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L’edizione del 2019 del festival della comunicazione digitale Digit che avrà luogo nei prossimi giorni ha un titolo emblematico: “In attesa di diventare dei”. E ha una scaletta che, se non risulta inquietante col suo elogio ai chip sottopelle, al sangue con nanobot e agli uomini cyborg, fa senz’altro riflettere. Si tratta di una due giorni che, per come viene annunciata, sarà incentrata più che sulle novità di settore su diverse pratiche di bio-hacking che potremmo vederci imposti nel giro di due anni, almeno a sentire l’imprenditore capofila di settore, quell’Elon Musk di Space X e Neuralink così incaparbito dell’idea di trasformare gli umani in cyborg.

E’ infatti nell’ambito del festival (che gode dell’ovvio patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti, della Fnsi, del Corecom, di Inpgi e Casagit, cioè di organismi di categoria che più che fare gli interessi degli iscritti sono impegnati nell’attività di propaganda imposta da chi li finanzia) che si parlerà dell’imminente avvento del 5G: “La prossima accelerazione nei tempi di trasmissione dei dati grazie al protocollo di Quinta generazione – chiosano gli organizzatori – eliminerà i tempi morti, o meglio, per dirla con gli scienziati, la latenza”.

Aspettiamoci, dunque, avvertono i promotori senza celare l’entusiasmo, “superuomini con impianti neurali sottocutanei, vestiti di apparati che ci controllano ma anche ci potenziano, ci rendono più forti, veloci, acuiscono i nostri sensi, seduti a bordo di auto intelligenti e guidate dai computer e con il nostro sangue arricchito di nanobot che ci curano a nostra insaputa mentre facciamo il possibile per avvelenarci o peggio mangiando, bevendo e assumendo qualunque tipo di sostanza, più o meno legittima, ci capiti a portata di mano. Questi scenari degni della fantascienza sono dunque improvvisamente giunti alla nostra portata e la quinta generazione della trasmissione dei dati, che entrerà in vigore entro un paio di anni in tutto il mondo, sarà uno degli eventi scatenanti di questo ulteriore passaggio”.

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5G

Vaccinati e iper-connessi, il piano del governo per le Isole minori

Cavi ottici sottomarini che corrono lungo i fondali di 18 isole italiane e portano il 5G un po’ ovunque, anche dove non si sono volute e non si sono potute installare le antenne. Poi l’azione dei preparati sperimentali “anti-covid”. Come potrebbero cambiare le mete marine ambite dai vacanzieri

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Vaccinati e iper-connessi, il piano del governo per le Isole minori | Rec News dir. Zaira Bartucca

Cavi ottici sottomarini che corrono lungo i fondali di 18 isole italiane e portano il 5G un po’ ovunque, anche dove non si sono volute e non si sono potute installare le antenne. E’ una delle facce del “BUL”, il piano per la Banda ultra larga promosso dal ministero per l’Innovazione e dal comitato interministeriale di cui abbiamo parlato negli scorsi giorni, che è già alla seconda riunione. Nel 2020 il bando “Progetti integrati innovativi per le isole minori non interconnesse” destinava allo scopo i primi dieci milioni, a cui si andranno ad aggiungere – fa sapere il ministero dell’Innovazione – fette del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Un secondo bando targato Infratel Italia, inoltre, è in arrivo questo mese, e servirà ad individuare i soggetti realizzatori.

Cavi ottici sottomarini porteranno il 5G, ma come reagirà l’ecosistema?

Negli ultimi tempi c’è molto interesse per le Isole Minori. Mete ambite dei vacanzieri, i luoghi di pace, divertimento, natura e relax potrebbero presto cambiare volto. Il governo li vede infatti come la culla sperimentale per l’applicazione estesa del 5G, oltre che come l’incubatore di tutta una serie di servizi digitali che secondo i propositi dovrebbero “migliorare la qualità della vita” degli ospiti e dei residenti. Sarà davvero così? E che effetto avrà sull’ecosistema circostante la messa in posa di cavi ottici? Come reagirà, in altre parole, l’ambiente marino, con i suoi pesci, le alghe e tutti i micro-organismi che popolano i litorali? Il sentire comune è diviso tra chi è entusiasmato dalle possibili novità e chi, al contrario, è preoccupato per l’impatto ambientale. Proprio in un momento in cui si parla tanto di rispetto per l’ambiente.

La possibile interazione tra il 5G e i preparati sperimentali “anti-covid”

Non sono gli unici stravolgimenti con cui isolani e vacanzieri dovranno fare i conti. Lo scorso 7 maggio è iniziata infatti la campagna vaccinale di massa delle Isole minori, con Capraia e le Eolie come capofila. Poi è arrivata l’adesione massiccia dell’arcipelago campano, complice l’azione di Vincenzo De Luca, il governatore che lo scorso anno si appellava all’utilizzo del “lanciafiamme” contro chi voleva partecipare a feste e cerimonie. Oggi la visita del commissario straordinario Figliuolo all’Isola del Giglio, e la notizia della conclusione del piano vaccinale – prima e seconda dose – per questi territori. Il piano, dunque, è al 50%. Non restano che le onde, ma che succederà se la scienza dovesse confermare l’interazione con i preparati sperimentali “anti-covid”?

