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(Adnkronos) Chiuse le liste per le amministrative. E’ scaduto oggi alle 12 il termine per presentare le candidature per la sfida del 26 maggio che coinvolgerà 3.856 comuni e quasi 18 milioni di elettori. Insomma, big match delle europee ma non solo. Anche il voto nelle città sarà un grande test per le forze politiche. Ed in primis per il Pd. Delle 28 maggiori città al voto, ben 21 sono state guidate dal centrosinistra in questi anni. L’ultima tornata è stata ai tempi del 40% di Matteo Renzi alle europee e anche nei comuni il Pd fece il pieno.

Oggi soltanto riconfermare tutte le amministrazioni uscenti sarà un’impresa. I dem hanno il fiato sul collo della Lega anche in aree da sempre ‘di sinistra’ come Toscana e Emilia Romagna. Occhi puntati su Ferrara, Reggio Emilia e Modena. Ma l’avanzata del Carroccio non si limita alle regioni del Centro-Nord. Anche al Sud sono molte le amministrazioni in cui il candidato del centrodestra è a trazione leghista. Come a Potenza, Campobasso, Avellino. E in Sicilia, dove invece si voterà domani, la Lega si presenta da sola in alcuni comuni: Mazara, Caltanissetta, a Gela c’è il sostegno di Fdi.

E poi i 5 Stelle. Sono moltissime le città, specie quelle più piccole, dove i pentastellati non corrono: sarebbero appena 285 municipi (il 7,4% del totale) sui quasi 4000 al voto, come riferiva nei giorni scorsi il Sole 24 Ore. In extremis sono arrivate le candidature a sindaco in tutti i 22 capoluoghi di provincia e nei 6 capoluoghi di regione al voto. A Bergamo, per dire, il grillino Nicholas Anesa è riuscito a consegnare le firme necessarie grazie all’aiuto del Pd di Giorgio Gori. “Mai vista così tanta democrazia”, ha detto il candidato sindaco M5S ringraziando gli avversari.

I 6 CAPOLUOGHI DI REGIONE AL VOTO – Sono 6 i capoluoghi di regione al voto. Tra le grandi città in ballo c’è Firenze con Dario Nardella, renziano della prima ora e sindaco uscente, che dovrà vedersela con Ubaldo Bocci, candidato del centrodestra, scontando anche una divisione a sinistra che presenta un proprio candidato: Antonella Bundu. Qui i 5 Stelle si presentano con l’architetto Roberto De Blasi. Anche Antonio De Caro a Bari gioca per il bis, il candidato del centrodestra è Pasquale Di Rella, per i 5 Stelle Elisabetta Pani di M5S tra il 14 e il 18%. Oltre Firenze e Bari ci sono altri 4 capoluoghi di regioni al voto: Cagliari (dove però si voterà a giugno), Perugia, Potenza e Campobasso. A Perugia il tentativo del centrosinistra di riprendere la città al centrodestra potrebbe essere reso più complicato dall’inchiesta sulla sanità che ha travolto i dem e portato alle dimissioni della presidente della regione, Catiuscia Marini. Impresa affidata al giornalista Rai, Giuliano Giubilei, che sfiderà il sindaco uscente Andrea Romizi di Fi, sostenuto dalla Lega. Francesca Tizi è la candidata dei 5 Stelle. A Potenza il centrosinistra schiera Bianca Maria Andreatta, 44 anni, consigliere comunale. Per il centrodestra è in campo Mario Guarente, 35 anni, della Lega. Marco Falconiere corre per M5S. A Campobasso il centrosinistra ricandida il sindaco uscente, Antonio Battista, c’è Roberto Gravina per i 5 Stelle mentre il centrodestra schiera Maria Domenica D’Alessandro, avvocato ed esponente della Lega.

AL VOTO ANCHE 22 CAPOLUOGHI DI PROVINCIA. Eccoli regione per regione.

