Riace, il Tribunale si pronuncia sull’ineleggibilità. E Lamorgese blinda le carte
Che succederà ora all’amministrazione Trifoli? Niente di quanto riportato dalla stampa commerciale: una nota spiega perché. Il passo più lungo della gamba di Lucano, il ministero dell’Interno e il paradosso: il parere dà torto anche a Spanò e Gervasi
Immagine tratta da La Stampa
Il Tribunale di Locri ha accolto il ricorso proposto dal consigliere di minoranza Maria Spanò – della lista civica Il cielo sopra Riace – sulla presunta ineleggibilità del sindaco Antonio Trifoli ma, come al solito, il mainstream ne ha approfittato per dire tutto e il contrario di tutto. A cominciare dal fatto che l’amministratore non sarebbe più in carica. Ma è una nota (pubblicata in basso) a chiarire che in realtà non è così, tanto che la palla passa ora alla Corte d’Appello di Reggio Calabria.
E Lucano tenta di cavalcare l’onda
Lucano dal canto suo ha tentato di cavalcare subito l’onda, affermando che serve “un’alternativa” politica. Sembra che l’ex sindaco non sia pago della bruciante sconfitta portata a casa in occasione delle ultime amministrative, e sembra non considerare che la mole di reati commessi per cui è imputato nell’ambito del processo Xenia, è sufficiente per tenerlo lontano dalla politica a vita. Ma, è chiaro, l’obiettivo è strappare Palazzo San Giorgio alla maggioranza, per ridarlo (illegittimamente) a chi è stato allontanato a seguito di regolari e democratiche elezioni. E se non si riesce con le tornate elettorali a racimolare posti che sistemerebbero tante questioni in sospeso, allora è il caso di affidarsi a giochetti di palazzo e cavilli burocratici.
Intanto riaprono i laboratori e il frantoio dell’inchiesta Xenia
In ballo c’è tanto: i laboratori che riaprono e le startup (tipo quelle legate al commercio di olio e al frantoio da 320mila euro acquistato con i soldi dello Stato) avviate grazie ai soldi dei migranti, la cartellonistica che deve rimanere uguale a se stessa fino alla fine dei tempi, e pazienza se Peppino Impastato non è mai stato nero. I presunti presidi sanitari, che hanno regalato assistenza ai migranti lasciando fuori dalla porta i riacesi, anche quelli meno abbienti.
Trifoli: “Un precario e un condannato messi sullo stesso piano”
“Un precario a 900 euro al mese – ha fatto sapere il sindaco Trifoli dopo aver appreso la decisione del Tribunale – e un condannato per gravi reati, sono messi sullo stesso piano. Ho appreso da poco la decisione del Tribunale di Locri e resto sconcertato sulle motivazioni. Si vuole precludere il diritto all’elettorato passivo a chi dopo 20 anni è ancora precario della pubblica amministarazione. A oggi inoltre è stata negata dalla Prefettura e dal Ministero dell’Interno (di Luciana Lamorgese, sopra) la possibilità di visionare le carte e soprattutto quello che ad oggi è il parere fantasma che dichiara la mia presunta ineleggibilità”.
Il “diritto negato” che “potrebbe fare giurisprudenza”
“Un sacrosanto diritto sancito dalla nostra Costituzione – prosegue Trifoli – che viene cancellato con un colpo di spugna senza approfondire attentamente la vicenda, tant’è che nel dispositivo si specifica che non esistono casi precedenti. Spero col cuore che il mio caso faccia giurisprudenza, non per me – conclude – ma per le migliaia di colleghi che in tutti questi anni hanno visto negarsi tutti quelli che sono i principi essenziali della nostra Costituzione”.
La nota dell’amministrazione comunale
RIACE – Con ordinanza depositata in data odierna, 11 novembre 2019, il Tribunale di Locri, accogliendo il ricorso proposto dalla consigliera comunale di minoranza, Maria Caterina Spanò, nonché da altri tre elettori con lei, parrebbe aver messo fine alla complessa disputa circa l’ineleggibilità dell’attuale sindaco, Antonio Trifoli, dichiarandolo per l’appunto ineleggibile alla carica in essere. L’uso del condizionale è d’obbligo, giacchè si tratta di una decisione che -secondo i legali del Trifoli – presenta diversi profili di illegittimità, nella misura in cui il Tribunale non ha tenuto nella dovuta considerazione le eccezioni sollevate dalla propria difesa. Per tali ragioni è già stato dato mandato agli stessi legali al fine di proporre appello dinanzi alla Corte di Appello di Reggio Calabria.