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5G

Banda larga, rete unica, scuola e 5G. Spetterà a Colao il compito di “riscrivere il Recovery Fund”

Lo abbiamo scritto più di dieci giorni fa, quando il governo Draghi era ancora in fase di insediamento: nell’ambito del nuovo esecutivo

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Banda larga, rete unica, scuola e 5G. Spetterà a Colao il compito di "riscrivere il Recovery Fund" | Rec News direttore Zaira Bartucca

Lo abbiamo scritto più di dieci giorni fa, quando il governo Draghi era ancora in fase di insediamento: nell’ambito del nuovo esecutivo, molto spazio sarà riservato a Vittorio Colao. La riservatezza del manager dai mille incarichi non deve forviare: magari parlerà poco, ma il compito che gli è stato affidato è di fare tanto, cioè di mettere al servizio della causa il suo stakanovismo, lo stesso che gli ha permesso di confrontarsi con personaggi controversi come i reali d’Inghilterra (alla Regina Elisabetta in visita al quartier generale della Vodafone regalò una scultura a forma di cavallo). Il suo ruolo, per i fautori delle agende, deve essere necessariamente cruciale. Lo ammette anche La Stampa, che ravvisa nella banda larga, nella rete unica e nella scuola i tre temi su cui il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale si concentrerà in via prevalente. I tre settori sono iper-connessi con il 5G, la tecnologia di quinta generazione.

La partita dei lockdown si gioca tutta su questo terreno, lo scrivevamo un anno fa: ridurre all’isolamento domestico non serve ad altro che a creare delle nuove necessità, che devono coincidere con l’avvento della tecnologia di quinta generazione. Tradotto: se ci si incontra, si passa del tempo all’aperto, si va a scuola, si compra nei negozi, il 5G non ha tutti questi vantaggi concreti (semmai, di concreto ci sono i rischi). Non diventa vitale, necessario. Se tutti stanno “a casa”, si crea invece quel sovraccarico funzionale e propedeutico al potenziamento della rete, quel fattore scatenante che trasformerà il 5G da superfluo a – appunto – irrinunciabile.

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Il governo ombra Colao-Cartabia, i due tecnici prima quotati per la premiership

Tra le new entry del governo Draghi – l’europeista che potrebbe avere un ruolo di garante e supervisore più che rendersi protagonista di un governo del presidente – spiccano…

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Il governo ombra Colao-Cartabia, i due tecnici prima quotati per la premiership | Rec News direttore Zaira Bartucca

Tra le new entry del governo Draghi – l’europeista che potrebbe avere un ruolo di garante e supervisore più che rendersi protagonista di un governo del presidente – spiccano Marta Cartabia e Vittorio Colao. Alla prima (giurista provax apertamente schierata a favore della controversa obbligatorietà vaccinale) è andata la delega alla Giustizia, al secondo – alfiere del 5G – quella all’Innovazione.

Ex manager di Vodafone, Colao vanta incarichi nell’ambito di Verizon Communication Inc., (l’azienda che fornì dati personali degli utenti alla NSA per lo spionaggio di massa raccontato da Snowden) Unilever e General Atlantic, la società di private equity che ha investito assieme alla fondazione Bill and Melinda Gates in Immunocore. A giugno dello scorso anno ha suggellato un piano con molti punti discutibili, come il silenzio assenso su questioni che riguardano la salute, l’autocertificazione perenne e l’annullamento della libertà di scelta dei Comuni per quanto riguarda il 5G.

Marta Cartabia (figura considerata molto più autorevole di un Alfonso Bonafede e prima quotata per la premiership assieme al collega ministro) nei fatti sarà chiamata a gettare le basi “legali” e “costituzionali” per imporre l’obbligatorietà vaccinale per categorie che – ha dichiarato lei stessa di recente – “è legittima se in corso c’è una pandemia”.

Da vicini al nuovo esecutivo, si apprende inoltre che il denaro proveniente dal Recovery Fund sarebbe stato “barattato” con ben tre riforme che riguardano la Giustizia, il sistema carcerario e l’applicazione delle misure cautelari. Per restare all’ambito sanitario, già da tempo si discute della riforma della legge che regola i Trattamenti sanitari obbligatori e dell’articolo 32 della Costituzione, ma interventi da effettuare in questo momento altro non sarebbero che cavalli di Troia con cui verrebbe introdotta l’assenza di tutele per la cittadinanza.

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5G

Giornalista italiano: “Ho un chip nella mano. Oggi 5G con i dispositivi, domani con gli impianti sottocutanei”

Chi ne parla è un “complottista”, ma intanto mediaset ha già iniziato a sdoganare l’uso dei controversi ritrovati tecnologici

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Giornalista italiano: "Ho un chip nella mano. Oggi 5G con i dispositivi, domani con gli impianti sottocutanei" | Rec News dir. Zaira Bartucca

I media devono ancora finire di proclamare “vincitore” il candidato a presidente americano espressione della Cina, che già mediaset si lancia in una lode dei microchip sottocutanei. Lo ha fatto in una striscia di approfondimento riguardante il 5G (tecnologia molto cara al regime di Xi Jinping) in cui è intervenuto il giornalista Mike Perna.

“Oggi per il 5G si parla di dispositivi, domani si parlerà di impianti”, ha detto in conclusione di puntata. “Di impianti?”, ha domandato il giornalista. “Ho un chip nella mano – ha detto il comunicatore – che mi fa fare una serie di cose”. Meno male che i chip sottocutanei erano farneticazioni da “complottisti”.

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