PIEMONTE – Elezioni a Biella, Verbania e Vercelli. A Biella il Pd ci riprova con il sindaco uscente Marco Cavicchioli che sfiderà Claudio Corradino della Lega per il centrodestra e in pista c’è anche l’ex sindaco Dino Gentile alla guida di liste civiche. Giovanni Rinaldi corre per i 5 Stelle. A Verbania l’attuale sindaca di centrosinistra Silvia Marchionini, dopo il successo del 2014, ha annunciato che correrà per un secondo mandato. A guidare il centrodestra sarà Giandomenico Albertella e per i 5 Stelle c’è Michelangelo Catricalà. A Vercelli si ricandida l’uscente Maura Forte. Il centrodestra si è compattato sull’ex sindaco Andrea Corsaro che ha già amministrato Vercelli dal 2004 al 2014 e Roberto Campana corre per M5S.

LOMBARDIA – Si vota a Bergamo, Cremona e Pavia. A Bergamo sfida dai contorni nazionali per la notorietà dei due sfidanti: l’uscente Giorgio Gori per il centrosinistra vs Giacomo Stucchi della Lega, presidente del Copasir nella scorsa legislatura. I grillini schierano Nicholas Anesa. A Cremona il centrosinistra ricandida l’uscente Gianluca Galimberti, per il centrodestra corre Carlo Malvezzi e per i 5 Stelle, Luca Nolli. A Pavia c’è un po’ di caos nel centrosinistra: dopo aver strappato la guida della città al centrodestra nel 2014, il sindaco Massimo Depaoli si è dimesso perché il Pd ha scelto di candidare Ilaria Cristiani. Il centrodestra corre con il leghista Fabrizio Fracassi, i 5 Stelle con Vincenzo Nicolao.

TOSCANA – Oltre Firenze, al voto a Livorno e Prato. A Livorno tenterà di bissare il successo di Filippo Nogarin la sua vicesindaca, Stella Sorgente, dei 5 Stelle. Il centrodestra corre con Andrea Romiti e il centrosinistra con Luca Salvetti, giornalista di Granducato Tv mentre a Prato cerca il bis Matteo Biffoni del Pd contro Daniele Spada del centrodestra. Carmine Maiorello è il candidato dei 5 Stelle.

EMILIA ROMAGNA – Si vota a Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Forlì. A Ferrara l’uscente Tiziano Tagliani non si ricandida e il centrosinistra schiera Aldo Modonesi, attuale assessore, contro Alan Fabbri, consigliere regionale della Lega. Per i 5 Stelle c’è Tommaso Mantovani. A Modena è in pista il sindaco uscente Gian Carlo Muzzarelli che sarà sfidato da Stefano Prampolini, commercialista di 62 anni scelto dalla Lega. Andrea Giordani è il candidato M5S. A Reggio Luca Vecchi vede insidiato il secondo mandato da Roberto Salati, candidato del centrodestra a trazione leghista, 52 anni, nessuna esperienza in politica e di mestiere fotografo di moda. Rossana Ognibene è la candidata dei 5 Stelle. Infine Forlì: il centrosinistra candida Giorgio Calderoni, 69 anni, magistrato e professore a Bologna di diritto amministrativo al posto dell’uscente Davide Dei. Per il centrodestra c’è Gian Luca Zattini, medico chirurgo e sindaco di Meldola, 63 anni. Per il M5S c’è Daniele Vergini.

PUGLIA – Oltre a Bari, al voto i capoluoghi di provincia Lecce e Foggia. Qui corre il sindaco uscente Franco Landella di Forza Italia e il centrosinistra va con Pippo Cavaliere e i 5 Stelle con Giovanni Quaranto. A Lecce Saverio Congedo di Fdi ha vinto le primarie del centrodestra, ma c’è anche Adriana Poli Bortone con un movimento di civici di centrodestra. Per il centrosinistra si ricandida Carlo Salvemini ma non tutto il centrosinistra sta con il sindaco uscente: la sinistra candida Mario Fiorella. Arturo Baglivo corre per M5S.

MARCHE – Al voto Pesaro e Ascoli Piceno. Si ricandida Matteo Ricci a Pesaro. A sfidarlo Francesca Frenquellucci di M5S e Nicola Baiocchi di Fdi. Ad Ascoli Piceno Pd, Art. 1 e Partito Socialista hanno candidato il giornalista Pietro Frenquellucci contro Marco Fioravanti di Fdi ma c’è in pista anche Piero Celani di Fi sostenuto da alcuni fedelissimi. Massimo Tamburri è il candidato dei 5 Stelle.