“L’incarico di Trifoli prosegue”
Con la presente nota si vuole perciò rassicurare l’elettorato e la cittadinanza riacese tutta, in ordine alla continuità della carica dell’attuale Sindaco Trifoli. Infatti, la decisione del Tribunale è allo stato priva di efficacia esecutiva in forza dell’art. 22, comma 8, del D.Lgs. n. 150/2011 (“L’efficacia esecutiva dell’ordinanza pronunciata dal tribunale è sospesa in pendenza di appello”. Peraltro è bene sottolineare come lo stesso Tribunale, nel prendere questa decisione, ha acclarato altresì l’illegittimità della delibera con cui il Comune di Riace, nella persona della stessa Spanò e del vicesindaco Giuseppe Gervasi, aveva invece concesso l’aspettativa a Trifoli dal suo impegno lavorativo proprio per ottemperare, invece, ai suoi impegni elettorali.
La “colpa” del sindaco: far parte degli Lsu dimenticati dalla Istituzioni
La vicenda circa l’ineleggibilità del Trifoli – lo ricordiamo – verte proprio sullo status professionale dello stesso, che è utilizzato dal Comune di Riace come Lsu contrattualizzato con fondi a totale carico della Regione Calabria. Un bel garbuglio che, ad oggi, continua a non avere soluzione. Trifoli resta, quindi, alla guida del suo Comune e continua a portare avanti il suo impegno con gli elettori, in attesa di una nuova pagina processuale innanzi ai giudici di merito.
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Fa il vaccino Covid e muore, cinque medici indagati per il decesso di Camilla Canepa
Ci sono cinque indagati nell’inchiesta su Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni di Sestri Levante morta nel giugno 2021 all’ospedale San Martino di Genova dopo essere stata vaccinata con il vaccino Astra Zeneca. La giovane era stata sottoposta alla somministrazione del siero sperimentale durante un open day. La procura ha inviato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione indagine.
I medici potranno chiedere entro 20 giorni di farsi interrogare. Dall’autopsia era emerso che Camilla “non aveva alcuna patologia pregressa e non aveva preso alcun farmaco”, e che la morte per trombosi era “ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del vaccino anti Covid”.
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Altri nove capi di accusa per Hunter Biden
Il procuratore speciale David Weiss ha presentato nove nuove accuse contro Hunter Biden, figlio del presidente Usa Joe Biden, per reati fiscali. Una notizia che inevitabilmente infiamma la corsa per la riconferma alla Casa Bianca. Nell’accusa, i pubblici ministeri sostengono che Hunter Biden «è stato coinvolto per quattro anni in uno schema fraduolento per non pagare circa 1,4 milioni di dollari in tasse federali dovute per gli anni fiscali 2016- 2019 e da gennaio 2017 fino al 2020, e per eludere l’accertamento delle imposte per l’anno fiscale 2018». Il procuratore accusa anche il figlio del presidente di aver «aver speso milioni di dollari per uno stile di vita stravagante invece che pagare le tasse». Lo riporta Il Sole 24 Ore.
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PRIMO PIANO
Nuovo studio, nuovi rischi associati ai vaccini a mRNA Covid 19. ALI: “Sospendere le somministrazioni”
di Avvocati Liberi
Un nuovo studio del chimico italiano Gabriele Segalla è stato pubblicato in peer-review sulla rivista scientifica americana International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research (IJVTPR), con il titolo “Citotossicità Apparente e Citotossicità Intrinseca dei Nanomateriali Lipidici Contenuti in un Vaccino a mRNA Covid-19”. Qui è pubblicata una traduzione di cortesia in italiano dello studio scientifico
Tale studio rivela i gravi e palesi errori contenuti nel rapporto ufficiale di valutazione scientifica di EMA (European Medicines Agency) del 19 febbraio 2021, con cui era convalidata l’immissione sul mercato europeo del vaccino Comirnaty della Pfizer/ BioNTech, cioè di un preparato medicinale imperfetto e inadatto all’inoculazione intramuscolare. Il nuovo Studio del dott. Segalla, che fa seguito a quello 26 gennaio 2023 (riassunto nel docu-video “Il
vaccino di Pandora” realizzato da ArtistDocu Production di Firenze, https://vimeo.com/797934237), dimostra la tossicità e la pericolosità dei nanomateriali lipidici che veicolano l’mRNA e le gravi responsabilità di EMA nell’autorizzare la somministrazione di farmaci che risultavano non conformi e tossici dalla stessa documentazione presa in esame. EMA sapeva o, quantomeno, non poteva non sapere.
