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Immagine: Agrigento oggi

Vi ricordate del Global compact? Prima dei lavori di Marrakech se n’è discusso tanto, poi tutto è caduto nel dimenticatoio. L’Italia – almeno ufficialmente – non lo ha sottoscritto, ma noi abbiamo dato conto in esclusiva dell’adesione da parte di ben 257 aziende italiane (qui l’articolo con l’elenco). Non deve essere abbastanza per il Pd, che avrebbe voluto che le linee guida dell’Onu fossero recepite in blocco. Cosa dicono i 23 punti? Ufficialmente parlano della necessità di rendere le migrazioni “ordinate e regolari”, nei fatti obbligano enti, organismi, associazioni e in definitiva Stati, a recepire i flussi di migranti senza se e senza ma, perché per l’Onu non deve esistere la differenza tra profughi e altri tipi di migranti.

L’iniziativa apripista passata sotto silenzio

Un tema caldo che non riscuote adesione tra l’elettorato, tanto che la presentazione di questa mattina del “Gobal compact in Comune” che si è tenuta a Palazzo Giustiniani non è stata pubblicizzata più di tanto. Nemmeno da partiti e siti apparentemente indipendenti che l’avevano utilizzato come una bandiera da sventolare, toppando però regolarmente tutti gli aspetti risolutivi che hanno riguardato il documento. Come le aziende che vi hanno aderito. Dai lavori di questa mattina proposti dal senatore del Pd Daniele Manca cui hanno preso parte i sindaci dem di Bologna (Virginio Merola) e di Lampedusa (Salvatore Martello) è emersa la volontà di “far partire dal basso” il Global compact”, facendolo approvare dai singoli comuni con l’ausilio dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani.

A destra con il gilet nero, il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello

Merola: “Lo faremo approvare a ogni Comune”

In via preliminare, ha fatto sapere Martello, si sta lavorando “a un documento unico per far capire cos’è il movimento e cosa siano le migrazioni”. Poi, ha detto Merola, si passerà alla fase successiva, cioè “la richiesta di adesione a ogni singolo Comune”. Il global compact, insomma, si dovrà propagare come un virus, ovviamente dopo una preparazione e il debito lavaggio di neuroni e sinapsi degli amministratori locali tramite documenti e tavoli di concertazione. L’obiettivo è facile e perseguibile, visto il silenzio che si sta registrando persino da quei partiti che l’immigrazione clandestina dicono di volerla combattere. Sarà sufficiente l’azione dei Comuni a trazione leghista per evitare che tutti indistintamente diventino profughi? E sarà lecito far passare per forza tramite i Comuni quanto era stato respinto in sede di sottoscrizione a Marrakech?

Così ti raggiro la volontà nazionale

Il Pd, del resto, è risoluto ad aggirare la volontà nazionale che si era palesata nel corso del primo governo Conte perché, ha detto Merola, “Non è possibile non aderire al Global compact. Bisogna coinvolgere tutte le comunità locali e riportare il dibattito al governo”. I “democratici” non si risparmiano pur di far arrivare in Italia masse incontrollate di migranti, e hanno già le idee chiare su come fare: “Abbiamo buoni rapporti col Marocco. Faremo corridoi, gemellaggi, siamo già in contatto con città dell’Africa Sub-Sahariana. Faremo canali di immigrazione. La mia città – ha detto ancora il sindaco di Bologna – tra dieci anni avrà molte persone anziane e bisogna trovare soluzioni. Dobbiamo integrare alla luce del sole e insegnare che cos’è davvero la sicurezza, che significa anche far funzionare i temi sociali”.

Il braccio stavolta sarà l’Anci

Un’interpretazione davvero elastica della sicurezza che il Pd tenterà di far passare anche tramite l’operato dell’Anci: “Chiederemo all’associazione dei comuni – ha detto – di promuovere adesioni all’ordine del giorno dei consigli comunali. Si partirà dalle Città metropolitane”. I due, ha fatto sapere Martello, sono stati già ricevuti dalla sede nazionale dell’Anci “nel tentativo di far entrare la discussione in tutti i Comuni d’Italia e successivamente in Parlamento. Bisogna – hanno concluso gli interessati – costruire il quadro dell’immigrazione”.

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Telemedicina, l’impegno per un “uso responsabile”

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Telemedicina, l'impegno per un "uso responsabile" | Rec News dir. Zaira Bartucca

Un “uso responsabile” e “un’introduzione appropriata” della Telemedicina, contro – si spera – le derive transumaniste e gli eccessi sulle sperimentazioni degli ultimi anni. E’ l’impegno assunto dalla Federazione Nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, che ieri presso la Sala Conferenze Stampa della Camera dei Deputati ha fatto il punto su quanto bolle in pentola in ambito sanitario. Hanno preso parte ai lavori Teresa Calandra (presidente della federazione), Diego Catania (vicepresidente) e Marta Schifone (componente della XII Commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati).