Infine in ABRUZZO si vota a Pescara dove l’uscente Marco Alessandrini ha deciso di non ricandidarsi e il centrosinistra schiera Marinella Sclocco, ex-assessore regionale di Art.1. Il centrodestra si presenta con Carlo Masci di Forza Italia e i 5 Stelle con Erika Alessandri.

In CAMPANIA, unico capoluogo al voto è Avellino dove ci sono 3 candidati sia nel campo del centrosinistra che nel centrodestra. I 5 Stelle corrono con Ferdinando Picariello.

In VENETO si vota a Rovigo: il centrosinistra ha candidato il docente universitario Edoardo Gaffeo, mentre per il centrodestra si candida Monica Gambarella della Lega dopo la caduta di Massimo Bergamin, l’ex sindaco leghista sfiduciato proprio per mano di sei suoi consiglieri che poi sono stati espulsi dal Carroccio.

Infine in CALABRIA al voto Vibo Valentia dove il centrodestra ha scelto di puntare sull’ex assessore alle attività Produttive, Maria Limardo. C’è poi Stefano Luciano, con l’avvocato che ha riunito una coalizione civica abbastanza trasversale, con al centro la sua Vibo Unica, che ha trovato poi l’appoggio anche del Partito Democratico. L’architetto Domenico Santoro in campo per M5S.

In SICILIA si vota domani e l’unico capoluogo al voto è Caltanissetta: in campo Salvatore Messana, già sindaco dal 1999 al 2009, candidato del centrosinistra, ma il Pd ha rinunciato al simbolo. Michele Giarratana raccoglie il centrodestra mentre la Lega va sola con Oscar Aiello. Il Movimento 5 stelle schiera Roberto Gambino.

In SARDEGNA andranno al voto Cagliari e Sassari ma le elezioni si terranno a giugno.

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POLITICA

Piantedosi a Brdo
per la trilaterale
con Slovenia e Croazia

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Un protocollo d'intesa per la valorizzazione dei beni confiscati | Rec News dir. Zaira Bartucca

Giovedì 21 Marzo il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si recherà a Brdo, in Slovenia, su invito del Ministro dell’Interno Sloveno Bostjan Poklukar, per partecipare alla riunione trilaterale insieme all’omologo croato Davor Bozinovic. Alla fine dei lavori i tre Ministri dell’Interno terranno una conferenza stampa congiunta al Brdo Congress Centre di Kranj. Il Ministro Piantedosi il giorno successivo parteciperà anche ai lavori del “Forum of the Brdo Process” con i Paesi dei Balcani occidentali.

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POLITICA

Meno male che c’è Giorgia. L’Italia è il Paese che concede più cittadinanze agli stranieri

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Meno male che c'è Giorgia. L'Italia è il Paese che concede più cittadinanze agli stranieri | Rec News dir. Zaira Bartucca

Il ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida a marzo dello scorso anno era stato chiaro: “In Italia – aveva detto – entreranno 500mila migranti”. Una promessa – una delle poche – che Fratelli di Flussi ha mantenuto egregiamente, come dimostra il rapporto recentemente pubblicato da Eurostat. E’ infatti proprio con l’insediarsi del governo meloniano che gli sbarchi hanno subìto un’impennata, quasi che la premier avesse deciso di rubare qualche triste primato ai governi a trazione sinistra.

In effetti è quello che ha fatto, se si pensa che nel 2022 – dicono gli ultimi dati Eurostat pubblicati – gli stranieri che hanno acquisito la cittadinanza italiana sono stati in totale 213.716. Il l 76% in più rispetto al 2021, quando la cittadinanza era stata concessa a 121.457 soggetti. Un segmento non poi tanto variegato se si pensa che è costituito in prevalenza da albanesi (38mila persone), marocchini (31mila) e rumeni (16mila).

La nuova linea della Meloni premiata dagli organismi che contano

Non stupisce, allora, che la nuova linea della Meloni venga costantemente vezzeggiata dai Think tank che contano. E che arrivi, addirittura, a ricevere premi come il Global Citizen Award, il premio atlantista di stanza a Washington che “celebra individui unici che incarnano la cittadinanza globale”. Altro che porti chiusi e invasioni, i (vecchi) termini da campagna elettorale con cui la global lady ha fatto incetta di voti a destra per poi cambiare, una volta diventata premier, completamente registro. Fa riflette che, prima della Meloni, il Global Citizen Award sia stato dato a personaggi come Mario Draghi e Volodymyr Zelensky.