Numerosissimi sono gli studi su possibili effetti genotossici dei lipidi ionizzabili contenuti nei vaccini a RNA ma, ciononostante, l’EMA, nel suo rapporto di valutazione del 19 febbraio 2021, sorprendentemente afferma: “Non sono stati condotti studi di genotossicità o cancerogenicità. I componenti della formulazione del vaccino sono lipidi e RNA che non dovrebbero avere un potenziale genotossico”. (EMA/707383, 2021, p. 55)
Ed ancora: “secondo le linee guida, non sono stati eseguiti studi di genotossicità o cancerogenicità. Non si prevede che i componenti del vaccino (lipidi e mRNA) abbiano un potenziale genotossico. Ciò è ritenuto accettabile per il CHMP. 1” (EMA/707383, 2021, p. 56). Ciò è falso, e la falsità risulta documentata. Lo studio di Segalla ha evidenziato un altro pericolo, taciuto sia dal fabbricante che da EMA, che riguarda la stessa piattaforma mRNA: i lipidi ionizzabili utilizzati per la formazione delle nanoparticelle che veicolano l’mRNA, sebbene apparentemente neutri ed innocui, una volta introdotti e rilasciati all’interno della cellula, attraverso un meccanismo di tipo “cavallo di Troia”, assumono una elevata carica elettrica positiva, rivelando così tutta la loro citotossicità intrinseca e il loro potenziale distruttivo intracellulare.
I principali rischi collegati all’uso eccessivo di nanomateriali di questo tipo sono la loro tossicità dose dipendente, l’epatotossicità e l’infiammazione polmonare, attraverso il rilascio di specie reattive dell’ossigeno e l’aumento dei livelli intracellulari di calcio, o l’emolisi, cioè la rottura o la distruzione dei globuli rossi, l’attivazione del sistema immunitario con conseguente pseudoallergia, risposte immunologiche acute che possono portare a shock anafilattico, infiammazioni in organi non previsti dal suo destino biologico (es. cervello, placenta e testicoli), conseguenze tossicologiche tra cui effetti genotossici, la morte cellulare [apoptosi], il blocco dei piccoli vasi sanguigni e linfatici, il rischio dell’insorgere di tumori (inclusa la leucemia), il rischio di errori di traduzione dell’RNA e di mutazioni del DNA, oltre il superamento dei limiti alla dose tollerabile con “richiami” ripetuti frequentemente che evoca un rischio molto grave per la salute pubblica.
Ecco perché l’omissione di studi approfonditi e a lungo termine nelle appropriate sedi istituzionali, cliniche e forensi, anche in relazione ad eventuali nessi causali o concausali e l’ampia eterogeneità patologica di eventi avversi gravi o letali che si sono verificati e si stanno ancora verificando in conseguenza delle vaccinazioni anti covid, associati al rifiuto delle Istituzioni di prendere atto della grave situazione in cui versa una parte rilevante della popolazione vaccinata, costituisce un crimine contro la salute pubblica.
Per questo Avvocati Liberi, seguendo le evidenze scientifiche richiamate ed osservando il principio di precauzione, si associa all’appello di interruzione immediata della somministrazione e commercializzazione di tali farmaci, con la promessa di continuare a tutelare la salute pubblica e individuale in ogni sede, anche nell’UE, denunciando alla Procura europea l’EMA ed i diretti responsabili dell’avvelenamento dei popoli.
IL 10° COMANDAMENTO DEL CODICE DI NORIBERGA
“Durante l’esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a interromperlo in qualunque momento se indotto a credere che la continuazione dell’esperimento comporterebbe probabilmente lesioni, invalidità o morte per il soggetto umano
Roma lì 26 Ottobre 2023
Avvocati Liberi
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