveroso fare chiarezza”, afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici. “Stando alla denuncia della famiglia, ci sarebbero state delle gravi lacune negli ultimi controlli. Come associazione siamo impegnati da anni in battaglie legali contro la malasanità. Non possiamo dire se quanto accaduto a Palermo sia l’ennesimo caso, di sicuro bisogna fare chiarezza e giustizia, nel caso dovessero emergere mancanze o errori”.
“Dalle ricostruzioni fornite dai parenti – prosegue la nota inviata dall’associazione – emerge, in particolare, il comportamento di un’ostetrica, che avrebbe deciso di non effettuare il tracciato la notte della tragedia, somministrando soltanto una medicina prescritta nei giorni precedenti. Un farmaco che sarebbe stato indicato pochi giorni prima al momento del ricovero in ospedale, dove la donna si era recata per una visita di controllo e dove sarebbe stato deciso di indurre il parto data l’alterazione della pressione sanguigna ed essendo alla 38esima settimana”.
“La sera del 5 novembre, stando sempre a quanto denunciato dalla famiglia, il tracciato era regolare e la donna sarebbe stata invitata dall’ostetrica smontante a presentarsi in sala travaglio per un nuovo tracciato e la somministrazione del farmaco. Come detto, la nuova ostetrica di turno non avrebbe effettuato il tracciato, ritenendo che non ce ne fosse bisogno. Nel giro di poche ore, però, la situazione sarebbe precipitata, fino al taglio cesareo d’emergenza intorno alle 23.30 ed il bimbo che è nato morto. Una gravidanza normale finita in tragedia. Alla magistratura il compito di fare chiarezza”, concludono dall’associazione.
ATTUALITA'
Assicurazioni RC Auto e clausole vessatorie, Codici: “Rispettare norme in vigore”

Nei contratti Rc Auto sarebbero presenti clausole vessatorie che violano le norme sulla concorrenza. È il motivo dell’azione legale congiunta promossa dalle associazioni dei consumatori, a cui partecipa anche Codici, che ha portato alla presentazione di numerosi esposti all’Antitrust per segnalare il comportamento ritenuto scorretto di diverse compagnie di assicurazioni.
“Alcune importanti società – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – applicano ai clienti clausole vessatorie in merito alla riparazione danni dei veicoli. Il tutto in piena violazione delle norme vigenti, che vietano alle compagnie di imporre agli assicurati gli operatori a cui rivolgersi per gli interventi sulle auto. Questa vicenda, a nostro avviso, è emblematica del potere delle lobbies. Hanno un’influenza enorme, che purtroppo esercitano in maniera negativa.
Le lobbies danneggiano l’interesse pubblico e gli interessi dei cittadini. È una realtà che non può più essere ignorata, ma che anzi deve essere presa in considerazione ed affrontata. Tornando alla vicenda delle assicurazioni e delle clausole vessatorie, la legge sulla Concorrenza del 2017 all’articolo 1 comma 9 prevede ‘per l’assicurato la facoltà di ottenere l’integrale risarcimento per la riparazione a regola d’arte del veicolo danneggiato avvalendosi di imprese di riparazione di propria fiducia’. Le compagnie assicurative, tuttavia, anche attraverso le reti agenziali e peritali, richiamando clausole contrattuali illegittime, condizionano pesantemente i danneggiati nella scelta del riparatore, indicando le carrozzerie presso cui eseguire obbligatoriamente gli interventi e limitando così la libertà del consumatore ed il suo diritto ad ottenere una riparazione a regola d’arte.
Una prassi vessatoria, contraria al quadro normativo comunitario in tema di concorrenza (articolo 101 TFUE), ed in piena violazione sia dell’articolo 16 della Carta Diritti Fondamentali UE sulla libertà d’impresa, sia dell’articolo 41 della Costituzione che tutela il diritto alla libera iniziativa privata. Dicevamo prima del potere delle lobbies. Ebbene, proprio in questi giorni alcuni emendamenti bipartisan al Ddl Concorrenza hanno tentato di bloccare tale pratica illegale, ma la lobby delle assicurazioni è riuscita ad ottenerne lo stop in sede parlamentare. Il tutto, è evidente, ai danni dei consumatori. Non è più possibile subire situazioni del genere. Per questo, oltre agli esposti all’Antitrust, siamo intenzionati anche a presentare al Governo ed al Parlamento una proposta condivisa affinché nel Ddl Concorrenza sia rafforzata la protezione dei diritti degli assicurati sancita nel 2017”.
ATTUALITA'
Diplomifici, parte l’indagine ispettiva del MIM. Reclutati 146 ispettori

In merito all’indagine di Tuttoscuola sul fenomeno dei “diplomifici” dal titolo «Maturità: boom dei diplomi facili», il Ministero dell’Istruzione e del Merito avvierà una indagine ispettiva. Nel frattempo, sarà bandito a breve un concorso per il reclutamento di 146 ispettori che porterà a saturare l’organico attuale (190 Posti). “Sotto il profilo normativo – fa sapere il MIM – verranno valutati alcuni correttivi che diano più strumenti in sede ispettiva per verificare la sussistenza dei requisiti per la parità. Si sta anche lavorando per inserire nella legge di Bilancio risorse idonee per incrementare ulteriormente l’organico dei dirigenti tecnici”.
ATTUALITA'
Concorsi pubblici, il 15% dei posti disponibili va per decreto ai volontari del Servizio Civile

Secondo quanto previsto dal Decreto Legge sulla Pubblica amministrazione, il 15% dei posti disponibili nei concorsi pubblici sarà riservato ai volontari del Servizio Civile. La riserva si aggiunge a quelle, già presenti, previste dalla Legge 68 del 1999, dal DPR 3 del 1957 e dal Decreto Legislativo 165 del 2001. Le quote riservate dal governo a questa particolare categoria riguarderanno tutte le amministrazioni dello Stato, cioè gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado, le aziende e le amministrazioni dello Stato a ordinamento autonomo, enti come Regioni Province, Comuni e Comunità montane. Ancora, le istituzioni universitarie, le Camere di Commercio, Artigianato e Agricoltura e le associazioni a esse collegate, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio Sanitario Nazionale.