Le prime parole di Mitsotakis dopo la vittoria. E la Grecia festeggia (gallery)
I risultati, le percentuali e i seggi ottenuti da tutti i partiti. Il discorso del leader di Nea Demokratia pronunciato dopo le elezioni e la cerimonia di insediamento di questa mattina
Un plebiscito. Il sentire popolare che decide memore della crisi e delle politiche di austerità. Questo hanno rappresentato le elezioni anticipate in Grecia dopo la cantonata presa dai progressisti a seguito delle Europee. Percentuali bulgare per il leader di Nea Demokratia Kyriakos Mitsotakis, che convince quasi il 39,8% dei greci staccando – come avevamo anticipato – Syriza di quasi nove punti percentuali. Il partito di Tsipras si ferma a un poco consolante 31, 6%. Ottengono 23 seggi i socialisti di Kinal (pari all’8%), mentre i comunisti conservano quindici seggi. Nove sono invece quelli di Diem, che supera la soglia di sbarramento del 3% e riesce a entrare in Parlamento per la prima volta.
Gli investimenti e le misure anti-austerità
In queste ore, Mitsotakis sta formalizzando ad Atene la successione al mandato di Tsipras tramite la consueta cerimonia e il giuramento davanti al presidente della Repubblica e al Patriarca Cristiano-Ortodosso di Alessandria. E’ il passo che precede l’insediamento vero e proprio, che passerà dall’ormai scontata fiducia parlamentare. Le percentuali e il numero di seggi ottenuti garantiranno infatti a Mitsotakis un insediamento senza scossoni ma soprattutto un ampio margine per attuare il quadro di riforme, di investimenti e di misure anti-austerità che ha promesso nel corso della campagna elettorale.
“Il popolo sovrano chiede crescita, occupazione e sicurezza”
“Stasera – ha detto Mitsotakis a stretto giro rispetto all’elezione – ha parlato il popolo greco sovrano. E il verdetto è stato chiaro. La società vuole andare avanti insieme. Nessuno verrà più lasciato indietro. I cittadini chiedono crescita, occupazione e sicurezza, per recuperare la Grecia forte come ci meritiamo. Voglio ringraziare il popolo greco per fiducia. Sono consapevole della responsabilità nazionale e conosco le difficoltà che mi attendono, ma sono disposto a compiere questa grande missione che il popolo mi ha affidato. La volontà è quella di rompere il ciclo profondamente doloroso che ha vissuto il nostro Paese. Desideriamo riprendere il nostro destino nelle nostre mani, per dimostrare che siamo in grado di vivere qui, nella nostra Terra, senza cercare la strada dell’esilio”.
I greci all’estero esiliati dalla crisi
“Oggi – ha proseguito Mitsotakis – sento la necessità di affrontare il problema dei Greci all’estero, cioè di coloro che sono stati esiliati dalla crisi. Vi chiedo solo di avere gli occhi e il cuore concentrati sulla Grecia: da oggi stiamo lavorando per cambiare il Paese che siamo stati costretti ad abbandonare. Non siamo una società di basse aspettative e di requisiti minimi. I Greci meritano il meglio. Dobbiamo superare le linee di divisione degli ultimi, per questo dobbiamo rimboccarci le maniche. Mi sono impegnata a ridurre le tasse e per molti investimenti. Per buoni e nuovi posti di lavoro. Per lo sviluppo, che porterà stipendi migliori e pensioni più alte. Per un’azione dello Stato efficace, che fornirà al cittadino sicurezza decente, salute ed educazione moderna. La nostra voce nazionale è sempre più forte in Europa”. È l’alba – ha concluso – di un nuovo giorno per il nostro Paese”.
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POLITICA
Piantedosi a Brdo
per la trilaterale
con Slovenia e Croazia
Giovedì 21 Marzo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si recherà a Brdo, in Slovenia, su invito del Ministro dell’Interno Sloveno Bostjan Poklukar, per partecipare alla riunione trilaterale insieme all’omologo croato Davor Bozinovic. Alla fine dei lavori i tre Ministri dell’Interno terranno una conferenza stampa congiunta al Brdo Congress Centre di Kranj. Il Ministro Piantedosi il giorno successivo parteciperà anche ai lavori del “Forum of the Brdo Process” con i Paesi dei Balcani occidentali.
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POLITICA
Meno male che c’è Giorgia. L’Italia è il Paese che concede più cittadinanze agli stranieri
Il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida a marzo dello scorso anno era stato chiaro: “In Italia – aveva detto – entreranno 500mila migranti”. Una promessa – una delle poche – che Fratelli di Flussi ha mantenuto egregiamente, come dimostra il rapporto recentemente pubblicato da Eurostat. E’ infatti proprio con l’insediarsi del governo meloniano che gli sbarchi hanno subìto un’impennata, quasi che la premier avesse deciso di rubare qualche triste primato ai governi a trazione sinistra.
