Il presidente dell’Onb D’Anna: “Studi recenti si concentrano sulle correlazioni con malattie immunitarie e del cervello, tumori. La sicurezza viene prima degli atti di fede e dei dogmi”
Tema molto dibattuto, sulla sicurezza o meno delle vaccinazioni si continua a discutere. Ai promotori piace parlare di “copertura di gregge” e di una sicurezza che, leggeremo, non è poi tanto scontata. Almeno a sentire chi della comunità scientifica fa parte. I critici lamentano invece la presenza di sostanze poco tollerate dall’organismo, che in alcuni casi generano danni fisici e cerebrali all’organismo. La letteratura scientifica sull’argomento e i casi riconosciuti di danni vaccinali, tuttavia, esistono, per quanto abilmente silenziati. I dubbi, comunque, permangono, e proprio su questi si è concentrata una recente analisi del presidente dell’Ordine nazionale dei biologi Vincenzo D’Anna, pubblicata sul Giornale dei biologi.
Il ruolo giocato dalle “contaminazioni”. “La Sicurezza dei vaccini – ha spiegato D’Anna – è strettamente legata alla loro conformità ai criteri di qualità dettati dall’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali), che servono a verificare l’assenza di infezioni tossiche di cui non si conoscono gli effetti sull’uomo. E’ quindi fondamentale – ha proseguito – che i controlli vengano eseguiti in modo scrupoloso. La letteratura scientifica più recente ha però evidenziato la presenza di contaminazioni chimiche o microbiologiche nei vaccini, ponendo un importante interrogativo sull’effettiva rigorosità dei test di sicurezza e sulla loro conformità alle disposizioni imposte dagli enti supervisori”.
“Possibile correlazione tra vaccini e malattie immunitarie e del cervello e tumori”. Non solo. Aspetti poco rassicuranti giungono anche dagli studi internazionali, che “stanno approfondendo – ha proseguito D’Anna – la possibile correlazione tra la pratica vaccinale e l’insorgenza di reazioni avverse di tipo immunitario, neurologico e oncologico”. Non si tratterebbe di eventualità remote, e per capirne il senso bisogna andare alla radice, cioè alla composizione degli stessi vaccini, così come spiegata dal dottor D’Anna: “I vaccini – ha detto – Sono composti da antigeni, virus o batteri che stimolano la risposta immunitaria, adiuvanti e sostanze come l’alluminio, che aumentano la capacità degli antigeni di indurre una reazione immunitaria. E sono proprio alcuni adiuvanti e sostanze – ha specificato – a destare preoccupazioni”.
“L’alluminio può depositarsi per sempre nel cervello causando complicanze importanti”. “I sali di alluminio – ha spiegato ancora il presidente dell’Ordine nazionale dei biologi – rappresentano una componente importante del vaccino, poiché hanno la funzione di rendere efficace il processo di immunizzazione. Diversi studi di settore spingono però il mondo scientifico a riflettere sulle possibili conseguenze negative del metallo sulla salute umana. Seppure questo entri quotidianamente in contatto con il nostro corpo anche attraverso l’alimentazione o l’utilizzo di prodotti cosmetici, è solo con l’inoculazione che riesce a superare la barriera cutanea, raggiungere il nostro organismo e depositarsi in modo irreversibile nel cervello, esponendo così l’individuo a complicanze importanti”.
Come se ne esce? Qual è il compromesso tra l’agognata prevenzione e la sicurezza? Presto detto. “I vaccini – ha detto ancora D’Anna, hanno avuto meriti in medicina e continuano ad averne. Dare atto dei meriti non vuol dire però trasformare le opinioni a sostegno della pratica vaccinale obbligatoria in asserzioni che somigliano più ad atti di fede e dogmi assoluti. Questi ultimi – ha proseguito – non si confanno con la prassi scientifica, che si confronta sempre con il dubbio che alimenta la costante ricerca del vero e del meglio. Pertanto – conclude il presidente dell’Onb – va dato ascolto a tutte le tesi che abbiano un significato e un portato scientificamente valido, confutando, per le stesse vie scientifiche, spropositi e incongruenze diffuse come verità accertate”.
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