Dalla sanità di prossimità ai percorsi di accesso alla professione e alla formazione, dall’evoluzione dei profili professionali ai fragili, è in corso una revisione complessa e articolata che, hanno promesso i relatori della conferenza, sarà in grado di ridare centralità e dignità al paziente, che a volte suo malgrado si trova a essere “protagonista di fatti di cronaca” che possono riguardare i casi di malasanità oppure la sicurezza delle cure.

La sintesi si tenterà di trovarla il 29 e 30 settembre a Rimini, quando si terrà il terzo Congresso Nazionale della Federazione nazionale degli ordini sanitari (FNO TSRM e PSTRP) istituiti dalla Legge 3/2018. Tema di discussione sarà anche il tavolo tecnico concernente i DM 70 e 77.

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Minori sottratti, indagata curatrice per omissione d’atti d’ufficio

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Minori sottratti, indagata curatrice per omissione d'atti d'ufficio

Secondo la famiglia di una minore negli scorsi anni al centro di un caso di sottrazione ingiustificata, avrebbe nascosto delle relazioni e dei documenti che attestavano l’idoneità di uno dei genitori ad esercitare la patria potestà. Adesso B.B., curatrice dei minori, è indagata per omissione d’atti d’ufficio (Art. 328 c.p.). L’udienza in camera di consiglio è fissata per il 31 gennaio del 2024, il giudice designato è la dottoressa Giulia Costantino.

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Caso Caroccia, la prova che dimostra che il tracciato ECG non è mai giunto in Centrale Operativa

Giunto “verosimilmente” all’UTIC di Paola

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Caso Caroccia, la prova che dimostra che il tracciato ECG non è mai giunto in Centrale Operativa | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il tracciato ECG di Antonio Caroccia – il 72 enne di Guardia Piemontese deceduto a seguito di un caso di malasanità documentato da Rec News – non è mai giunto in Centrale Operativa per “problema linea dati”. Non è arrivato, dunque, a tutte le destinazioni utili ad ottenere una corretta diagnosi. Lo testimonia la Relazione dell’Asp di Cosenza che abbiamo pubblicato in esclusiva e di cui riproponiamo uno stralcio (in basso). Stando a quanto rilevato dal direttore della Centrale Operativa Riccardo Borselli, inoltre, lo stesso tracciato ECG è giunto “verosimilmente” (il che significa probabilmente) presso l’UTIC di Paola.

Il caso Caroccia è giunto fino al ministero della Salute (che dopo la pubblicazione dell’inchiesta ha inviato una risposta alla famiglia) e sulla scrivania del governatore Roberto Occhiuto. Sono inoltre stati aperti dei procedimenti presso alcune Procure. Grazie alla partnership con l’emittente Radio Roma, l’inchiesta di Rec News approda adesso anche in TV sul canale 222 della TV nazionale e sul canale 14 per la regione Lazio.

L’appuntamento è per questa sera alle 22 quando, nel corso della trasmissione “A viso scoperto”, il direttore di Rec News Zaira Bartucca racconterà i tratti salienti della vicenda (con tanto di riferimenti documentali) spiegando perché si tratta di un caso assolutamente emblematico. Presente in video-collegamento anche la figlia di Antonio Caroccia, Valentina, che racconterà il dramma vissuto dalla famiglia e gli sviluppi della vicenda.

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Se l’alimentazione diventa terreno di sperimentazione

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Se l'alimentazione diventa terreno di sperimentazione | Rec News dir. Zaira Bartucca

Modificare le abitudini alimentari comuni in nome di una fantomatica “sostenibilità”. Costringere i bambini ad assumere preparati a base di insetti come Vexo e sostenere che lo si fa in nome del benessere animale e del Pianeta. La libertà oggi si nega in più settori, e in ultima analisi anche nel piatto. Questa sera “A viso aperto” – programma di Radio Roma Television condotto da Matteo Demicheli – approfondirà questi e altri temi a partire dalle 22. Nella prima parte ospite in video-collegamento ci sarà il direttore di Rec News Zaira Bartucca, che commenterà alcune nostre inchieste.

Nella seconda parte si torna invece a parlare di Giustizia per Valeria Fioravanti con i suoi genitori Tiziana Santoro e Stefano Fioravanti. La trasmissione è visibile sul canale 222 (Smart Tv), per il Lazio sul canale 14 e in streaming sul sito di Radio Roma.

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