In effetti è quello che ha fatto, se si pensa che nel 2022 – dicono gli ultimi dati Eurostat pubblicati – gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati in totale 213.716. Il l 76% in più rispetto al 2021, quando la cittadinanza era stata concessa a 121.457 soggetti. Un segmento non poi tanto variegato se si pensa che è costituito in prevalenza da albanesi (38mila persone), marocchini (31mila) e rumeni (16mila).
La nuova linea della Meloni premiata dagli organismi che contano
Non stupisce, allora, che la nuova linea della Meloni venga costantemente vezzeggiata dai Think tank che contano. E che arrivi, addirittura, a ricevere premi come il Global Citizen Award, il premio atlantista di stanza a Washington che “celebra individui unici che incarnano la cittadinanza globale”. Altro che porti chiusi e invasioni, i (vecchi) termini da campagna elettorale con cui la global lady ha fatto incetta di voti a destra per poi cambiare, una volta diventata premier, completamente registro. Fa riflette che, prima della Meloni, il Global Citizen Award sia stato dato a personaggi come Mario Draghi e Volodymyr Zelensky.
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ESTERI
Scandali, presunti decessi, arrivi e partenze. Il lavorìo per far cadere la Monarchia in Gran Bretagna
E’ un brutto momento per la corona britannica. E, si direbbe, nulla è casuale. L’elezione di Carlo III ha dato il “la” – oltre che a un regno a guida maschile – alle mire di chi non vede di buon occhio la monarchia. E’ infatti con Carlo – sovrano flemmatico e poco carismatico – che si stanno di giorno in giorno moltiplicando le manifestazioni di chi chiede – a torto o a ragione – una nuova forma di governo per la Gran Bretagna.
Un modo per farle pagare l’uscita dall’Europa? O la conseguenza prevedibile della scomparsa di Elisabetta II? Non si sa ma quel che è certo è che anche a quelle latitudini i burattinai si stanno dando un gran da fare. Pianificando e diramando un comunicato clamoroso dietro l’altro, poi ripresi a ruota dai social: la malattia di Carlo, il ritorno a Corte dell’amico di Epstein Andrea e, adesso, perfino il decesso di Kate Middleton.
Quanto ci sia di vero è difficile saperlo. Quel che è certo è che l’obiettivo delle fughe di notizie – vere o presunte tali – è quello di restituire l’immagine di un regno debole, che si smantella ogni giorno di più a colpi di esternazioni tutt’altro che casuali.
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POLITICA
Europee, è bagarre sulla raccolta firme
“Abbiamo inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per chiedere il suo intervento istituzionale per fermare le norme liberticide contenute nella conversione in legge del decreto elettorale. Ci riferiamo all’emendamento, fatto approvare da Fratelli d’Italia, che restringe drasticamente le esenzioni dall’obbligo di raccogliere le firme per presentare nuove liste elettorali”. E’ quanto ha dichiarato Gianni Alemanno, Segretario nazionale del Movimento Indipendenza.
“Questo emendamento è chiaramente anticostituzionale perché modifica le regole del gioco a partita aperta, quando mancano solo 45 giorni (dei sei mesi previsti) al termine della raccolta delle firme per il deposito delle liste elettorale. In questo modo non solo si privano le nuove liste delle esenzioni previste da una consolidata legislazione, ma gli si impedisce di organizzarsi per raccogliere l’abnorme numero di firme necessarie per presentarsi alle elezioni europee se non si è già presenti nei parlamenti nazionale o europeo”.
“Questo numero di firme, invero – ha proseguito Alemanno – è stato dimezzato da 150.000 a 75.000 da un altro emendamento approvato successivamente, ma sempre troppo tardi per permettere alle nuove formazioni politiche di organizzarsi per la sottoscrizione”. Non a caso una recente Raccomandazione europea (n. 2829/2023 del 20/12/2023) sancisce che gli “elementi fondamentali della legge elettorale non dovrebbero poter essere modificati
a meno di un anno dalle elezioni” sia per garantire il rispetto delle regole democratiche che
per contrastare il fenomeno dell’astensionismo“.
“L’emendamento inserito nel decreto elettorale è un vero e proprio attacco alla democrazia
che cerca di impedire l’accesso al gioco elettorale di nuove formazioni politiche, proprio in
un momento in cui il tasso di astensionismo in Italia ha raggiunto punte elevatissime e
preoccupanti. Per questo ci sono tutti gli estremi per un intervento correttivo del Capo dello
Stato, che è l’unica istituzione titolata ad un intervento preventivo per evitare di promulgare
norme di legge chiaramente contrarie al Dettato costituzionale”, le parole di Alemanno.
La lettera al Presidente della Repubblica è stata inviata ieri con le firme di
Gianni Alemanno, del coordinatore calabrese di Indipendenza Franco Bevilacqua, del presidente del movimento Massimo Arlechino, di Michele Geraci e degli ex parlamentari Marcello Taglialatela, Fabio Granata, Michele Rallo e di Maria Grazia Martinelli.
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