Il prefetto Mariani scarica su Lamorgese, che dal canto suo avrebbe firmato una nota di senso contrario il 22 ottobre. Il risultato ricorda un po’ i paradossi de Il processo di Kafka
Ne abbiamo dato conto: il Tribunale di Locri ha accolto il ricorso sull’ineleggibilità del sindaco di Riace Antonio Trifoli, che rimarrà in carica fino a sentenza definitiva. Al centro del discorrere, un cavillo contrattuale (in quanto titolare di contratto a tempo determinato non avrebbe potuto chiedere l’aspettativa) che a detta dei detrattori gli avrebbe dovuto impedire la candidatura a sindaco. Quasi fosse il protagonista de “Il processo” di Kafka, però, non può organizzare la sua difesa. Quel diritto imprescindibile garantito a tutti, a lui è negato. Il sindaco non può infatti prendere contezza di quanto lo riguarda: questo ha stabilito per il momento il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
“Sull’accesso agli atti Lamorgese si è espressa in senso contrario”
Lo testimonia una missiva della Prefettura di Reggio Calabria, in cui si fa preliminare riferimento a una nota del 25 settembre di quest’anno. “Sulla predetta richiesta di accesso agli atti – scrive il prefetto Mariani – questa prefettura ha nuovamente interessato il ministero dell’Interno, il quale con nota 5623 del 22 ottobre 2019 si è espresso in senso contrario”. Ma per quale motivo, se è la stessa Prefettura a richiamarsi alla “leale cooperazione istituzionale” e se, fatto più grave, la decisione è in grado di inficiare l’esito del procedimento, dato che la difesa non sarà a conoscenza di elementi importanti?
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