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ESTERI

Scandali, presunti decessi, arrivi e partenze. Il lavorìo per far cadere la Monarchia in Gran Bretagna

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Scandali, presunti decessi, arrivi e partenze. Il lavorìo per far cadere la Monarchia in Gran Bretagna | Rec News dir. Zaira Bartucca

E’ un brutto momento per la corona britannica. E, si direbbe, nulla è casuale. L’elezione di Carlo III ha dato il “la” – oltre che a un regno a guida maschile – alle mire di chi non vede di buon occhio la monarchia. E’ infatti con Carlo – sovrano flemmatico e poco carismatico – che si stanno di giorno in giorno moltiplicando le manifestazioni di chi chiede – a torto o a ragione – una nuova forma di governo per la Gran Bretagna.

Un modo per farle pagare l’uscita dall’Europa? O la conseguenza prevedibile della scomparsa di Elisabetta II? Non si sa ma quel che è certo è che anche a quelle latitudini i burattinai si stanno dando un gran da fare. Pianificando e diramando un comunicato clamoroso dietro l’altro, poi ripresi a ruota dai social: la malattia di Carlo, il ritorno a Corte dell’amico di Epstein Andrea e, adesso, perfino il decesso di Kate Middleton.

Quanto ci sia di vero è difficile saperlo. Quel che è certo è che l’obiettivo delle fughe di notizie – vere o presunte tali – è quello di restituire l’immagine di un regno debole, che si smantella ogni giorno di più a colpi di esternazioni tutt’altro che casuali.

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POLITICA

Europee, è bagarre sulla raccolta firme

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Europee, è bagarre sulla raccolta firme | Rec News dir. Zaira Bartucca

“Abbiamo inviato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per chiedere il suo intervento istituzionale per fermare le norme liberticide contenute nella conversione in legge del decreto elettorale. Ci riferiamo all’emendamento, fatto approvare da Fratelli d’Italia, che restringe drasticamente le esenzioni dall’obbligo di raccogliere le firme per presentare nuove liste elettorali”. E’ quanto ha dichiarato Gianni Alemanno, Segretario nazionale del Movimento Indipendenza.

“Questo emendamento è chiaramente anticostituzionale perché modifica le regole del gioco a partita aperta, quando mancano solo 45 giorni (dei sei mesi previsti) al termine della raccolta delle firme per il deposito delle liste elettorale. In questo modo non solo si privano le nuove liste delle esenzioni previste da una consolidata legislazione, ma gli si impedisce di organizzarsi per raccogliere l’abnorme numero di firme necessarie per presentarsi alle elezioni europee se non si è già presenti nei parlamenti nazionale o europeo”.

“Questo numero di firme, invero – ha proseguito Alemanno – è stato dimezzato da 150.000 a 75.000 da un altro emendamento approvato successivamente, ma sempre troppo tardi per permettere alle nuove formazioni politiche di organizzarsi per la sottoscrizione”. Non a caso una recente Raccomandazione europea (n. 2829/2023 del 20/12/2023) sancisce che gli “elementi fondamentali della legge elettorale non dovrebbero poter essere modificati
a meno di un anno dalle elezioni” sia per garantire il rispetto delle regole democratiche che
per contrastare il fenomeno dell’astensionismo
“.

“L’emendamento inserito nel decreto elettorale è un vero e proprio attacco alla democrazia
che cerca di impedire l’accesso al gioco elettorale di nuove formazioni politiche, proprio in
un momento in cui il tasso di astensionismo in Italia ha raggiunto punte elevatissime e
preoccupanti. Per questo ci sono tutti gli estremi per un intervento correttivo del Capo dello
Stato, che è l’unica istituzione titolata ad un intervento preventivo per evitare di promulgare
norme di legge chiaramente contrarie al Dettato costituzionale”
, le parole di Alemanno.

La lettera al Presidente della Repubblica è stata inviata ieri con le firme di
Gianni Alemanno, del coordinatore calabrese di Indipendenza Franco Bevilacqua, del presidente del movimento Massimo Arlechino, di Michele Geraci e degli ex parlamentari Marcello Taglialatela, Fabio Granata, Michele Rallo e di Maria Grazia Martinelli.

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